Piccola raccolta di elaborazioni

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  1. Pannomane
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    E cosi' eccomi qui a postare le mie maledette creazioni di poco fa...
    Iniziamo con una cosa un po' sdolcinata:
    Quella bella collana tua
    simbolo di felicita'
    nella memoria perpetua
    sempre con me restera'.

    Tanto dolore ardente,
    tanto odio latente
    nel mio pensiero sara'
    e impresso vi rimarra'.

    Le tue labbra cosi' belle
    e la faccia cosi' cupa...
    ricordano le stelle,
    la loro malinconia...
    Non perdere l'armonia
    o caro il mio Luca.


    Per poi seguire con l'opposto:

    Questo era dedicato a Daniele, una persona con le caratteristiche del brano [sisi]... ero triste e arrabbiato quando l'ho scritto...

    The end of the world.
    Il cataclisma colpì anche coloro che si sentivano al sicuro, procurandoci dolore, sofferenza, pena e distruzione. Solo i puri di spirito si salvarono, quelli che venivano derisi per il loro aspetto esteriore, o spesso ignorati. I ricchi, avidi di denaro e poveri d'anima, vennero bruciati dal disprezzo per la volontà divina, maledicendo il giorno in cui il Signore prese il potere e si sedette sul trono dei Cieli.
    "Cosa accade! In nome di Dio!" - Chiedevano disperate le donne; "Bruciano i cieli! Moriremo tutti!" - Esclamavano i bravi; "Non è mai troppo tardi" - Opinavano i preti;
    "Morirete nelle pene più dolorose, a voi adatte! E così imparerete a far di ciò che vi è donato soltanto un gioco" si sentì rimbombare nelle limpidità del suolo divino - "Voi avidi! Voi superbi! Voi sporchi! Voi traditori! Voi suicidi! Voi predicatori degli inganni! Ma soprattutto voi che vi considerate i miei sudditi, miei fedeli aiutanti, miei fedeli "preti" e "suore"... Siete stati voi a rovinare la cristianità, voi tutti a rovinare il mondo così plasmato per mia volontà, voi infangaste quella figura ''a mia somiglianza'' che chiamate corpo.. Perirete.. perirete tutti".
    C'era chi correva, c'era chi andava a confessarsi dagli eremiti, essendo ormai ammoniti quelli che falsamente si proclamavano seguaci di Dio. C'era persino chi giocava, spensierato, allegro, quasi persuaso dal colore del cielo così attraente, così bello, così "divino".
    Ma chi era meritevole del paradiso? Chi poteva porre fine a ciò? Forse il papa? No di certo.. I vescovi? Tanto meno. Forse i santi? Sì: i santi non permetterebbero mai questo, Haha! Abbiamo persino preso in giro l'Onnipotente.
    Ma i santi erano coloro che avevano iniziato tutto, dopo la decapitazione di una statua in piazza.
    In quel momento di sollievo, giunse uno straniero, vestito di rosso in giù e qualche tocco di blu qua e là. I cittadini lo osservarono passare: era mal ridotto, puzzava pure.. certo dopo un viaggio di migliaia di decametri non poteva profumare come una rosa.. Ma chi era costui? Forse un salvatore? Forse un vendicatore o, meglio ancora, un inviato del Signore?
    "Parlate dunque: Chi siete?" - "Sono un uomo che può cambiare le sorti di questo evento. Chiamatemi pure Fratello Daniele" - "Ha! Un prete dunque! Uno di quei falsi!" - "Falsità. Cos'è la falsità? Forse la vita dedicata a Dio non è ripagata in terra, ma in cielo.. lì la falsità non esiste, miei cari.. tutto è piacevole, tutto è meraviglioso.."
    Le chiacchiere del prete continuarono a lungo e, prima delle ultime parole, il cielo si squarciò e ne uscì una figura massiccia, potente e autorevole. Questo disse: "PRETE! COME OSATE TENTARE DI MODIFICARE LE SORTI DEGLI INFEDELI? LA BILANCIA DUNQUE NON HA DECRETATO? SUVVIA TOGLITI PRIMA CHE TI POSSA CORRODERE L'ANIMA FIANCO A QUESTI GIUDA"
    "Ehm.. se.. certo.." prese respiro "dunque.. eccoci.. Dio.. ehm.. Salute!.. Ehm.. io.. volevo.. niente.. passavo di qui e.." - "Non ho tempo! Prete parla! Stai con me o con loro?" - Daniele si fermò un attimo a vedere le facce della gente: tutti uomini disperati, succubi a quella paura, quasi compulsiva, che era la presenza divina, e dopo rispose: "Io, sebbene sia un umano, e quindi abbia delle necessità, non ho mai mancato il mio voto di castità, mai violato l'innocenza dei ragazzi, mai insultato, mai bestemmiato, mai neppure blasfemato. Signore.. sebbene in molti mi dicano che io sia un Dio in terra, io rinnegavo cotante smancierie e predicavo la fede in Voi, sebbene creda fermamente nel paradiso, non posso far altro che rimanere qui, coi miei simili, per aiutarli e darci una spalla su cui poggiare, una boccata di cibo per mangiare, dell'acqua o del vino per dissetarli: se questa è la sorte dell'uomo, animale di gruppo di cui poche persone riescano a vivere serenamente senza cadere nella follia, allora è anche la mia" e detto ciò, il prete si allontanò dalla figura per aiutare i denutriti, gli assetati, i disperati e infine i poveri, dato che erano quelli che possedevano di più in quel momento, avendo in sè la modestia e la eterna riconoscenza per qualsiasi cosa donata, anche di poco valore.
    "Ma quel Signore è così crudele.." - biasimava il popolo rimasto. "Dio perdona, Dio concede, Dio esorta, Dio è tutto. Ogni cosa che avete apprezzato nella vostra vita era Dio, ogni cosa che avete ucciso era Dio, ogni cosa che avete elogiato era Dio. Se siete stati gentili prima con gli altri, senza ferire gravemente il Signore, quello vi perdonerà".
    Le parole di Daniele esortarono il popolo a fare una messa in quel preciso istante, e ogni cosa circostante prese vita, brillava, facendo capire a tutti la presenza dell'Onnipotente. Le pietre erano d'oro, le piante fiorite e piene di frutti, le persone sorridenti e quiete, in pace. Un turbine di luce accecò un ladro passante che provò a rubare uno di quei sassi, e l'uomo bruciò.
    Il suolo veniva tirato su, i tetti rotti, gli infedeli bruciati nel rosso dei Cieli, i ricchi cadevano nella cerchia infernale degli avidi, i preti scomparvero come per magia, idem le suore.
    Aprendo gli occhi, uno dei popolani riuniti in messa urlò "Prete Daniele! Cosa vi succede? Rispondete!", attirando così l'attenzione dei compagni. Il prete stava annegando, preso da un vortice acquoso intorno alla gola che si stringeva. I popolani smisero di pregare per se, e rivolsero le loro preghiere per il prete, ma soltanto uno di loro si gettò al salvataggio: un certo Cloud.
    Il gesto venne dapprima contrastato da degli scorpioni usciti da terra e poi contenuto da una mandria di bestiame tutto intorno ai compatrioti. Dopo ciò, il cielo divenne blu chiarissimo, non un filo di nuvola, non più scorpioni, non più timore, non più prete, ma solo un campo ininterroto di quadrifogli e parto verdissimo con, nell'orizzonte, la città rimasta in piedi: la grande Firenze.
    E, dopo un minuto di silenzio, si udì la voce del prete Daniele dall'alto dei cieli ringraziare tutti. La sua voce era così serena.. così in pace.. così divina..


    Andiamo avanti...

    La ησттє... cos'è?
    Gli ingenui la vedono αттяαєηтє, la credono αмι¢α, condivitrice di ѕєgяєтι σѕ¢υяι che rimarranno tali χ ѕємρяє...
    ...Vi sbagliate...
    La ησттє è la scenografia mandata dalle Tenebre che cala un velo oscuro su di noi per nascondere le cose...
    ...cose che di giorno sarebbero evidenti...
    ...Le Tenebre crescono di ησттє in ησттє...
    Aprite gli occhi, spalancate le pupille e vi renderete conto che siete circondati dai Loro seguaci.
    Ma chi sono, come li riconosciamo tra tutta la gente?
    È una domanda la cui risposta è percepibile solo da quelli che usano gli occhi della mente.
    Thanatos, Hypnos... I Greci lo sapevano...
    ...i ѕσgηι... la ησттє...
    ...la νιтα...
    ... la Morte ...
    La fine è più vicina di quanto credete.
    Siete circondati dagli alleati delle Tenebre,
    siete in trappola... una trappola mortale.
    Chi osa sfidare la Morte?
    Chi osa cercare di far soccombere Thanatos?
    Ingenui... Thanatos è la liberazione, il piacere dato dalle Tenebre
    e dai Loro ℓσя∂ѕ...
    Sfuggire alle Tenebre è impossibile. Sono dappertutto,
    anche nei luoghi divini e illuminati dalla ƒє∂є.
    Fatemi un favore:
    ribellatevi.
    Alla morte non si sfugge, le Tenebre non si sovrastano,
    ma usate la ƒє∂є. Credete... non sperate...

    Io ormai sono nelle fauci delle Tenebre. Loro mi hanno cresciuto,
    Loro mi hanno donato il potere,
    Loro mi hanno dato speranza quando neanche la ƒє∂є poteva farlo.
    Ci rincontreremo... E sarà il vostro turno di morire.
    Sperate nell'uscirne il più illesi possibile.


    E ancora... la mia preferita

    E' una composizione per la persona che amo
    Soleggia. D'alba è tinto il cielo color della pesca, ricordandomi il tuo viso. Le poche nuvole son chicchi di tempesta, come i tuoi occhi color del carbone (**) simboleggiano un turbamento leggiadro passante per la tua mente: ora si vede un tono disperato, ora uno chiaro e soleggiante. Il Sole è allo zenit, il tuo pensiero devia i raggi, rendendoli dolci come il miele; le tue parole rinfrescano l'aere, portando freschezza.
    Il mare è mosso, e i tuoi capelli lo ricordano; biancheggiano le onde alte fra gli scogli, infrangendosi come i pensieri sulle mura, come ogni cosa è destinata a finire.
    La Notte giunge, con la pace e la quiete; giungono le alte maree della indecisione e della disperazione.
    Un urlo: il tuo urlo. La pace è infranta, distrutta, come ogni cosa è destinata a finire. Giammai la notte fu veritiera, sembra prenderti fra le braccia ed accoglierti con un bacio, ma la stretta è mortale e il bacio divora; o Notte, madre di ogni male e padrona dell'infamia e dell'ipocresia, dannata tu sia.
    Morte...è giunta l'ora... alle armi.





     
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