Il Macabro

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  1. hi.
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    Questa è una piccola scena teatrale che ho scritto sabato, perché non avevo nulla da fare. Non avendo voglia di riformattare, troverete le indicazioni per le azioni sotto alcune battute, in terza persona

    IL MACABRO - APRILE 2011

    la scena è molto semplice: lo sfondo è nero, e il pavimento coperto di un telo dello stesso colore. Le luci illuminano un’area limitata con un’intensità media. Non devono essere soffuse, ma nemmeno illuminare a giorno. Davanti sulla sinistra è collocato un masso (finto). I personaggi saranno vestiti di nero, con vestiti molto anonimi.
    Il primo personaggio a entrare è Markus. Non ha un’aria gioiosa. Si dirige verso il masso e lo tira leggermente verso il centro scena. Poi si sdraia per terra, e mentre tenta di portare il masso su di sé, entra Cesio, che non appena vede Markus tenere il masso proprio sopra di sé esclama:

    CESIO: Che diavolo stai facendo?!

    MARKUS: Mi sto suicidando, non vedi?

    CESIO: Certo che vedo, non sono stupido. Mi riferisco al modo in cui agisci.

    Markus appoggia il masso a terra

    MARKUS: Che intendi dire?

    CESIO: Che potresti avere più fantasia! Io non mi suiciderei mai per soffocamento.

    MARKUS: E come potrei fare, altrimenti?

    CESIO: Sii fantasioso!

    MARKUS: Ascolto Justin Bieber?

    CESIO: Ho detto fantasioso, non blasfemo.

    Markus si mette seduto

    MARKUS: Tanto devo morire

    CESIO: Certo, ma devi farlo con classe e dramma!

    MARKUS: Un sasso che mi schiaccia i polmoni mi pare abbastanza drammatico...

    CESIO: Sì, ma potrebbero scambiarlo per un incidente!

    Markus lo guarda strano

    CESIO: Sì, intendo dire che capita che i sassi piovano dal cielo. Sai, loro ci osservano, e ogni tanto lasciano dei segni per farci sapere di essere passati da un dato punto, e questi segni possono schiacciare le persone, uccidendole.

    MARKUS: ah... e loro sarebbero... ?

    CESIO: (indicando in alto) Loro sono loro

    Markus sospira

    MARKUS (sottovoce): Nemmeno suicidarmi, posso fare in pace

    CESIO: Hai detto qualcosa?

    MAEKUS: Dicevo, come mi suggerisci di fare?

    CESIO: Potresti provare a dissanguarti!

    MARKUS: Ma poi sembrerebbe un omicidio, non credi?

    CESIO: Non se mettessi il tuo sangue, man mano, in dei vasetti di plastica verde!

    MARKUS: Questo lo farebbe sembrare anche meno un suicidio

    CESIO: No, perché? Tutti sanno che gli assassini non sceglierebbero mai la plastica verde!

    MARKUS: E io come faccio a versare il mio sangue in dei barattoli-

    CESIO (interrompendo): Vasetti.

    MARKUS: In dei vasetti, mentre sono preso dalla tremenda agonia?

    CESIO: Non sei stupido. Non dovresti suicidarti.

    MARKUS: Grazie.

    CESIO: Oh, di niente.

    MARKUS: Dunque, cos’altro proponi?

    CESIO: Potresti correre contro qualcosa di appuntito, così che ti perfori!

    MARKUS: Perché qualcuno dovrebbe suicidarsi in questo modo?

    CESIO: Senti, lo vuoi o no qualche consiglio?!

    MARKUS: sarei già morto, se non fossi arrivato tu...

    CRSIO: Cosa ne dici, allora, del veleno?

    MARKUS: Non è originale, anzi, è medievale!

    CESIO: be’, un classico che non passa mai di moda.

    MARKUS: Deciditi, o un classico o qualcosa di originale!

    CESIO: Questi suicidi, sempre così ansiosi...

    Markus si alza in piedi e va verso Cesio

    MARKUS: Ascoltami bene, io avevo deciso di suicidarmi in tutta tranquillità oggi, non sono ansioso, non sono per niente ansiosi, quindi, ora, o mi dai un buon consiglio o te ne vai, capito?!

    Cesio indietreggia

    CESIO: Ehi, ehi, calma, non incendiarti così!

    MARKUS: Incendiarmi, dici... non è male, come idea

    CESIO: No, no, è una pessima idea! Con la siccità che abbiamo, sarebbe davvero un pessimo modo per dire addio al mondo... sai che casino!

    MARKUS: Ma piove ininterrottamente da un mese!

    CESIO: Appunto! Non riusciresti a prendere bene fuoco all’aria aperta, e da quanto ho capito, non vuoi morire in una stanzetta squallida.

    MARKUS: in effetti.. però po-

    CESIO (interrompendo): No no, non preoccuparti! Ho trovato! Ti uccido io!

    MARKUS: Ma io volevo far tutto da solo... sai, non mi piace chiedere aiuto e scomodare altri...

    CESIO: Aspetta, aspetta! Stammi a ascoltare, ti piacerà, fidati!

    MARKUS: Sentiamo!

    CESIO: Allora, poco lontano da qui c’è un albero molto imponente. Quello che faremo sarà arrampicarci sui rami bassi, che sono forti e resistenti. Da lì inchioderò le tue mani, con i palmi verso il basso a uno di questi rami e ti lascerò pendere. Fatto ciò, con il mio pelapatate comincerò a spellarti, così faremo anche prendere aria alle carni e intanto ti condirò con delle spezie. Gli animali selvatici che verranno a cercarti avranno l’acquolina in bocca! Ah, una volta finito, ti caverò un occhio, così da poter appoggiare il martello con cui ti ho inchiodato in un’orbita. Non ho voglia di portarlo a casa. Ah, dimenticavo, per poterti spellare, sarà necessario che ti spogli. Non è un fastidio per te che io e la natura ti vediamo nudo, vero? Ah, e un’altra cosa, ce l’hai una scala? La mia, l’ho persa...

    Markus indietreggia e porta le mani avanti

    MARKUS: No, guarda, credo di aver cambiato idea.. effettivamente sono troppo intelligente per lasciare questa terra.. ma grazie lo stesso

    Markus si dà alla fuga

    CESIO (mogio): va bene... capisco...

    CESIO (ora misto tra soddisfacimento e indifferenza): oh beh, ho evitato l’ennesimo suicidio un’altra volta, almeno.

    Cesio se ne va con le mani nelle tasche e un passo "normale". Le luci si spengono in dissolvenza durante l'uscita
     
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