riflessione sull'importanza degli eventi

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  1. hi.
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    È un tema basato su una citazione, ma l'ho persa... serviva più che altro come base... erano delle domande che un personaggio di un libro si poneva. Si chiedeva come un semplice evento potesse provare estati, e come da un incontro possa nascere amore. Poi si domandava come fosse possibile cadere dallo stato d'estasi di nuovo alla normalità

    TEMA DI ITALIANO - MARZO 2011

    Un semplice avvenimento. No, non è mai un semplice avvenimento. Non esistono avvenimenti semplici, quelli che classifichiamo come tali, in realtà, sono fatti che piuttosto si potrebbero dire di poco impatto mediatico, cose normali, che tendono a verificarsi a molte persone. Sì, perché ormai reputiamo che un evento speciale debba essere epico, ma perché? Perché non sappiamo vedere oltre alla mera apparenza. Se ci si sofferma e si scava per trovare le radici di ciò che è appena avvenuto, si scoprono meraviglie, si comprende come ogni decisione presa in passato influisca anche drasticamente su quello che viviamo in ogni momento. Nulla è semplice. Nulla è scontato. Basta una piccola variazione di rotta per modificare le future esperienze di vita. Compreso ciò, si è arrivati a vedere i meccanismi che regolano l’esistenza. Proprio l’esistenza. Se quei due atomi non fossero scontrati a quella velocità nel brodo primordiale, non saremmo qui, ora. Se avessi seguito alcune idee qualche anno fa, non sarei qui, ora, e non avrei conosciuto certe persone. È sciocco pensare che i due esempi siano scollegati, poiché ricercando tutte le reazioni che hanno portato alla mia esperienza, si può risalire proprio a quei due atomi. Quindi, nessun avvenimento è semplice, ma è il risultato di meccanismi complessi, tutti legati tra loro. Tutti gli uomini sono legati fra loro. I Cristiani, poverini, direbbero che siamo tutti fratelli, perché tutti figli di un solo Dio. No, Dio non esiste, e se fosse esistito, ora sarebbe morto, niente è eterno, nemmeno l’universo nella forma che conosciamo.Però tutto è relativamente eterno. Intendo dire che se Dio fosse eterno, allora lo sarebbero anche gli uomini, con le loro azioni che intervengono sugli “alti meccanismi”. Di conseguenza, tutti gli uomini sono degli dei, tutto ciò che esiste è una divinità, che nel suo piccolo collabora a far prendere agli avvenimenti una certa forma. Peccato che pochi, anzi, nessuno capisca che cosa io voglia dire affermando di essere Dio. Io sono Dio, anche “lui” è Dio, il gatto è Dio, “Trouty mouth” è Dio, ma tra questi sono l’unico che può dirlo in modo credibile, gli altri dovranno capire in cosa consiste la loro natura divina, e per farlo devono rendersi coscientemente conto, investigare le reazioni che legano gli eventi l’uno agli altri e intendere il ruolo che ogni particolare può avere nell’esistenza.
    Dunque, per tutti questi motivi (che è in realtà uno solo), ogni evento è speciale e complesso, in quanto frutto dell’universo intero e non solo di qualche individuo, e nel momento in cui, anche inconsciamente, lo si comprende, beh, l’estasi e il rapimento sono parte del pacchetto di base.
    Di poi, gli incontri possono far nascere un interesse particolare, a volte istantaneo, a volte elaborato. Il tempo necessario all’innamoramento è uguale al tempo che si impiega a capire quanto con l’oggetto dell’amore di possa influire sulle reazioni future. Il colpo di fulmine, per esempio, è sintomo di un presentimento grande riguardo a quanto la nostra capacità di azione possa aumentare con una persona. Ci si può sbagliare, è chiaro, ma se dovesse essere giusto, ci sarebbe la possibilità che ciò che avverrà possa avere un’influenza anche di una certa portata su un certo ambiente, e non per forza i risultati devono essere immediati, possono volerci secoli. Un piccolo esempio: se Platone non avesse amato la filosofia, e non avesse pensato ciò che ha pensato, è probabile che le menti che ha toccato si sarebbero sviluppate diversamente e che, magari, la società occidentale di oggi sarebbe del tutto diversa. O ancora meglio, se il fantomatico Cristo non fosse esistito, allora per certo la società e la Storia che conosciamo oggi non esisterebbero, avremmo evitato tante battaglie per la causa religiosa. E quanto è passato da quando questi hanno camminato? Millenni!
    Questi due esempi riassumono brevemente i due concetti dell’incontro che porta amore e del “semplice avvenimento” che cambia il mondo, e mi si dica se rifletterci su non rapisce o scaglia nell’estasi!
    Ovviamente c’è anche la questione del ritorno alla normalità, ma anche qui è semplice spiegare che cosa regoli il processo, ne ho anche già parlato indirettamente. È il principio dell'effimerità. Nulla è eterno, nemmeno l’estasi dovuta alla scoperta delle “reazioni universali”. Prima o poi deve finire ogni cosa, in modo da proseguire e far cominciare qualcosa di nuovo. Ma ho detto anche che tutto è relativamente eterno. Infatti, ciò che si apprende dall’estasi è che il peso di un avvenimento può essere molto, molto grande. Quindi, sarà proprio ciò che l’estasi ci ha insegnato, l’estasi stessa, a guidarci verso la cosa giusta da fare, Si sarà anche ritornati alla normalità, ma l’effetto estatico, seppur non sentito più come tale, rimarrà dentro di noi, indelebile e ci porterà a compiere delle imprese che influiranno sullo scorrere dell’esistenza, ma se questi fatti sono il risultato di quell’estati, ecco che l’estasi sarà eterna, ma non come tale, bensì trasformata e integrata come divinità nell’equilibrio dell’universo.

    P.S.: sembra contraddittorio parlare di estati come divinità e dire che Dio non esiste, ma si faccia attenzione alla morte di Dio. Se Dio fosse esistito come creatura sopra a tutto, ora sarebbe morto e la sua azione sarebbe integrata nelle reazioni universali, portando avanti le sue decisioni, il suo lavoro, senza che egli sia più presente (da questo potrebbe derivare il libero arbitrio: noi abbiamo la facoltà di disporre di bene e male non perché Dio ce lo permette, ma perché Dio non ci può controllare). Per questo motivo non hanno senso le religioni, perché gli dei siamo tutti noi, e le divinità a cui ci si riferisce non possono più essere entità giudicanti, quindi è inutile far loro riferimento, è più stupido che parlare a un muro. Almeno il muro, che se riesce a trovare uno spazio nelle reazioni può essere considerato una divinità, come il resto delle cose esistenti, si può toccare e sentire.
     
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0 replies since 30/3/2011, 22:11   42 views
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