La divina Commedia

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  1. Mgm91
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    La Divina Commedia è LA PIETRA MILIARE della letteratura.

    Io mi chiedo perché IN TUTTO IL MONDO insegnano e leggono tutta la divina commedia, nelle università europee e statunitensi esiste una materia chiamata DANTISTICA, ove si studia tutta la produzione dantesca, mentre da noi è quasi trattato come un autore marginale. Si salva solo l'Inferno, e poi si fa studiare il resto di Dante quasi alla stregua di poetuncoli come Gozzano o Caproni.

    Dante bisogna saperlo leggere. Il processo di astrazione della commedia dantesca si trova in TUTTE le opere (compiute ed incompiute) di Dante. Se avessi letto la Nuova Vita, noteresti che c'è anche lì un processo di astrazione. La commedia diventa il completamento di quell'iter terreno che nella vita nuova si conclude con la protensione di Dante alla sua Beatrice, e che riprende, nella dimensione spirituale ed interiore, nella commedia. Il fine della commedia non è, infatti, politico o teologico, bensì è un moto interiore di Dante che, visitando ogni tipo di dannazione, penitenza e beatitudine, lo porta a liberarsi dalle sue "deficienze umane" per consacrare il suo amore verso Beatrice nella visione della mistica rosa, e viceversa, per consacrare l'amore di Beatrice dinnanzi alla beatitudine eterna. Beatrice, infatti, è COLEI CHE PORTA ALLA BEATITUDINE; ma per essere portato alla beatitudine, Dante deve vedere le dannazioni dei peccati, deve vedere che la ragione è fondamentale, ma non basta essa stessa per essere beato e comprendere l'amore (comprendere nell'accezione latina significa PRENDERE INSIEME A SE', e nell'accezione tomista PRENDERE CON SE' NELLA VITA); deve vedere che la sofferenza può essere "purgata" rispondendo con amore alla vita, così come alla morte (proprio come Pia de' Tolomei); deve vedere quale bellezza spirituale porta l'amore. Se diciamo che il Paradiso è inutile, diciamo che i frutti dell'amore sono inutili, così come se diciamo che il Purgatorio è insignificante, diciamo che il perdono dell'amore è inutile.

    Bisogna saper leggere la Commedia dantesca, sia di per sè stessa, sia nell'intero corpus dantesco, sia nella vita di Dante.

    Il disprezzo che Dante prova per alcuni per tutto l'inferno, va,pian piano, scemando, per lasciar posto alla compassione, che si concretizza negli ultimissimi canti dell'Inferno ed in moltissimi canti del Purgatorio (all'incirca fino al 28esimo). Infine, questa compassione lascia il posto, dapprima all'amore stupito, e poi all'amore disinteressato (L'ardor del desiderio in me finii)
     
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16 replies since 18/1/2011, 18:31   274 views
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