La mente schiava 02

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  1. cavallino
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    Il primo capitolo è qui

    La mente schiava 01: http://gayboysover17reloaded.forumcommunity.net/?t=45480206

    II

    I genitori li avevano allevati nella più completa libertà non solo mentale, ma anche fisica e non poteva essere diversamente visto che probabilmente nemmeno loro sapevano con esattezza chi dei due fosse figlio dell’una o dell’altra coppia, o almeno dell’uno o dell’altro papà. Il nudismo in casa Mancini era una consuetudine ampiamente praticata e i genitori non avevano mai impedito la presenza dei ragazzi se stavano facendo il bagno o anche se erano a letto, dove andavano nudi; per non parlare poi dell’Estate, quando prendere il sole in costume da bagno era considerato uno snobismo o una necessità fisiologica per le donne in certi periodi. Stando così le cose i due giovani non ricordavano di avere mai avuto dubbi o perplessità sull’anatomia maschile e femminile.
    I dubbi erano sorti confrontando i propri corpicini con quelli dei genitori.
    -Credi che cresceranno i pelini anche a noi?- Aveva chiesta un giorno Robi al cuginetto, mentre erano stesi al sole ai bordi della piscina.
    -Penso proprio di si,- aveva risposto lui, sbirciando l’inguine implume della ragazzina che, come lui, non aveva ancora compiuto gli undici anni.
    -E a te verrà grosso come quello dei nostri papà?- Chiese ancora lei, sbirciando il pisellino di Rob che i discorsi avevano fatto drizzare e che si ergeva tutto impettito sul pancino liscio.
    -Spero di si,- sospirò lui, guardandosi il sesso, poi non resistette alla tentazione e se lo andò a toccare.
    -È bello toccarsi li?- Chiese la cuginetta.
    -Oh, si. Tu non hai mai provato?
    -Si, anche a me piace toccarmi la cosina.
    -I nostri genitori si toccano fra loro,- affermò Rob.
    -Come fai a saperlo?
    -Li ho visti una volta, proprio qui in piscina. La mamma aveva in mano quello dello zio e a lui era diventato molto grosso. Almeno credo che fossero loro,- aggiunse, vista la straordinaria identicità dei due uomini e delle due donne.
    -Posso toccartelo?- Chiese Robi, guardandolo con i grandi occhioni verdi spalancati.
    -Si, ma anche tu devi lasciare che ti tocchi.
    -Va bene, qui però potrebbero vederci.
    Non era la paura di essere osservata mentre faceva certe cose che aveva spinto Robi a pronunciare quelle parole: entrambi non si ponevano nemmeno il problema se ciò che intendevano fare fosse lecito o meno. Era piuttosto il desiderio di trovare un luogo isolato per praticare un gioco che doveva essere tutto loro e che escludesse l’eventuale presenza degli adulti.
    -Andiamo al gazebo,- decise Rob, che condivideva il desiderio della bambina.
    I due raggiunsero la pagodina e vi entrarono, fronteggiandosi. Adesso erano emozionati e fu Robi ad allungare per prima una manina verso l’inguine del cuginetto.
    Il piccolo pene le guizzò nel palmo e lei lo strinse più forte, poi le mancò il respiro quando le dita incerte di Rob le raggiunsero la passerina e ci andarono in mezzo.
    -È bello,- sospirò la biondina, allargando un poco le gambe per farsi accarezzare meglio.
    -Oh, si...- le fece eco Rob, spingendo il bacino verso di lei, -muovi la mano...
    -Come?
    -Non so... è bello sentire che muovi la mano sopra il pisello.
    -Va bene, anche tu muovila, strofinala sulla fessura... Ecco così...
    I due ragazzi adesso si stavano manipolando i sessi con più vigore e non sapevano che quella era loro prima masturbazione. Non lo sapevano e non gliene importava niente: l’unica cosa importante era il grande piacere che ne ricavavano.
    -Voglio sdraiarmi,- sussurrò Robi con il fiato corto. Si sentiva sempre più languida e un grande calore le dilagava sul ventre, irradiandosi là dove le mani del cuginetto la frugavano. Anche Rob si sentiva le gambe molli e la mano di Robi lo stava facendo impazzire di piacere.
    Si sdraiarono e si strinsero, continuando ad accarezzarsi fino a che una grande vampa invase i loro corpicini e vissero insieme il loro primo orgasmo.
    -Che bello!- Esclamò Rob quando ebbe ripreso fiato, -lo facciamo di nuovo?
    -Oh, si,- gli rispose entusiasticamente la cuginetta, ancora ansante.
    Fu quello l’inizio della loro conoscenza sessuale, un inizio che non conobbe termine e che si andò raffinando mano a mano che i due ragazzini prendevano confidenza con i loro corpi e che li portò a vere orge di carezze sempre più raffinate.
    Avevano appena compiuto i quattordici anni quando Gianni si intromise nei loro giochi erotici.
    Era estate e loro si erano rifugiati come ogni giorno nel gazebo, nudi ed eccitati perché avevano appena assistito a una scena che li aveva lasciati senza fiato.
    Dopo pranzo Rob era andato a riposare, come tutti, ma non era riuscito a starsene sdraiato nel letto, così si era alzato con l’intenzione di andare nella camera della cuginetta e invitarla a fare una passeggiata, magari al gazebo. Era nudo e non si era dato la pena di rivestirsi.
    Per raggiungere la camera di Robi doveva fare un giro abbastanza lungo, visto che il piano superiore era riservato alle camere da letto e che lui con i genitori ne occupava un’ala, mentre la cuginetta con i suoi era dalla parte opposta. Quando passò davanti alla camera degli zii udì dei gemiti e si accostò incuriosito. La porta era chiusa, ma lui accostò l’occhio alla serratura e quello che vide gli fece mozzare il fiato.
    Si alzò in fretta e raggiunse correndo la camera di Robi, irrompendo dentro senza nemmeno bussare. La trovò sdraiata sul letto mentre leggeva un giornaletto a fumetti, la mano negligentemente abbandonata sull’inguine nudo ad accarezzare la passerina che da poco si era ricoperta di un tenero velo di pelini. Anche lui aveva visto con emozione il suo pube ricoprirsi di peluria e insieme avevano esplorato quei loro sessi che stavano maturando, così come insieme avevano assistito alla prima mestruazione di Robi ed alla sua prima eiaculazione, ma non era di questo che voleva parlare in quel momento con la cuginetta.
    -Vieni, presto!- Le sussurrò, mentre lei lo guardava stupita.
    Robi si lasciò condurre lungo il balcone che circondava il piano superiore della grande villa e quando furono di fronte alla porta a vetri che dava nella camera da letto dei genitori di Robi il cuginetto le intimò di non fare rumore e si avvicinò silenzioso come un indiano alla vetrata.
    Le finestre erano spalancate e i due ragazzi sbirciarono all’interno rimanendo con il fiato mozzo per la scena che si presentò ai loro occhi.
    I genitori erano sdraiati tutti insieme sul lettone, nudi ed eccitati e sembrava che si divertissero molto.
    Una delle loro mamme, non sapevano quale e non aveva molta importanza, visto che erano abituati a chiamare indiscriminatamente papà i due uomini e mamma le due donne, stava accarezzando il sesso di Carlo (tanto valeva dargli un nome, anche se non erano sicuri di indovinare quello giusto) che le si ergeva maestoso nella mano. Dopo avere ammirato con aria golosa il risultato delle sue carezze, avvicinò il viso all’inguine dell’uomo e cominciò a leccare quel tronchetto di carne che parve gradire moltissimo il trattamento, perché si fece ancora più grosso.
    Guido si portò alle spalle della donna (Lori?) e la costrinse a inginocchiarsi, infilandole il proprio strumento fra le cosce divaricate. Gli adolescenti sentirono il suo gemito quando glielo mise dentro e la loro eccitazione aumentò vorticosamente. Salli si inginocchiò su Carlo nella classica posizione del 69, offrendogli la fighetta da baciare e le due sorelle si contesero il cazzo dell’uomo, succhiandolo a turno e gemendo l’una sotto i colpi di Guido, l’altra sotto la sferza della lingua di Carlo.
    -Ne ho una voglia da impazzire,- sussurrò Rob alla cuginetta, toccandosi il pisello rigidissimo.
    -Anch’io...
    -Andiamo al gazebo.
    -Si... ma prima voglio guardare ancora un poco.
    Il gruppo adesso si era sciolto e i due uomini si erano sdraiati vicini, ma in senso inverso l’uno rispetto all’altro. Le due donne li cavalcarono, fronteggiandosi e calandosi sui loro sessi. Carlo e Guido si afferrarono l’un l’altro le verghe e le diressero verso le fighette in attesa, strusciandovele sopra e introducendole nei ventri che fremevano. Salli e Lori si stavano baciando, le mani perse sulle tettine a tormentare i capezzoli inturgiditi e le linguette che duellavano fra loro. Quando si sentirono penetrare gemettero sordamente e cominciarono ad altalenare sui cazzi che le impalavano.
    Il piacere li travolse quasi contemporaneamente in una vera apoteosi di gemiti e di sospiri e i due ragazzini assistettero affascinati e pieni di eccitazione all’orgasmo dei genitori. Quando li videro accasciarsi sul letto si ritirarono silenziosamente e corsero al gazebo con i sensi in fiamme.
    Al riparo della pagodina si fronteggiarono ansanti, con gli occhi lucidi.
    -È stato bellissimo,- disse Rob.
    -Si,- approvò Robi, -una cosa fantastica. I nostri genitori sono la fine del mondo.
    Nessuno dei due aveva pensato nemmeno per un attimo che quelle cui avevano assistito fossero cose proibite dalla morale comune: entrambi invece ne avevano visto il lato migliore, quello che fa diventare belli gli esseri umani quando sono in amore e che non può e non deve venire considerato come cosa “brutta” o peccaminosa.
    -Facciamolo anche noi,- disse Rob.
    -Cosa?
    -Quello che facevano loro.
    -Io sono vergine,- sussurrò Robi.
    Ormai non erano più degli sprovveduti e Rob sapeva molto bene cosa fosse una fighetta vergine e stava attento a non fare male alla cuginetta quando la masturbava, introducendole un ditino nella passerina.
    -Non hanno fatto solo quello,- obiettò.
    -No... sdraiati, proviamo anche noi.
    Rob era emozionato e si sdraiò subito, guardando affascinato il viso della cuginetta che si avvicinava al suo inguine. Quando glielo prese in mano si sentì quasi pronto a venire e non poté trattenere un gemito quando la sua linguetta gli diede una piccola leccatina sul glande.
    -È buono,- sussurrò Robi, sollevando il viso e guardandolo con gli occhi velati dall’eccitazione, -prova anche tu...
    La ragazzina si girò, spingendo l’inguine verso di lui e Rob fissò il piccolo sesso gonfio di piacere che si avvicinava al suo viso. Lo cercò con le mani e Robi aprì subito le gambe per assecondarlo, facendogli fiorire davanti agli occhi la vagina tutta intrisa di umori.
    Anche lui provò timidamente ad assaggiarla e il gemito di Robi gli disse quanto fosse bello per lei farsi leccare in quel posticino così sensibile, poi si sentì risucchiare tutto nella bocca della cuginetta e provò un attimo di dolore quando i suoi dentini lo graffiarono, ma il piacere era sconvolgente e affondò il viso fra le sue cosce divaricate, schiacciando le labbra su quella fighetta in amore che sembrava chiamarlo.
    Il singhiozzo di Robi fu simile a quello di una bestiolina ferita e i due presero a leccarsi con passione, godendo l’uno del piacere dell’altra e delle sensazioni che ricevevano dalla bocca che li succhiava.
    L’orgasmo li prese in un tempo incredibilmente breve e Rob versò fra le labbra della cuginetta il giovane seme che da non molto tempo aveva iniziato a sgorgare dal suo uccellotto, sentendo la vagina di lei pulsare violentemente e irrorarlo di succhi profumati.
    Il forte, ma rapido piacere li lasciò ancora eccitati e desiderosi di ripetere l’esperienza, così continuarono a baciarsi con rinnovato vigore, sentendo con emozione il compagno rispondere sempre più entusiasticamente ai baci che riceveva. Godettero di nuovo e di nuovo ripresero a succhiarsi, in una sorta di gioco senza fine che si rinnovava continuamente e che non avrebbero mai voluto interrompere.
    Una nuova esplosione di piacere li lasciò infine esausti e senza fiato, con il viso a contatto del sesso che avevano appena fatto godere. Quando si sollevarono, si guardarono negli occhi sorridendo felici. Avevano le labbra tumide e arrossate, intrise dei succhi che avevano saputo fare sgorgare l’uno dall’altra.
    -È la fine del mondo!- Esclamò Rob con entusiasmo.
    -Ho si!- Gli fece eco la cuginetta, passandosi un dito sulle labbra. -È buono,- disse pensierosa, alludendo al seme che Rob le aveva donato.
    -Anche il tuo sapore è buono,- le rispose lui.
    Robi gli guardò il sesso che ora riposava sul cuscino dei testicoli e si chinò a baciarlo e fu proprio in quel momento che Gianni fece la sua comparsa.
    Gianni a quei tempi era un ragazzo di circa venti anni, non molto alto, con una faccia allegra e simpatica, incorniciata da una zazzera di capelli castani perennemente arruffati che quasi nascondevano due vivaci occhi dello stesso colore. I cugini lo conoscevano molto bene, in quanto già da due anni lavorava nella villa come giardiniere e avevano simpatizzato subito con lui, che si dimostrava sempre gentile e nascondeva le marachelle di quei due diavoletti scatenati che seminavano distruzione nel grande parco.
    Quando emersero finalmente dal loro stato di beatitudine e si guardarono intorno Gianni li stava osservando e sorrideva maliziosamente. Rob e Robi avvamparono, cercando di coprirsi, ma non era l’essere stati sorpresi nudi quello che li sconvolgeva, poiché Gianni aveva avuto modo di vederli al naturale moltissime volte mentre prendevano il sole ai bordi della piscina. Il loro turbamento derivava dal fatto che evidentemente il ragazzo li aveva osservati mentre si davano piacere e questo avrebbe potuto avere effetti poco simpatici se lo avesse raccontato ai loro genitori, così cercarono di coprirsi, ma soprattutto si affrettarono ad assumere una posizione meno compromettente, mettendosi seduti. Non pareva comunque che Gianni fosse particolarmente scandalizzato.
    -Non dovete preoccuparvi,- disse infatti, continuando a sorridere, -non è la prima volta che vi sorprendo, solo che non ve ne siete mai accorti. No, non sono venuto per spiarvi, -aggiunse poi, guardando i due cuginetti che lo fissavano allibiti -e nemmeno le altre volte l’ho fatto, io però devo curare il parco e questo è un posto da tenere particolarmente pulito, così ci capito spesso e sembra che voi lo abbiate eletto a vostro rifugio preferito. Non posso darvi torto: è bellissimo e i vostri genitori non ci vengono quasi mai, almeno di giorno.
    -Non glielo dirai vero?- Chiese Rob, che cominciava a riprendersi dallo spavento.
    -Non l’ho fatto prima e non vedo perché dovrei farlo adesso,- rispose semplicemente Gianni, -però voi siete ancora parecchio inesperti...
    -Cosa vuoi dire?- Domandò Robi, mentre lui sorrideva maliziosamente.
    -Voglio dire che state imparando certe cose da soli... Scommetto che Robi ti ha fatto male con i dentini,- disse poi rivolto a Rob.
    -Come fai a saperlo?- Gli chiese il ragazzino, ormai quasi del tutto a suo agio.
    -Be’, è abbastanza normale, specie le prime volte. Anche tu non credo che sia riuscito a baciarla come si deve.
    -Ma era la prima volta...- si lasciò sfuggire Rob.
    -Lo immaginavo e non stavo affatto criticandoti. È naturale essere un po’ maldestri all’inizio, poi si impara. Se qualcuno ce lo insegna però si impara ancora più in fretta.
    -Tu lo faresti?- Chiese Robi interessata.
    -Certo, ma non adesso. Ormai è tardi e i vostri genitori si chiederanno dove siete finiti. Venite qui domani, se volete, verso le due del pomeriggio, quando tutti dormono.
    Rob guardò stupito l’orologio e constatò che erano le cinque. Ma quanto tempo erano rimasti abbracciati in quel gazebo? Si chiese stupito: a lui sembrava di esserci appena arrivato...
    I ragazzi si alzarono in silenzio e si diressero verso casa, mentre Gianni guardava i loro sederini così simili che si allontanavano e pensava, sospirando, a quanto dovesse essere bello fare l’amore con due ragazzini tanto precoci. Non credeva infatti che sarebbero venuti all’appuntamento, ma era fermamente deciso ad aspettarli, così come era fermamente deciso a insegnare loro tutto il possibile, se appena glielo avessero permesso, lasciando però Robi vergine là dove doveva esserlo.
    -Ci andiamo?- Chiese Rob alla cuginetta il giorno seguente, dopo che i genitori ebbero annunciato che andavano a fare un riposino.
    -Perché no? Impareremo sicuramente qualcosa.- Gli occhi della ragazzina luccicavano mentre lo fissavano in attesa di una sua risposta.
    -Noi certamente non siamo molto esperti,- le rispose giudiziosamente Rob, -però con Gianni forse ci spingeremo più lontano di quanto possiamo pensare. Non credo che faremo solo i giochini cui siamo abituati.
    -Forse hai ragione, però sarebbe anche ora di imparare qualcosa di nuovo. Tu ne hai voglia?- Robi, anche se aveva la stessa età del cuginetto, era certamente più matura di lui, come sempre succede alle donne, e quindi più pronta a nuove esperienze e meno timida.
    -Si...
    -Anch’io.
    -Va be’, allora andiamoci.
    -Giusto.
    Raggiunsero la piscina, si spogliarono e si sdraiarono al sole. Non era ancora il momento di muoversi.
    Verso le due e mezzo Robi guardò il cuginetto.
    -Andiamo?- Chiese.
    -Si,- rispose lui alzandosi.
    -Nudi?
    -Direi di si: è la nostra tenuta abituale.
    Si avviarono tenendosi per mano. Erano entrambi emozionati, anche se non volevano dimostrarlo, perché sapevano che con Gianni avrebbero vissuto esperienze molto più vicine al mondo degli adulti di quanto non fossero i loro giochi di giovani cuccioli curiosi che si accostavano con spensierata innocenza al sesso.
    Quando entrarono nel gazebo Gianni non c’era e loro provarono un misto di sollievo e delusione, perché ormai contavano sulla sua presenza, pur non essendo ancora sicuri sulla decisione presa.
    Si sedettero su una panca guardandosi imbarazzati e in quel momento Gianni fece il suo ingresso.
    -Salve ragazzi,- salutò allegramente, ma anche lui pareva emozionato.
    Indossava solo un piccolo paio di calzoncini corti e sembrava più giovane della sua età, ma per i cuginetti era un adulto quello che li guardava sorridendo.
    -Ciao,- risposero in coro, alzandosi per salutarlo.
    -Siete bellissimi,- disse Gianni, abbracciandoli e lasciando vagare le mani sui loro corpicini, indiscriminatamente. Non voleva essere troppo precipitoso, ma mentre stringeva a sé in un abbraccio cameratesco i due ragazzini le sue mani scesero sui loro culetti rotondi e straordinariamente simili, insinuandosi in profondità nel solco che li divideva.
    I due non si mossero, rimanendo con il viso nascosto nelle sue spalle e lui si sentì autorizzato a insistere nelle carezze. Scivolò più a fondo fra le natiche sode incontrando la passerina di Robi già umida e il sacchettino dei testicoli di Rob. Li sentì sussultare quando li accarezzò con più precisione e il pene di Rob crebbe vorticosamente, premendogli contro una coscia.
    -Siete già eccitati,- sussurrò, -venite, vi faccio vedere come si fa a baciarsi.
    Condusse una emozionatissima Roberta verso il tavolo e ve la fece stendere sopra, con le gambe che pendevano fuori e la fighetta tutta proiettata in avanti, gonfia di eccitazione.
    -Guarda come è bella la tua cuginetta Rob,- disse Gianni, -e la sua passerina è pronta per essere baciata.
    Sollevò le gambe della ragazzina facendole appoggiare i piedini sul tavolo e lei le aprì spontaneamente quando Gianni si insinuò fra loro. La piccola vagina luccicava di umori e il suo corpo era percorso da piccoli fremiti di attesa. Anche il forellino dell’ano, che la posizione metteva in mostra, sembrava palpitare. Roberto guardava affascinato la cuginetta che non aveva mai vista così tutta aperta, disponibile ed eccitata. Pensò che era bellissimo poter osservare una donna che si offre e si disse che anche il solo stare in quella posizione doveva essere eccitante.
    -Adesso guarda Rob,- disse Gianni, -guarda come si fa a far godere una donna con la bocca, perché poi lo farai tu.
    Avvicinò le mani al sesso di Robi schiudendone le labbra e facendo fiorire il clitoride inturgidito. Quando lo accarezzò leggermente con un dito la ragazzina ebbe un guizzo e spinse in avanti il bacino.
    -È qui che si deve accarezzare,- sussurrò Gianni, -questo piccolo bottoncino di carne regala sensazioni bellissime quando viene toccato, vero Robi?
    -Oh, si,- gemette la biondina, -continua...
    -Certo e te la bacerò anche questa tua passerina meravigliosa.
    Gianni si chinò sul ventre della ragazzina e la sua lingua saettò sul clitoride, strappando un lungo lamento a Robi, poi la bocca del ragazzo affondò di più nella vagina dischiusa e Robi gridò ancora, contorcendosi sotto la lingua che la leccava e le labbra che la succhiavano con più forza. Quando Gianni sentì la fighetta bagnarsi fino a diventare un piccolo laghetto e capì che la ragazzina stava per godere si sollevò, invitando Rob che aveva seguito la scena con attenzione ed eccitazione crescenti a prendere il suo posto.
    Il ragazzino si chinò sull’inguine aperto della cuginetta e furono le sue labbra a farla gemere di nuovo. Rob era bravo e imparava in fretta, così cominciò subito a succhiare quel bottoncino di carne che somigliava, in miniatura, al suo pisello e a leccare quella fessura che diventava sempre più bagnata.
    Gianni intanto aveva portato una mano fra le gambe aperte della ragazzina e le stuzzicava l’ano, mentre con l’altra le accarezzava le tettine sode, stringendo fra le dita i capezzoli che sembrava volessero schizzare via tanto erano irrigiditi.
    Quando le tentò con più insistenza il buchino, Robi si lasciò sfuggire un lungo gemito, sollevando il bacino e offrendosi ancora di più, mentre il suo capo si agitava sotto quel cumulo di sensazioni. Ma era soprattutto la lingua del cuginetto quella che stava portandola all’orgasmo, una lingua che Rob non si stancava di agitare nella sua fighetta ormai pronta a godere.
    L’urlo della biondina, un grido di donna in amore, fu il coronamento delle sue fatiche e lui continuò a succhiarla finché non fu la stessa Robi, stremata, ad allontanargli il capo.
    -Che bello, oh Dio, che bello!- gemette la ragazzina, rimanendo beatamente sdraiata sul tavole, le gambe mollemente allungate che quasi toccavano terra e la fighetta esposta e tutta luccicante di umori.
    -Adesso tocca a te,- disse Gianni, portandosi una mano all’inguine dove un certo rigonfio rivelava la sua eccitazione.
    Robi gli fece posto e il ragazzino si sdraiò sul tavolo nella stessa posizione assunta prima dalla cuginetta, con il giovane pene che puntava dritto in aria, parallelo al pancino, e sembrava chiedere carezze.
    -Ne hai molta voglia, vero?- Chiese Gianni, stringendogli gentilmente l’uccellotto.
    -Oh si...- gemette Rob e in quel momento non gli passò neppure per la testa che essere accarezzato da un uomo potesse essere una cosa disdicevole o, peggio ancora, severamente proibita.
    -Adesso sarà Robi a imparare come si bacia un ragazzo,- sussurrò Gianni. -Vedi,- riprese rivolta alla biondina, -quando si succhia un uccellotto bisogna stare attenti a non fargli male con i denti e bisogna usare solo le labbra e la lingua, così...- L’uomo si incuneò fra le gambe di Rob e lui le sollevò spontaneamente, appoggiando i piedi sul tavolo e divaricandole come aveva fatto prima la cuginetta. Nemmeno Robi lo aveva mai visto così tutto aperto e pieno di desiderio e osservò affascinata il forellino dell’ano che la posizione metteva particolarmente in mostra e che palpitava ogni volta che la mano di Gianni scivolava su e giù sul cazzo del cuginetto.
    L’uomo avvicinò il viso al giovane pene, lambendo il glande gonfio di desiderio e scendendo lentamente su tutta l’asta. Rob gemette e sollevò il bacino verso quella bocca che gli regalava sensazioni meravigliose. Gianni prese fra due dita il membro e se lo fece scivolare tutto in bocca, guardando Robi che lo osservava affascinata.
    Rob gridò, sentendosi accogliere in un nido caldo e umido che lo faceva impazzire e altalenò i fianchi contro la bocca di Gianni. Lui non se ne rendeva conto, ma stava scopando il ragazzo in bocca, proprio come avrebbe potuto fare con una figa.
    Quando anche Rob fu sul punto di esplodere e Gianni se ne accorse, si sollevò, invitando Robi a prendere il suo posto e Rob continuò a gemere di piacere, immerso nella bocca calda della cuginetta, che, come lui prima, aveva imparato benissimo la giusta tecnica e lo stava portando rapidamente all’orgasmo.
    Gianni lo accarezzò fra le chiappette sode e il suo dito trovò il forellino palpitante. Rob gridò quando si introdusse un poco in lui, mentre un misto di piacere e dolore si irradiava da quel posticino che non aveva mai pensato potesse regalare sensazioni così piacevoli. Gridò ancora più forte, contorcendosi, quando affondò tutto dentro il suo culetto e la ragazzina sentì il cazzo ingrossarsi, poi un getto di crema calda, dolce e salata insieme, la invase. Le parve una cosa magnifica essere riuscita a far godere tanto il cugino e inghiottì il liquido, continuando a succhiare quel cazzo che le impazziva fra le labbra finché non ebbe più nulla da donarle.
    -È la fine del mondo...- sussurrò Rob, guardando con affetto e gratitudine la cuginetta che lo fissava a sua volta, con le labbra tumide e ancora luccicanti dei suoi umori.
    -Si,- disse lei, -non so nemmeno se è più bello farlo o farselo fare...
    -Siete stati meravigliosi, -disse Gianni e con una mano andò a comprimersi l’inguine, dove il suo sesso reclamava a gran voce di essere accarezzato.
    -Tu non sei venuto,- osservò Robi guardandolo.
    -No, ma la cosa importante è che lo abbiate fatto voi.
    -Non è giusto però,- disse Rob, con solidarietà maschile, -non ne hai voglia?
    -Oh si...
    -Perché non ti spogli?
    Gianni li guardò titubante, ma si abbassò i pantaloncini. Sotto era nudo e il suo cazzo si ergeva dritto fra la foresta di peli castani che gli coprivano l’inguine.
    I due cuginetti lo guardarono e fecero per dire qualcosa, ma entrambi si trattennero. Quello che avrebbero voluto dire era che il cazzo di Gianni era poco più grosso di un dito, forse ancora più piccolo di quello di Rob, tuttavia non fecero commenti, perché ricordarono entrambi un discorso fatto dalle loro mamme mentre pensavano di non essere ascoltate.
    -Gli uomini sono proprio bambinoni,- aveva detto Salli, -sempre pronti a esibire i loro gioielli di famiglia, specie quando sono eccitati.
    -Certo,- le aveva fatto eco la sorella, -e se per caso fai dei commenti tipo “in fondo non è proprio granché quello che hai da mostrare”, ecco che subito si ritirano e non sono più capaci di fare nulla. Sembra che un commento negativo sui loro attributi sessuali sia peggio di uno schiaffo.
    I cugini in quel momento non avevano capito bene il senso del discorso, perché di sessi maschili avevano visto solo quelli dei loro genitori e credevano fossero più o meno tutti uguali, una volta sviluppati completamente. Adesso però ricordarono quelle parole e tacquero.
    Gianni, che si era aspettato un commento poco piacevole, fu contento del loro silenzio e la sua eccitazione divenne ancora più forte.
    -Tocca a te sdraiarti,- disse allegramente Robi, -adesso sappiamo come fare.
    Il ragazzo li guardò stupito, incredulo della fortuna che gli era capitata e si sdraiò sul tavolo, lasciando che i cuginetti si contendessero il suo uccellino.
    Robi se ne impossessò di autorità, accarezzandolo adagio e apprezzandone le differenze da quello di Rob. Per la verità, a parte i peli più folti e i testicoli più grossi, non gli parve che ci fosse una grande differenza, anzi, dovette ammettere che quello del cuginetto le piaceva molto di più. In ogni caso stava masturbando il suo primo uomo e la cosa la riempiva di eccitazione.
    Accarezzò un po’ il pene irrigidito, poi abbassò timidamente il volto, allungando la linguetta per assaggiarlo e succhiarlo come le aveva insegnato Gianni, che nel frattempo cercava disperatamente di trattenere l’orgasmo che quei piccoli tocchi stavano scatenando. Quando la ragazzina se lo fece scivolare tutto in bocca gli parve di essere entrato in paradiso e gemette, incitandola a continuare. Robi però voleva dividere con il cugino quella esperienza e sollevò il viso invitandolo a unirsi a lei.
    Rob era ancora un po’ incerto, ma non si tirò indietro e accostò le labbra a quelle della cuginetta, leccando timidamente il tronchetto di carne che si ergeva tra le loro bocche. Gianni gemette di nuovo e non riuscì più a trattenersi, schizzando un vero diluvio di seme sulla bocca e sul viso dei ragazzini che per la prima volta assistettero all’orgasmo di un uomo, che, pur avendo un cazzo molto piccolo, aveva un’emissione di seme del tutto normale e quindi più abbondante di quella di Rob che aveva cominciato a eiaculare da pochi mesi.
    Quando ebbe ripreso fiato Gianni si alzò, abbracciandoli e diede loro appuntamento per il giorno dopo, nonostante i due fossero più che disposti a continuare subito la loro educazione. Il giardiniere però non era uno sciocco e non voleva forzare troppo la mano alla fortuna che pareva assisterlo e poi, giustamente, riteneva che dovessero essere liberi di decidere se proseguire il loro apprendistato con lui, o procedere da soli.
    In quel momento sapeva che erano più che disposti a insistere in quei giochi che si erano rivelati così piacevoli, ma poi avrebbero potuto esserne disgustati e questo lui non voleva che accadesse.
    Accadde invece che passò più di una settimana prima che potessero rivedersi. I genitori dei ragazzi avevano deciso di concedersi una vacanza e le famiglie erano partite per una piccola crociera con la loro barca, che allora non era ancora Salò, ma una più piccola, perfettamente in grado però di ospitare i sei, con i cuginetti che dormivano insieme in una cabina con i letti a castello, cosa che a loro non dispiaceva affatto, anche se dovevano fare gli indiani, quando, dopo aver dato la buonanotte ai genitori si ritiravano nella piccola cabina. Questo significava che non potevano emettere nemmeno un lamento mentre si accarezzavano e si baciavano come aveva loro insegnato Gianni.
    Al ritorno tuttavia il gazebo fu la loro prima meta e vennero raggiunti dal giardiniere quando stavano già pensando che non arrivasse più e avevano iniziato a giocare fra loro.
    -Bene,- disse il ragazzo a mo’ di saluto, -vedo che avete cominciato senza il vostro professore...
    I ragazzi lo abbracciarono felici, guardando il suo piccolo uccello bello dritto: Gianni si era infatti presentato completamente nudo, come i due ragazzini.
    -Hai imparato proprio bene,- disse a Rob che aveva fatto stendere la cuginetta sul tavolo e le baciava con passione la passerina, però questa volta vi insegnerò qualcosa di nuovo.
    -Vieni,- disse a Robi, che lo osservava in attesa che spiegasse cosa intendeva fare, -mettiti in quest’altra posizione.
    La fece chinare contro il tavolo, che era piuttosto basso, il capo appoggiato fra le braccia e il culetto che si sollevava in bella mostra. Robi cominciò subito a sospirare quando le sue mani le accarezzarono le natiche, un po’ perché i baci di Rob la avevano mandata parecchio su di giri e un po’ perché quella posizione così impudica aumentava la sua eccitazione, stimolando la forte componente esibizionistica che era in lei e che cominciava a manifestarsi con forza sempre maggiore.
    -Guarda come è bella la tua cuginetta,- disse Gianni a Rob, -accarezzala come faccio io.
    Quello che stava facendo doveva piacere molto a Robi, perché cominciò a gemere piano, mano a mano che le dita dei due la frugavano più a fondo, strusciando sulle labbra della passerina ormai fradicia e indugiando sempre più sull’altro buchino che lei non aveva mai immaginato potesse regalare sensazioni così piacevoli. Tanto piacevoli che non riuscì a trattenere un piccolo grido quando il dito di Gianni lo forzò un poco, introducendosi adagio dentro di lei.
    -Ti piace?- Le chiese il ragazzo.
    -Oh, si...
    -Si può fare anche molto di più...
    -Cosa?- Sussurrò la biondina, che però intuiva quello che le avrebbero fatto.
    -Non lo immagini?
    -Si... credo di si.
    -Lo desideri?
    -Mi farete male?
    -Forse un pochino al primo momento, poi però sarà molto bello.
    Robi non rispose, ma spinse più in fuori il culetto in un gesto eloquente.
    Gianni prese un tubetto di crema che aveva con sé e unse il forellino di Robi, approfittandone per introdurre più a fondo il dito in quello stretto pertugio che andava però sempre più dilatandosi. La ragazzina non riusciva a stare ferma e sculettava contro quel ditino invadente che le regalava sensazioni mai provate e la faceva godere. Quando il ragazzo pensò che fosse pronta invitò Rob a mettersi dietro di lei.
    Il ragazzino era emozionato, perché aveva capito benissimo cosa stava per fargli fare Gianni, il suo uccello però era prontissimo. Fu lo stesso Gianni a guidarlo fra le natiche aperte della cuginetta e ad ordinargli di spingere anche quando Robi gridò che faceva male e tentò di sottrarsi. Rob non ebbe bisogno di essere incitato e penetrò di slancio in quel culetto delizioso. Robi gridò ancora e Gianni gli disse di fermarsi, per permettere al sederino appena sverginato di abituarsi alla presenza di un sesso maschile e con le mani andò a cercare il clitoride della ragazzina, massaggiandolo finché non la sentì rispondere alle sollecitazioni ondulando i fianchi. Adesso era lei che chiedeva una penetrazione maggiore e quando Gianni insegnò a Rob come muoversi gemette di piacere e continuò sempre più forte mano a mano che le spinte del cugino si facevano più frequenti.
    -Godo,- gridò Rob, perso in un mare di piacere, -sto godendo...
    -Si,- le rispose il singhiozzo di Robi, -godi, godi dentro di me...
    Gianni guardava affascinato i due che stavano raggiungendo insieme l’orgasmo, una mano persa fra le cosce della ragazzina e l’altra che era andata ad accarezzare il culetto di Rob, che era una vera tentazione mentre si muoveva su e giù sempre più in fretta. Quando gli toccò il buchino Rob gridò e godette nel culo della cuginetta che sentiva palpitare, perché anche lei si era lasciata andare all’orgasmo e le contrazioni del suo ano gli regalavano nuove e più sconvolgenti sensazioni di piacere.
    Ci misero molto tempo a riprendersi e quando finalmente si staccarono Robi gemette, sentendo scivolare fuori dal suo corpo il sesso del cugino che aveva mantenuto ancora una discreta erezione e che avrebbe voluto continuare a sentire dentro di sé.
    -Che bello!- Disse ancora, con il fiato corto.
    -Oh si!,- Approvò un sorridente Rob, -hai un culetto fantastico.
    -Grazie,- gli rispose lei guardandolo maliziosamente, -ma anche il tuo è bello e anche tu devi provare.
    -Be’...- Rob era stato preso in contropiede, perché non aveva pensato a se stesso con il culetto occupato dall’uccello di Gianni, tuttavia, se avesse deciso di provare era per forza Gianni quello che doveva prestarsi. Inoltre sapeva di avere fatto con Robi cose piuttosto proibite, quello poi che la cuginetta gli stava proponendo era addirittura considerato un peccato mortale.
    -Non puoi tirarti indietro,- gli disse lei decisa, -non dopo averlo fatto con me e poi il povero Gianni ancora una volta non è venuto. In fondo se a me è piaciuto tanto non vedo perché non dovrebbe piacere anche a te: i culetti sono tutti uguali, credo...
    Era una argomentazione ineccepibile e Rob non seppe ribattere, tuttavia era ancora incerto, ma fu di nuovo Robi a prendere in mano la situazione. Anche Gianni infatti, pur desiderandolo fino a stare male, non si era sentito di spingere il ragazzino a farsi sodomizzare, ma stando così le cose era più che disposto a procedere.
    -Vieni,- disse Robi al cuginetto, -mettiti come ero io prima.
    Lui eseguì e già lo stare con il sederino per aria e sapere che gli altri due potevano osservarlo così intimamente lo eccitò parecchio, quando poi le mani di Robi lo accarezzarono proprio nel solco di pesca lasciò perdere le sue paure e si concentrò sulle sensazioni di piacere che si facevano sempre più intense mano a mano che le carezze divenivano più precise. Adesso anche Gianni si era unito alla cugina e il ragazzino sentì che gli stava spalmando della crema sul buchino. Come prima aveva fatto con Robi, Gianni spinse il dito nel piccolo ano che si stava dilatando.
    -Oooooh...- gemette il ragazzino, inarcandosi quando glielo mise tutto dentro.
    -È bello vero?- Sussurrò Robi, che aveva accostato il viso a quello del cuginetto.
    -Si, ma brucia un poco...
    -Adesso passa, lasciati andare. Io ho sentito male quando mi sono contratta, se fossi rimasta morbida non mi avresti fatto niente.
    Rob provò a seguire il suggerimento e si rilassò, subito il ditino gli scivolò più dentro e lui sentì solo piacere, anche quando Gianni lo mosse adagio, dilatandogli l’anellino di muscoli. Non riusciva più a stare fermo e i suoi fianchi si muovevano quasi da soli, andando incontro al dito che lo scavava. Fra le gambe sentiva il sesso pulsare forte e temette di godere subito, senza nemmeno aspettare che Gianni gli mettesse dentro il suo affare. Anche il ragazzo dovette capirlo, perché si fermò ed estrasse delicatamente il dito da quel culetto ormai arreso, poi gli andò dietro e lo centrò con il pene fra le natiche.
    -Ahi!- Si lamentò Rob, mentre sentiva il cazzo pressarlo e cercare di entrare dentro di lui. Il suo però non era stato un vero grido di dolore, perché il cazzo del giardiniere era poco più grosso del dito che lo aveva appena violato: era la situazione che stava vivendo che gli aveva strappato il gemito. Sapeva che stava per essere inculato e che, almeno in teoria, avrebbe dovuto provare un po’ di dolore, così, quando si era sentito centrare, aveva gridato. Provò a muoversi, ma le mani di Gianni lo tennero fermo, stringendogli i fianchi e l’uomo continuò a spingere senza però esagerare. Al contrario di Rob che, nella sua inesperienza, aveva preso la cuginetta di slancio, Gianni lo pressava a poco a poco, spingendo e ritraendosi per poi spingere di nuovo con più forza, costringendo così l’ano a dilatarsi sempre più.
    Rob gemette di nuovo, poi sentì un piccolo scatto fra le natiche e si accorse che il suo buchino aveva ceduto e nello stesso tempo si sentì riempire dal cazzo di Gianni che gli scivolò dentro inculandolo fino in fondo. Il grido che gli uscì dalle labbra fu più di godimento che di dolore, perché adesso gli sembrava che quel cazzo gli arrivasse in gola e la sensazione di pienezza, unita al leggero bruciore che provava nel buchino appena violato gli infiammavano i sensi.
    L’uomo rimase fermo, perché anche lui, come prima Robi, si abituasse alla presenza di un cazzo nel culetto vergine, poi iniziò a muoversi adagio, stringendo i denti per allontanare l’orgasmo che sentiva arrivare troppo in fretta. Il culo del ragazzino era fantastico e sapere di averlo sverginato lo esaltava ancora di più, ma voleva che anche lui godesse di quella sua prima volta.
    Portò le mani all’inguine di Rob e gli trovò il sesso inchiodato da un’erezione terribile. Lo prese in mano e lo sentì bagnato, segno che la penetrazione gli aveva provocato un piccolo orgasmo con la fuoriuscita di qualche goccia di seme.
    L’adolescente adesso si dimenava contro di lui gemendo sempre più forte e sculettando per essere preso fino in fondo. Non doveva nemmeno muoversi Gianni, perché erano sufficienti i sussulti delle sue anche per portarlo al piacere, piacere che, se ne accorse, non poteva più rimandare.
    Mosse la mano sull’asta di Rob strappandogli un grido, poi il ragazzino godette, singhiozzando e dimenandosi su quel cazzo che lo faceva impazzire, mentre le frenetiche contrazioni del suo ano durante l’orgasmo scatenarono il piacere di Gianni, che si piantò profondamente dentro di lui allagandolo con un diluvio di seme.
    Anche questa volta ci volle molto tempo prima che riprendessero fiato e solo i mugolii di Robi li spinsero ad aprire gli occhi. La biondina stava vivendo un tempestoso orgasmo sdraiata sulla panca, con le belle cosce spalancate e una manina che le frugava disperatamente il sesso. Evidentemente la vista dei due che facevano l’amore doveva averla eccitata talmente da spingerla a masturbarsi per godere con loro.
    Quando si riprese li guardò sorridendo.
    -Siete stati la fine del mondo,- esclamò convinta.
    Naturalmente i ragazzi continuarono ad andare al gazebo, anche se Gianni tendeva a non rendere troppo frequenti i loro incontri, e, altrettanto naturalmente, successe quello che era inevitabile succedesse.
    Salli e Lori, le loro mamme, non erano sciocche e si erano accorte che i due tendevano a defilarsi fra gli alberi non appena era possibile e avevano pensato che avessero scoperto il gioco dei dottori.
    -Stanno crescendo molto rapidamente,- aveva detto un giorno Lori alla sorella, guardando i due ragazzini che si allontanavano verso il parco, dopo aver mangiato.
    -Pensi che abbiano già curiosità di un certo tipo?
    -Ne sono sicura. Noi alla loro età le avevamo. Sai che sei stata la prima a farmi godere?
    -Lo so, anche tu lo sei stata.
    -Già, quindi è lecito pensare che anche loro facciano la stessa cosa. Avevamo meno della loro età quando è successo. Quello che mi preoccupa è che Rob metta incinta Robi.
    -Pensi che possano già spingersi così lontano?
    -Perché no? Robi è già da un po’ che ha le mestruazioni e anche Rob ha cominciato ad avere le sue bravi eiaculazioni. Me ne sono accorta guardando le lenzuola al mattino...
    -Un po’ di carte geografiche?- Le chiese Salli sorridendo.
    -Eh, si, anche se non accade molto spesso ed è proprio questo che mi preoccupa.
    -Perché?
    -Perché se non sporca le lenzuola significa che ha trovato il modo di sfogarsi in altra maniera.- Lori non era tanto preoccupata per gli eventuali giochi dei due ragazzi e nemmeno la sorella lo era, solo non desideravano che i due cuccioli potessero mettersi nei pasticci per inesperienza.
    -Bisognerà che facciamo due chiacchiere con i nostri figli,- disse Salli.
    -Eh si, penso che sia proprio ora.
    Però un giorno, ancora prima di aver fatto le famose due chiacchiere, le gemelle decisero di seguire i ragazzi che, come al solito, si erano diretti verso il parco e, come al solito, erano nudi.
    Guidate dall’istinto comune a tutte le mamme si avviarono direttamente verso il gazebo, dopo aver dato ai ragazzi una buona mezz’ora di vantaggio e quando giunsero in vista della piccola costruzione si fermarono.
    I gemiti che venivano dalla pagodina erano inequivocabili e le due donne si avvicinarono in silenzio. Fu così che sorpresero Rob sdraiato sul tavolo con le gambe sollevate e il sederino offerto che si faceva inculare con evidente piacere da Gianni e leccava con altrettanto piacere la fighetta di Robi che si era accosciata sul suo viso.
    Assistettero dapprima allibite, poi loro malgrado sempre più eccitate, all’orgasmo di Robi, che singhiozzò, strofinando convulsamente la fighetta sulla bocca del cugino; a quello del ragazzino, il cui uccellotto proteso in aria prese a vibrare ed eruttò una notevole quantità di seme senza essere mai stato toccato e infine a quello di Gianni, che si piantò gemendo nel culo di Rob che ne accolse i getti di seme con altrettanti gridolini di piacere.
    Salli e Lori erano troppo intelligenti per intervenire e provocare così ai ragazzi uno shock che poteva avere conseguenze impensabili. Si allontanarono invece in silenzio, lasciandoli ai loro giochi.
    -Dio mio, Lori,- sussurrò la sorella, -mi rendo conto che è stato sconvolgente, però non ho potuto fare a meno di eccitarmi...
    -È successo anche a me,- sussurrò Lori, ancora scossa e non disse nulla quando una mano della gemella le scivolò sotto la sottanina accarezzandole il sederino nudo.
    Le due donne avevano infatti giudicato più opportuno indossare un copricostume prima di andare alla ricerca dei ragazzi, ma sotto non avevano nulla.
    Salli la cercò più profondamente e incontrò le labbra fradice della fighetta.
    -Se non la smetti mi farai gridare...- Gemette Lori, fermandosi e muovendo suo malgrado i fianchi sulla mano della sorella.
    -E tu fallo, porcellina,- sussurrò Salli, -e accarezza anche me, ne ho una voglia da impazzire.
    Vinta, Lori abbracciò la gemella e le due donne si baciarono appassionatamente, con le mani che frugavano delle fighette sempre più arrese e pronte all’orgasmo.
    Godettero in un tempo brevissimo, soffocando i gemiti di piacere l’una nella bocca dell’altra e dimenandosi sulle dita che le avevano fatte venire.
    -Oddio!,- Gemette Salli cercando di riprendere fiato, -non ne potevo più.
    -Nemmeno io... Cosa ne diresti di raggiungere i nostri uomini? Ne ho ancora voglia.
    -Oh, si! E subito anche...
    Mentre si incamminavano verso casa tenendosi abbracciate, con le mani che vagavano sui culetti, ma con i sensi un poco più calmi, fu inevitabile che ripensassero alle prodezze dei loro figli.
    -Per Robi non mi preoccupo troppo,- disse Salli, -in fondo ha fatto cose che una donna prima o poi fa, anche se mi sembra piuttosto precoce, ma è Rob quello che mi dà da pensare. Farsi fare il culetto alla sua età e goderne così tanto può essere pericoloso.
    -Intendi dire che potrebbe diventare un invertito?- Le chiese la sorella.
    -Forse, o forse no, però se è stata un’esperienza piacevole, e lo è stata, vorrà certamente ripeterla... Lo hai visto anche tu: ha goduto senza mai toccarsi l’uccello, solo con il culetto e anche la posizione era quella di una donna che si offre. Se ha un sederino così sensibile da riuscire a godere solo sentendosi sodomizzare, senza bisogno di masturbarsi, è molto probabile che desideri ripetere la cosa e a furia di ripeterla...- Salli non terminò la frase, ma quello che intendeva dire era molto chiaro e la sua espressione era preoccupata.
    -Non credo possa diventare un invertito,- le rispose la sorella, -forse bisessuale si, ma non un invertito. Alla sua età è naturale avere il culetto sensibile e se non fosse per tutti i tabù che ci vengono imposti via via che cresciamo, probabilmente nei maschietti lo resterebbe sempre. A quattordici anni si è sensibili dappertutto e qualche volta basta una carezza sulla schiena per portare un ragazzo molto vicino all’orgasmo. Chissà, forse la bisessualità e una certa propensione all’incesto sono una caratteristica di famiglia. Noi abbiamo cominciato da bambine ad accarezzarci e anche i nostri mariti non ci hanno nascosto qualche episodio omosessuale, soprattutto fra di loro, ma anche con altri coetanei e converrai con me che quando li vediamo fare qualche gioco con un ragazzo ci piace da matti e loro godono come ricci se ci vedono lesbicare un po’ fra noi o con qualche bella ragazza; questo però non significa che siamo omosessuali. Bisessuali si, ma non abbiamo mai saltato completamente la barricata e sono sicura che per ciascuno di noi l’altro sesso è fondamentalmente più importante del proprio. Così penso che succederà la stessa cosa ai nostri ragazzi e non me la sento di buttargli la croce addosso.
    -Su questo sono d’accordo e forse hai ragione... Comunque staremo a vedere,- concluse Salli, fatalista.
    -Si, staremo a vedere. Questo però non significa che dobbiamo metterli volutamente nelle condizioni di continuare a fare certi giochini. Fino a quando li fanno fra loro o al massimo con qualche amichetto può anche passare, ma lasciarli nella mani di un adulto non mi sembra proprio il caso.
    Non ne fecero mai parola né con i figli né con i mariti, ma Gianni dopo una settimana diede le dimissioni perché, disse, un suo cugino veneto gli aveva proposto di dividere con lui un grosso podere che non riusciva a coltivare da solo.
    Il podere c’era davvero, ma lo avevano acquistato a tempo di record le due gemelle dopo un chiarimento con il piccolo giardiniere e dopo aver appurato che “l’educazione sessuale” dei due ragazzini non era stata imposta con la forza e che non avevano riportato traumi da quanto avevano fatto.

    Il rumore di passi che si avvicinavano richiamò i due giovani al presente. Si guardarono sorridendo e sbirciarono verso un sentierino che conduceva al laghetto. Videro sbucare Lauretta e Massimo, che, ignari di essere osservati, si fermarono sul bordo dell’acqua. I cugini, che erano all’interno del gazebo, seminascosti dalla bassa parete e dalle tende che riparavano lo spazio rimanente fino al tetto di canne, guardarono ammirati i culetti nudi e straordinariamente simili dei due adolescenti.
    -È molto bello qui,- disse Max, girandosi verso la sorella e dando modo a Robi e Rob di osservargli l’uccellotto che pareva intenzionato a volersi drizzare.
    -Si,- rispose Laura, poi sbirciò l’inguine del fratellino e lo guardò maliziosamente: -ti sta diventando duro,- disse.
    Massimo sostenne senza imbarazzo il suo sguardo e si portò una mano sul pisello. Bastò questo per portarlo a una erezione completa.
    -Nei hai voglia?- Gli chiese Lauretta.
    -Si.
    -È stato vedere Robi nuda che ti ha eccitato?
    -Si. Mi sono dovuto sdraiare sulla pancia dopo che ci siamo salutati.
    -Me ne ero accorta,- sorrise la sorella, -vorresti fare l’amore con lei?
    -Ho si!- Esclamò entusiasticamente Massimo, -però sono troppo giovane.
    -Non ne sarei così sicura...
    -Dici? Io penso di si. A te piace Roberto, vero?
    -Si,- confessò tristemente la ragazzina, -ma anche lui è troppo grande per accorgersi di me.
    -Be’, se dici che Robi potrebbe interessarsi a me non vedo perché non potrebbe succedere a Rob nei tuoi confronti...
    -Forse...- sospirò Lauretta, poi guardò di nuovo maliziosamente il fratellino.
    -Se non lo fai stare buono non potrai più presentarti in piscina,- osservò, indicandogli il pene che puntava in avanti come una piccola lancia.
    -Mi dai una mano?- Le chiese Massimo sorridendo.
    -Vuoi che ti faccia venire?- Lauretta aveva allungato un ditino passandolo sulla verga del fratello.
    -Si.
    -Come?
    -Be’...
    -Avanti dimmelo.
    -Con la bocca, se vuoi.
    -Poi tu lo farai a me?
    -Ho, si!
    -Ma non è più bravo il tuo amico Giorgio di me?
    -Non ho mai detto che sia più bravo,- rispose con sincerità il ragazzino.
    I due cugini assistevano sempre più eccitati al dialogo fra fratello e sorella, dialogo che dimostrava come fra loro non vi fossero segreti e che non avevano nessun problema a farsi confidenze così intime.
    -Sono due cose diverse,- continuò Massimo e poi anche tu dici che Susi è più brava di me a baciarti la cosina.
    -Hai ragione,- sorrise Lauretta, -sono due cose diverse e poi è molto bello farle insieme. A te piace vedere me e Susi che ci baciamo, vero?
    -Ho si, e anche a voi piace guardare me e Giorgio mentre lo facciamo.
    -È vero,- disse la ragazzina, poi si inginocchiò di fronte al fratellino e gli prese il pisello in mano avvicinando la bocca a quella asta che le pulsava nel palmo.
    Il lungo gemito di Massimo suggellò l’introduzione del pene fra le labbra dischiuse della sorella che cominciò a succhiarlo con passione. Laura si era portata una manina fra le cosce e si masturbava adagio, muovendo ritmicamente il capo sul membro del fratello.
    -Gesù, le piace da morire tenersi un cazzo in bocca,- sussurrò un eccitatissimo Rob alla non meno eccitata cugina.
    -Non le dò torto,- bisbigliò lei di rimando, allargando le gambe per permettere al ragazzo di accarezzarla meglio.
    Max adesso gemeva più forte, ondulando il bacino contro il viso della sorella che non muoveva più il capo e lasciava che il pene le scorresse liberamente in bocca. Portò una manina sulle natiche del fratello e lo cercò profondamente, quando gli trovò il buchino Max gridò e si lasciò andare all’orgasmo, fiottando il suo giovane seme nella bocca della sorellina che lo bevve tutto e non si ritirò fino a che il ragazzino non si lasciò scivolare a terra con il fiato corto.
    -Tocca a te adesso,- disse Max, quando riuscì a parlare.
    -Si, me ne hai fatto venire una voglia terribile...- sospirò Lauretta, lasciandosi scivolare sull’erba folta con le belle gambe già aperte.
    Quando Massimo si incuneò fra le sue cosce lei le sollevò, appoggiando i piedini per terra e divaricandosi il più possibile. Fu il suo grido questa volta a suggellare l’incontro della sua fighetta eccitata con le labbra dell’adolescente.
    Massimo doveva saperci fare piuttosto bene, nonostante la giovane età, perché i gridolini della sorella divennero sempre più frequenti e cominciò a ondulare il bacino contro le sue labbra.
    -Vieni,- sussurrò Rob alla cuginetta.
    -Cosa vuoi fare?
    -Lo vedrai. Pensi che stia per godere?
    -Se non lo sta già facendo ci è molto vicina,- disse Robi, guardando la ragazzina che adesso gridava forte e aveva sollevato l’inguine verso la bocca del fratello.
    Rob costrinse Robi ad alzarsi e la condusse verso la coppia in amore, che non si accorse del loro arrivo fino a quando Robi non fu sdraiata vicino a Lauretta e Rob le si insinuò fra le ginocchia divaricate. La prima ad accorgersi di loro fu la ragazzina, in quanto Max, con il volto affondato fra le sue cosce, non poteva certo averli visti.
    -Oddio!- Esclamò e il suo grido, diverso dai gemiti d’amore, fece alzare la testa a Max che fissò i due allibito.
    Rob nel frattempo aveva chinato il viso verso la fighetta offerta di Robi e aveva iniziato a baciarla.
    -Eravate talmente eccitanti che non siamo riusciti a trattenerci,- sospirò Robi, guardando la ragazzina -e poi farlo insieme è ancora più bello,- e afferrò una mano di Lauretta stringendola forte. L’adolescente era ancora eccitatissima e solo il loro arrivo le aveva impedito di abbandonarsi all’orgasmo, così rispose alla stretta di Robi e ondulò il bacino in cerca della bocca di Massimo che fissava affascinato Rob intento a baciare la fighetta della cugina.
    -Perché non ci scambiamo un po’ le parti,- disse il ragazzo, sollevando il volto e lasciando che Massimo ammirasse il sesso aperto di Robi. -Non ti dispiace se sarò io a baciarti?- Chiese a Lauretta. La ragazzina non rispose, ma i suoi occhi parlarono per lei, fissandosi in quelli di Rob con uno sguardo adorante in cui si fondevano paura, vergogna e uno sfrenato desiderio.
    Massimo fu più deciso e si sollevò avvicinandosi a Robi. Roberto gli fece posto e il ragazzino si inginocchiò fra le cosce della biondina tuffandosi verso la fighetta luccicante di umori che sembrava chiamarlo. Robi gemette e dimenò il bacino sotto la sferza della linguetta esperta dell’adolescente.
    Rob si avvicinò a Lauretta che lo guardava con gli occhioni spalancati e le fece una lunga carezza che dal pancino arrivò fino al monte di venere e finalmente alla passerina. Lei cominciò a tremare e singhiozzò quando un dito del ragazzo le strofinò il clitoride eretto. Quando Rob si chinò sul suo ventre e cominciò a baciarla sembrò quasi impazzire e gridò forte, contorcendosi tanto che il ragazzo fu costretto a afferrarla per i fianchi per impedirle di sfuggirgli.
    Con la bocca di Rob appiccicata alla figa Lauretta sollevò in aria le gambe divaricandosi quanto poteva e le sue grida divennero se possibile ancora più forti quando lui la cercò fra le natiche, stuzzicandole il piccolo ano. Un lamento di belva ferita le sfuggì dalle labbra quando il dito del ragazzo le scivolò nel culo e Robi, che pure stava godendo sotto le carezze di un sempre più eccitato Massimo temette che potesse essere sentito fino dalla piscina.
    Attirò a sé il capo della ragazzina gemente e sempre più in orbita e la baciò per soffocarne le grida. Lei rispose selvaggiamente al bacio, mugolando nella sua bocca.
    Massimo si sollevò e le andò contro e ancora prima che potesse capire cosa aveva intenzione di fare sentì il giovane pene tentarle la fighetta e poi sprofondare dentro di lei. Il pensiero di essere scopata da un maschietto così giovane le frustò i sensi e si lasciò andare all’orgasmo insieme a Lauretta, che ormai rantolava senza più voce sotto gli ultimi assalti della lingua di Rob.
    Vedendo le due ragazze godere anche Max ruppe gli argini e si svuotò singhiozzando nel ventre accogliente di Roberta.
    Rimasero ansanti e abbracciati a riprendere fiato e quando finalmente si sollevarono un poco i due fratellini erano rossi come peperoni. Evidentemente si vergognavano di essersi lasciati sorprendere, ma il piacere che avevano provato era superiore alla vergogna e fissarono sorridendo Robi e Rob. Il ragazzo, che era l’unico a non avere goduto, mostrava un sesso turgido e bellissimo che calamitò lo sguardo di Lauretta.
    Rob fissò negli occhi la biondina e le prese gentilmente una mano portandosela all’inguine. Non ci fu bisogno di spingerla a prendergli in mano il sesso: Lauretta lo accolse spontaneamente nel palmo, muovendolo adagio mentre i suoi occhioni rimanevano incollati a quelli del ragazzo. La sua carezza però fu breve e l’imbarazzo di una situazione che aveva invocato, ma che non si era aspettata si avverasse in maniera tanto repentina la spinsero ad abbandonare quel tronchetto di carne che avrebbe invece voluto continuare a stringere. Rob capì e non la forzò, ma le fece una lunghissima carezza che, partendo dal volto perfetto continuò sulle tettine sode, sul pancino e più giù, nel mistero delle cosce, facendola fremere, di nuovo in preda all’eccitazione.
    -Sarà meglio ritornare in piscina,- suggerì Robi, che aveva seguito il muto dialogo che si era svolto fra i due, -ormai è ora di cena.
    I ragazzi si avviarono in silenzio e Rob allontanò sorridendo la manina di Laura che, vinto il proprio imbarazzo, era venuta di nuovo ad accarezzargli il sesso.
    -Se continui così non potrò più presentarmi davanti agli altri,- disse.
    -Non è giusto però, tu non sei venuto,- affermò la ragazzina e Rob apprezzò il suo altruismo, anche se ritardato.
    -Avremo altre occasioni,- le promise, -ormai siamo diventati piuttosto intimi.
    Tuttavia il suo uccello era ancora parecchio in forma quando arrivarono in piscina e Anna Luciani lo squadrò con un sorrisetto di approvazione che lo costrinse a sedersi precipitosamente a tavola, al riparo della tovaglia.

     
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