Gay Boys Reloaded

Votes taken by Lor24

  1. .
    Cent'anni di solitudine all'inizio sembra a tutti noiosissimo! Poi si rivela essere un bel libro!
    Leggi quello e cerca di superare velocemente la prima parte
  2. .

    ATTENZIONE
    CONTENUTO EROTICO E SESSALE
    QUESTO RACCONTO NON E' ADATTO AD UN PUBBLICO MINORE DI 18 ANNI
    SE SEI MINORENNE TI INVITIAMO A LASCIARE IMMEDIATAMENTE QUESTA PAGINA



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    Camminavo per strada da solo... Ero completamente fradicio sotto la pioggia. Mi voltai a sinistra, e vedevo un fiume enorme e statico (se non fosse stato per la pioggia che scuoteva la superficie) con un'acqua di colore azzurro molto cristallina. La città era deserta e non sapevo dove fossi, ma mi sentivo al mio posto e finalmente felice. Alla mia destra c'era un enorme prato con delle fontane e dei fiori stupendi. Mi fermai perché notai che vicino alla fontana c'era Riccardo seduto da solo sopra una panchina. Aveva dei jeans rossi e una maglietta nera completamente bagnati. Mi avvicinai e notai che dirigeva lo sguardo a sinistra. Non mi notò e quindi mi sedetti a fianco a lui. Si voltò, mi sorrise e disse:
    - Torniamo a casa! Non abbiamo nemmeno un giubbotto, ci ammaleremo sicuramente -
    - Non importa! Io sto benissimo qui, è così bella la città -
    - Anch'io sto bene e mi fa piacere essere qui, davvero -
    Cambiò posizione e si coricò sulla panchina appoggiando il capo sulle mie gambe per guardare il cielo. Io non ero imbarazzato, ma risi perché piovigginava e teneva a stento gli occhi aperti. Non appena notò che lo stavo osservando mi sorrise nuovamente guardandomi negli occhi. Poi tolse la testa, mi spinse sul prato e ci rotolammo per un po' sporcandoci completamente. Rideva e mi stringeva forte. Ero in estasi. Ero felice, e mi sentivo più vivo che mai.


    - Lorenzo, alzati! Non vorrai trascorrere un'altra mattina a letto! -
    Mia madre mi svegliò e accese la luce di camera mia. Quante parole avrei riservato a mia madre quel giorno! Quanto avrei voluto continuare quel sogno e invece lei continuava a rovinare tutto!
    La mia vita era diversa da quella ed era piuttosto monotona. Fra studio e famiglia non riuscivo mai a dedicare del tempo a me stesso.
    Tenni gli occhi chiusi e cercai di continuare con l'immaginazione quel sogno che non riuscivo a dimenticare. Ma mia madre continuava a parlarmi e sebbene non la stessi ascoltando, non riuscivo a continuare a sognare. Mi ostinai a restare sotto le coperte, ma dopo un po' di tempo compresi che, ahimè, dovevo stare sul mondo reale e che non potevo stare a letto per sempre a cercare di vivere nel mondo dei sogni.
    Mi alzai e la giornata iniziò in un modo peggiore delle altre. Continuavo a pensare a Riccardo e a come in quel sogno fosse diverso dalla realtà. Poco fa sorrideva e mostrava uno sguardo così dolce nei miei confronti, mentre nella realtà era così freddo e distaccato da mettermi sempre in imbarazzo dato il modo più affettuoso con cui mi comportavo con lui. Mi piaceva tantissimo e ogni volta che lo vedevo avevo paura che si notasse.

    Ero pensieroso quella mattina. Mia madre mi chiese che cosa avessi e io le dissi che andava tutto bene e che non c'era nulla di strano.
    Dopo un po' tornai in camera mia, e navigai un po' su internet col mio PC.
    Su Facebook notai una pagina con foto di ragazzi molto carini a petto nudo e senza pensarci entrai e guardai le foto per curiosità. Mai l'avessi fatto! :(
    Ad un certo punto arrivò mio padre in camera mia, ma non me ne accorsi perché avevo le cuffie e stavo ascoltando musica... Dopo un po' mi voltai e chiusi immediatamente le pagine che stavo visitando perché sentii la voce di mio padre. Solo dopo mi accorsi che era in camera mia.
    Non sapevo se mio padre avesse visto quello che stavo guardando ma si rivolse con dei toni piuttosto cupi chiedendomi se dovessi uscire. Io risposi di no e cercai di fare finta di nulla.
    A pranzo al telegiornale diedero un servizio sui gay e io ero attento. Finito il servizio mio padre disse: - Questi gay stanno dominando il mondo e vogliono che l'omosessualità diventi una cosa normale. Sono intelligenti, ma vogliono che siamo tutti come loro. Cercano di convincerci e vogliono addirittura avere figli -
    Non lo guardai in faccia, ma mi chiese: - Sei frocio? - Io non risposi, ma mi diede un colpo alla nuca e mi invitò prepotentemente a rispondere.
    - Vaffanculo! Vado a studiare ora! -
    Il giorno non riuscii a concentrarmi negli studi e successe lo stesso per tutta la settimana. E con mio padre fui distaccato per tutta la settimana.
    Arrivò lunedì e il venerdì successivo avevo un esame, ma non riuscivo a studiare: ero troppo triste ed infelice per quella che era la mia vita quotidiana. Sarebbe sempre stata così. Volevo scappare, andarmene per sempre, ma razionalmente capivo che non era possibile. Mi sentivo come un uomo che vive in una prigione senza avere possibilità di fuggire.
    Mentre facevo colazione mi arrivò un messaggio. Era da parte di Riccardo. Non mi aspettavo un messaggio da lui, dato che è la persona con cui parlo meno del mio gruppo.
    - Che fine hai fatto? Non ti vediamo da quasi un mese! Ci stai abbandonando? Sappi che noi (almeno io) ti pensiamo spesso -
    Ero emozionato e non sapevo come rispondere. Quel messaggio mi risollevò il morale, ma era strano. Lui era sempre così freddo e mi aveva scritto un messaggio decisamente non da lui. Non sapevo che cosa scrivere come risposta e alla fine scrissi:
    - Ero un po' giù di morale e non sono più uscito, però mi farebbe tanto piacere vedervi uno di questi giorni. Io non ti vedo da tantissimo e sinceramente mi manca anche la tua compagnia -
    L'orologio ticchettava e la sua risposta tardava. Dopo dieci minuti mi scrisse:
    - Ti va di vederci oggi? Vieni a casa, verso le 5? Così ci prendiamo un caffè e facciamo una chiacchierata? Magari ti faccio vedere le mie nuove foto -
    Avrei dovuto studiare ma non rifiutai l'invito. Non mi ero illuso, sapevo che lui fosse etero ed ha sempre avuto tante ragazze... Non gli interessavo affatto e non capivo perché mi stesse invitando a casa sua, lui che con me non aveva mai avuto un rapporto particolare.
    Passai tutta la mattina e il primo pomeriggio a non fare nulla. Poi arrivarono le 5 e andai a casa sua. Mi aspettava e mi salutò all'ingresso di casa sua con una semplice stretta di mano senza sorridere o mostrare un espressione felice. Era più bello del solito ed era molto spettinato... Ma che imbarazzo! Non riuscivo a guardarlo in faccia, ma era a petto nudo e non sapevo proprio dove guardare. È bellissimo e il suo fisico è formidabile, ma sostenere il suo sguardo così penetrante era impossibile.
    Poi aveva dei pantaloncini corti abbastanza stretti e non potevo nemmeno guardare in basso. Era più forte di me e non riuscii a resistere.
    Mi voleva del male? Mi voleva costringere a guardarlo?
    Dopo averlo squadrato cercando di non guardarlo in faccia lo guardai in faccia e arrossii. Lui si mise a ridere come uno scemo, ma in realtà ero io quello che aveva fatto la figura dello scemo.
    - Entri o vuoi stare in mezzo alla porta come uno scemo? - disse continuando a ridere
    - Scusa... -
    Parlavo con un tono molto agitato e lui se ne accorse... Aveva un espressione molto divertita, ma allo stesso tempo anche di stupore.
    - Non devi mica scusarti. Siediti dove vuoi. Fai come se fossi a casa tua. Vuoi un caffè? -
    - Sì, volentieri -
    Mi sedetti sul divano. Mentre faceva il caffè mi chiese se mi andava di uscire con il nostro solito gruppo la sera stessa.
    - Usciamo insieme direttamente, così non torni a casa e prendiamo una sola macchina?-
    Risposi con un semplice "Ok" perché ero ancora imbarazzato. Poi ci furono momenti di silenzio.
    L'attesa era tanta e mentre aspettava che il caffè salisse arrivò alle mie spalle e mi fece un massaggio... Come potevo reagire? Rimasi impassibile e lo ringraziai per il massaggio. Poi mi chiese:
    - Come mai sei così strano? Mi hai detto che eri triste in questo periodo, qual è il motivo? -
    Il mio imbarazzo crebbe ulteriormente e risposi:
    - Non sono strano, o meglio forse sì, ma comunque oggi non sono triste -
    - Non dire cazzate, bello. Ci metto poco a capire se una persona è triste o meno. Perché sei triste? Non c'è nessuno a casa, parla! -
    - Non posso dirtelo, non capiresti -
    Rovesciò il divano dove ero seduto e disse : - Sono stupido? -
    E io: - Dopo questo sì, mi hai fatto male -
    Dopo un po' mi convinse a parlare e gli raccontai del pranzo con mio padre, ma non raccontai di quando mi aveva visto al PC mentre guardavo foto di ragazzi e non avevo detto esplicitamente che fossi gay.
    - Ma sei gay o no? -
    Tardai a rispondere, e mi pentii di aver raccontato questa storia a lui, mentre al mio migliore amico non avevo mai detto nulla. Ma ormai era fatta e non negai. Dopo scoppiai in lacrime. Rimase distaccato e mi portò il caffè e mi disse:
    - Dai, bevi il caffè. Poi andiamo dagli altri... -
    Si cambiò subito e chiuse la porta di camera sua. Mi invitò ad uscire fuori da casa sua per andare a prendere la macchina e aspettarlo sotto casa sua. Feci ciò che mi aveva detto, ma nel mentre tantissimi pensieri mi passavano per la testa ed ero più triste di prima e più triste di quando mio padre mi aveva trattato male. Non scendeva. Avevo paura che stesse pensando di non venire e di chiudere per sempre la nostra amicizia.
    Non sapevo che fare, come comportarmi con lui e nell'attesa piansi senza fermarmi. Alla fine riuscii a smettere, ma nel mio volto si vedeva che avevo pianto...
    Una volta sceso lo notò e mi guardò come se provasse compassione.
    Per tutta la durata del tragitto in auto ci fu un enorme silenzio. Non volevo accendere la radio perché avrei aumentato l'imbarazzo, allora guidai andando velocissimo. Lui non commentò il mio stile di guida, ma non ero molto sicuro, dato che mentre guidavo le mie mani tremavano... Lui non reagiva o faceva finta di nulla. Dopo che parcheggiai mi chiese se fossi sicuro di essere gay e dopo un secondo mi colse di sorpresa e mi diede un bacio passionale.
    - Non preoccuparti!- Disse sottovoce
    Poi salì sopra di me occupando il mio sedile... E continuò a baciarmi come nessuno aveva mai fatto... Poi mi abbracciò e mi prese la testa spingendola verso il suo collo... Baciai il suo collo e sentivo che respirava affannosamente. Poi fece lo stesso con me e successivamente mi accarezzò i capelli -
    - Andiamo, ci stanno aspettando -
    La sera pioveva tantissimo e non parlò con me. Non tornò con me in macchina, ma tornò a piedi e mi disse: - Ciao frocio, ti voglio bene -
    L'imbarazzo era fortissimo e una volta tornato a casa ero felice. Sorrisi e mi ricordai del sogno che avevo fatto. Forse sarebbe potuto diventare realtà e qualcosa sarebbe potuto cambiare...



    Questo è il mio primo racconto :lol: Spero che vi piaccia

    SECONDA PARTE QUI

    Edited by Elchicoloco - 16/6/2014, 19:32
  3. .
    Sì, ho tanta voglia di andarci :) Solo che per vedere quelli che voglio dovrei prendere l'aereo :(
    Ho voglia di essere + me stesso :)
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    Sì, quando avevo tre anni e mezzo :( Da quel giorno in poi mi comprai una retina per catturarle e metterle al sole :angry:
    Hai paura degli scarafaggi?
4 replies since 22/10/2011
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