Gay Boys Reloaded

Posts written by Gotico74

  1. .
    Accondiscendenza

    papa gesuita o imam islamici?
  2. .
    molto bello

    8
  3. .
    Sirenetto
  4. .
    ti ringrazio, dalla prossima puntata le cose si fanno un pò più hard e un pò più dark
    "the dark side of gay sex"
  5. .
    grazie per l'incoraggiamento
    come vedi c'è già la storia del biondino ubriaco, che è la puntata immediatamente successiva.
  6. .

    ATTENZIONE
    CONTENUTO EROTICO E SESSALE
    QUESTO RACCONTO NON E' ADATTO AD UN PUBBLICO MINORE DI 18 ANNI
    SE SEI MINORENNE TI INVITIAMO A LASCIARE IMMEDIATAMENTE QUESTA PAGINA



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    La stanza di fronte alla mia nel convitto era occupata da Cristiano. Era un bel ragazzo biondo con gli occhi verdi. La sua carnagione era rosea. Il corpo era snello, armonioso.
    Era un ragazzo buono e ingenuo. Quando nei fine settimana tornava a casa lasciava la porta della sua camera aperta. Io entravo e odoravo le sue canottiere, mettevo sul viso il suo slip, annusavo lo stick deodorante che usava, per riprodurre nella memoria il profumo del suo corpo.
    A volte stavamo sdraiati insieme sul letto. Lui davvero non si rendeva conto del fascino che suscitava la sua bellezza greca e nordica su di me. Leggevamo insieme i fumetti ma io avrei solo voluto sbatterlo sul materasso ed entrare con forza dentro di lui. O anche inghiottire il suo pene. Il pene era notevole. Anche moscio, si evidenziava dagli slip.
    Ma la cosa più bella di lui erano i colori: il verde luccicante degli occhi, il biondo dorato dei capelli che ondulavano e scendevano sulla nuca, il colore non bianco ma roseo anche d’inverno del suo corpo completamente liscio e profumatissimo. Il naso poi dritto alla maniera degli antichi Greci. Sulle guance sempre un colorito rosso. Era un vero personaggio da manga. Ma in carne ed ossa. La sua corporatura non era alta, ma fine: dava un senso di armonia e di sportività.

    Quella sera ci ubriacammo. Anzi, non solo quella sera, ma per parecchie sere di seguito. Al piano dove erano le nostre camere c’era un cucinino, dove volendo potevamo cucinarci qualche spaghetto, prepararci il caffè e anche portare delle birre o del vino. Il vino comprato a poco prezzo era ovviamente una schifezza, che noi lo bevevamo con l’ingenuità dei vent’anni.
    Cristiano si ubriacò facilmente. Io un po’ di meno, ero solo alticcio. Capii che Dioniso mi sarebbe stato propizio. Presi Cristiano che non si reggeva in piedi, gli cinsi una mano ai fianchi e lo portai in camera sua. Lo spogliai. Ci voleva poco a spogliarlo perché faceva caldo ed eravamo tutti in pantaloncini e canotta. Spensi la luce, chiusi la porte. Ma… rimasi dentro la camera. Mi spogliai, mi sdraiai accanto a lui. Nudo a nudo. Lui non dormiva, ma era completamente sconnesso…
    Parlammo di calcio, del Milan, che era la nostra comune passione. Di quale calciatore era meglio e di quali trofei si sarebbero vinti in futuro. E mentre si balbettava come ubriachi, con le dita gli massaggiavo la gamba, gli premevo dolcemente sul pene che racchiudevo nella mia mano come fosse un uccellino nell’involucro protettivo del nido. Gli facevo sentire il mio pene sulla sua gamba sinistra.
    Fosse stato per me avrei continuato per tutta la notte e magari sarei sceso con la lingua a succhiargli i capezzoli e a inghiottire il suo gioiello di carne pendente. E tuttavia accadde che Dioniso, che prima era propizio, poi divenne funesto. Cristiano ebbe un rigurgito e vomitò, vomitò, vomitò. Feci a tempo a scansarmi e ad aiutarlo a cambiare le coperte in quella nauseabonda discarica di vino malfatto che ormai era diventata la sua stanza. L’avventura finiva lì. Ma era la prima volta che avevo avuto tra le mani un corpo maschile. E che corpo!
    Nei giorni successivi ci saremmo guardati di traverso, con sguardi interrogativi, con frasi non dette. Ed io una espressione da figlio di puttana sul viso come a dire: “ehhh quando ci si ubriaca non si capisce più che cosa si fa!”

    Cristiano, da lontani passaparola so che vendi articoli sportivi, su facebook ho trovato il profilo di tua sorella. Tu neanche ci sei tra la massa di contatti. Mio sogno erotico di primo anno di università!

    Ancora più bello di Cristiano era Federico. Era alto un metro e novanta il divo Apollo: con lunghi capelli biondi, gli occhi nocciola. Gli occhietti erano un po’ chiusi, da miope, ma portava lenti a contatto. La carnagione era bianchissima.
    Aveva arraffato tutti i doni dal Destino: l’altezza e la bellezza, ma anche il talento: suonava la chitarra, la batteria, il pianoforte. Era stato campione in tornei di nuoto ed era pieno di muscoli dappertutto. Giocava a pallone ed era leader. Aveva una fidanzata alta quasi quanto lui, ma confessava di non aver avuto ancora rapporti completi con lei.
    Nella sua camera aveva il poster dei Guns and Roses. Era voce solista in un piccolo gruppo heavy metal. A dire il vero le canzoni che cantavano erano mostruosamente brutte: suoni gutturali inarticolati, alla maniera di questi gruppi norvegesi, svedesi, di vichinghi strafatti. Ma terribilmente fighi.

    Io lo amai dal primo giorno che lo vidi. E mentre i miei occhi si riempivano del suo corpo, la mia mente ammirava tutte le sue qualità. A differenza di Cristiano lui non era un sempliciotto, ma univa bellezza fisica e doti superiori di intelletto e di carattere.
    Sotto il Terzo Reich lo avrebbero mostrato come modello di superiorità della razza ariana. Ma, tant’è, il Terzo Reich è miseramente crollato e Federico, bontà sua, si professava “comunista”. Alla maniera di come si poteva essere comunisti all’università….
    La notte parlavamo di racconti dell’orrore: zombie, vampiri e lupi mannari. Allora andava forte la serie di X Files. E a me quelle storie “gotiche” sono sempre piaciute… per questo ho scelto il nome di “Gotico”. La notte creava il silenzio attorno a noi e aumentava la confidenza. Eravamo seduti sul suo lettino, entrambi in slip. Mentre parlavamo vedevo che ogni tanto il suo serpente cresceva nella tana bianca della mutanda.
    Avrei potuto allungare la mano? Chissà cosa sarebbe nato da quel gesto. Piaceri o litigi? Visto che lui è padre di due figlie, è bello non sapere il finale di quel che sarebbe potuto essere.

    Mi rimane di lui solo il ricordo di qualche scherzo. Come quando scendevamo in palestra e ci reggevamo i bilancieri. A turno stavamo distesi sulla panca e come buoni amici ci aiutavamo, chi stava in piedi, aiutava a prendere il bilanciere con i pesi per incominciare l’esercizio. Ma porgendo il bilanciere, il pacco del compagno che stava in piedi finiva fatalmente sulla fronte e sul naso di chi stava disteso sulla panca, che poteva fiutare il caldo dei genitali e sentirli per un attimo sopra di sé.
    A distanza di un paio di anni, dopo la laurea, tornai nel convitto per dormirci una notte, di passaggio come se fosse un albergo. Lui era più piccolo di me di due anni, quindi da poco aveva abbandonato la stanza del convitto. Per una felice combinazione del destino quella stanza non era stata occupata da nessun altro. La porta era aperta, entrai nella stanza. Qualcosa ancora impercettibilmente odorava di lui. I cassetti erano vuoti, in un cassetto una cartina di sigarette. Appeso al muro, un poster dei Guns and Roses.


    3. Continua

    Nota Bene: quello esposto è un puro racconto di fantasia. Ogni riferimento a persone esistenti, a luoghi o a fatti realmente accaduti è puramente casuale.
  7. .

    ATTENZIONE
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    NEL CONVITTO DEI PRETI


    E fu così che dopo i diciotto anni e l’esame di stato mi si aprirono le porte dell’università e soprattutto mi si rese possibile abbandonare il paesello di poche migliaia di abitanti per andare a vivere in una grande città, da solo, senza genitori o parenti attorno.
    Senza parenti ok, ma solo proprio no, perché i miei mi misero in un Convitto di preti. Ed io ero contento: niente panni da lavare, niente cucina e tanti maschietti giovani attorno. Per me che ero figlio unico finalmente l’occasione di avere tanti fratelli coi quali litigare e divertirsi. E si sa a volte coi fratelli ci si spoglia anche….

    Il convitto di preti aveva regole molto allegre. Bastava non portare nessuno da fuori e non fumare le canne. Per il resto avevi le chiavi del portone ed entravi e uscivi quando volevi.
    Eravamo liberi e nello stesso tempo un po’ coatti, perché soprattutto quando gli esami incalzavano si viveva lì nel vecchio monastero adibito a convitto un po’ reclusi. Era un ambiente quasi carcerario, di tutti maschietti, che col caldo d’estate cominciavano a uscire in boxer fuori la porta della propria stanza. Con le canottiere che lasciavano ben vedere le braccia i pettorali e le ascelle.
    Imparai che dove le donne mancano, la natura si adegua e anche chi non è gay comincia a giocare un ruolo o di attivo o di passivo. Così per adattamento e approssimazione.

    C’era ad esempio Giovanni, uno studente a vita… quaranta anni passati che ancora faceva spendere soldi alla famiglia per una laurea in farmacia che forse sarebbe arrivata alle soglie della pensione. Giovanni era rotondetto con una barba rossa da fratacchione. E faceva sempre lo stesso gesto: metteva la mano sulla patta dei pantaloni per controllare se avevi dolore alle palle. Cosa che poi ti faceva venire tastando pisello e testicoli nei pantaloni. Più che una toccata il suo era uno strappo ai coglioni.

    Poi c’era un calabrese estremamente rozzo, quasi un Neanderthal, però tutto sommato simpatico, un compagnone. Si chiamava Erminio e viveva nella venerazione del suo cazzone. Diceva che ce lo aveva enorme e a richiesta lo mostrava in privato.

    Poi c’erano le battaglie dei corpi: le “lotte pornografiche dei greci e dei latini” come cantava Battiato. Iuri montava Luca. Combattendo con lui e vincendo lo montava ripetendo un arcaico gesto di supremazia. E mentre - pur essendo vestiti – metteva il suo cazzo sul solco del culo dell’altro e lo stringeva al torace con una mano, con l’altra mano gli toccava il cazzo per vedere se era moscio: e allora era a posto. Ma se il cazzo del sottomesso si induriva un pochettino voleva dire che il perdente era anche finocchio e godeva nell’esser stato sottomesso: “Fammi vedere – gridava Iuri – se si indurisce vuol dire che sei frocio”.

    In effetti questo Luca, carino di viso ma magrolino e basso, era un po’ il punch-ball del convitto perché anche io, solitamente pacifico, mi divertivo a combatterlo e a sottometterlo. Ma il fatto che lui ci prendesse gusto era ormai chiaro… Perché un giorno di primavera mentre eravamo entrambi in pantaloncino e a torso nudo lui con una pistola ad acqua cominciò a siringarmi sul pisello. Luca fermati. Luca fermati! Al terzo avvertimento chiusi la porta della camera e cominciai a braccarlo.
    Io sono un metro e ottantasei, per quanto snello la prevalenza fisica era evidente. Ben presto gli fui sopra e cominciai a tastarlo sul pisello – che però rimaneva moscio. Lui mi diceva: fermo, lì no. Ma io a più riprese glielo toccavo, mentre gli premevo da dietro. Cominciai anche ad abbassargli le mutandine: il pantaloncino ormai era saltato. Ma il bel gioco finì lì. In fondo il fatto che Luca amasse essere sottomesso sessualmente era solo una battuta offensiva….

    Quelli che invece davvero amavano il cazzo erano i due gemelli marchigiani. Erano palesemente effeminati, un po’ malignetti, facevano gossip a tutto spiano e tante moine. Insomma quel tipo di gay che … detto sinceramente attira l’omofobia come la marmellata attira le formiche. Ma noi in fondo eravamo tolleranti… di solito erano loro due che insultavano gli altri maschi “normali”!
    Ci facevano l’impressione di essere due mezzi maschi decisamente effeminati, per questo con il tono sfrontato dell’epoca dicevamo: “i gemelli Ferrarese fanno un maschio in due!”
    Ma che facevano? Si contendevano un bel studente in Legge Ferdinando, e a turno si sdraiavano sul letto con lui. Ferdinando era steso di fianco e il gemello di turno si stendeva davanti attaccando il culo sul suo cazzo. Lo facevano a porta aperta anche davanti agli altri, con i pantaloni ma il contatto cazzo-culo era evidente. Mentre loro con disinvoltura parlavano parlavano e sforbiciavano.
    Avevano la lingua forbita anzi biforcuta e intimorivano un po’ tutti. Nessuno osava contestarli per quello stravagante comportamento. La verità, uno dei due gemelli aveva una evidente simpatia per me e cercava di abbracciarmi. Ma io non rispondevo. Io in effetti ero omo come loro, ma ero di comportamento maschile e cercavo il maschietto. Quella effeminatezza mi faceva scappare. Penso che invece Ferdinando ci sguazzasse in quel carnevale: quasi una premessa a future uscite notturne a trans.

    Intanto avevo stretto amicizia con Nello, uno studente di ingegneria, tipo estroso che sognava di disegnare Ferrari e si abboffava di canne, per sognare meglio. Le canne erano proibite dicevo, ma le proibizioni per uno studente universitario erano quasi una istigazione a delinquere. Uscivamo per comprare il fumo, lui faceva la trattativa con lo spacciatore di turno, io guardavo un po’ a distanza di sicurezza. Fifone. Poi andavamo in camera e cominciavamo a fare nuvole di fumo. Una sera lui aprì un giornaletto pornografico e mi disse: guarda! Che sfizio! C’era un trio: una donna, classico zoccolone, e due ragazzi, di cui uno mi ricordo che era ricciolino come il giornalista Mentana (ma non era lui…: D). Di foto in foto si vedeva che i due maschi lasciavano da parte la donna e cominciavano a succhiarselo tra loro. E Nello diceva: guarda. Forte!
    Sarà stato lo stordimento, sarà stata l’imbranatezza di uno che a 19 anni non aveva ancora fatto sesso con un maschio, ma non capii il chiarissimo invito a prendere esempio dalle figure. Eppure sarebbe bastato che dicessi: hmmm, mi faccio una sega e sono sicuro che le nostre bocche sarebbero scivolate sui nostri reciproci cazzi.

    Invece i perfidi gemelli loro sì che si davano da fare. E quando si arrivò a maggio, con la scusa dell’arte fotografica fecero spogliare un gruppetto di studenti nudi in una stanza e li fotografarono in pose sedicenti “artistiche”, ma in realtà ricchionesche e porno-soft. Un po’ come si fa ora con i calendari dei rugbisti. I gemelli in fondo erano veri artisti gay e anticipavano i tempi. Peccato che adesso invecchiano a fare i commercialisti in provincia. Ovviamente Luca, l’eterno seviziato, e il mio compagno di canne Nello erano in prima fila a fare i modelli di Belle Arti. Ah… chissà che fine hanno fatto quelle foto di polaroid degli anni Novanta! (in uno studio di commercialista?).

    Io ero in quella fase in cui perdevo interesse per le donne e ancora ero a piedi sulla strada del sesso maschile. Andai ad esempio al Mak Pi del Liceo ed ormai ero grande, anche un po’ figo, e senza neppure saperlo feci venire una cotta a una bella biondina del terzo anno di Classico. Samantha: capelli biondo cenere, occhi verdi, un leggero alone di occhiaie attorno alle luci verdi del suo sguardo. Come la conquistai? Ma semplicemente ballando un lento e alla fine baciandole la mano. Rimase stecchita. Flirtai con lei. Ma poi – tornando alla città dell’università – la dimenticai. Lei mi aspettò parecchio. Poverina. Scusami, Samantha! Grazie per la preferenza accordatami. Ora è madre. Ma se proprio devo dirla tutta sono più maschio io del marito in pantofole che si è trovata (poraccia).

    Ma ora basta con le sbruffonerie. Solo un ultimo rigo per anticipare una traccia della prossima puntata: vi parlerò di come alla fine misi le mani su un corpo maschile e della discesa dal cielo del Dio Apollo!

    2. Continua

    Nota Bene: quello esposto è un puro racconto di fantasia. Ogni riferimento a persone esistenti, a luoghi o a fatti realmente accaduti è puramente casuale.

    Edited by Gotico74 - 17/8/2014, 16:24
  8. .
    Sì (però è carino ^_^ )


    TI SCOCCIA SAPERE CHE AGOSTO HA SOLO QUINDICI GIORNI DI VITA?
  9. .
    Pc


    Berlino o Ibiza?
  10. .
    Grazie grazie queer.... ho già pronta la prosecuzione: "Nel convitto dei preti"
  11. .

    ATTENZIONE
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    Provai la prima volta il desiderio per il corpo maschile vedendo su un libro di storia l’immagine di due lottatori greci aggrovigliati: la lotta, ma anche il contatto tra due corpi. I muscoli perfetti che si intrecciavano e si fondevano.
    Poi vidi sul “Guerin Sportivo” la foto di una curva di tifosi del Liverpool. Un ragazzo biondo, mostrava un culetto bianco, che per la qualità della carta appariva giallognolo. Una forma sferica perfetta ed invitante come il sorriso alla Bart Simpson del ragazzino inglese.

    A 13 anni partecipai con la famiglia a un viaggio organizzato: uno di quelli promossi con la parrocchia che prevedevano visite a santuari tipo Lourdes e a grandi città come Barcellona e Madrid. Mi misero in camera con un ragazzo di un anno più grande. Aria da bullo, ma tutto sommato inoffensivo. Riempiva la camera di fumo. Quando si eccitava io ero già a letto sotto le coperte. Lui montava su di me e mi diceva che mi avrebbe trattato come una donna. Lo sentivo addosso ma le spesse coperte (sui Pirenei faceva freschetto anche d’estate) attutivano ogni contatto. Poi si ritirava in bagno e non avrei mai potuto capire se era un vero toro come diceva o aveva un pisellino minuscolo come sospettavo.

    Nei primi giorni del ginnasio un “sogno rivelatore” di quel che ero e di ciò che mi piaceva. Sognai Daniele, compagno di classe. Era un bel ragazzo con un naso greco, corpo robusto, il culo florido e sodo. Una volta una ragazza gli disse: “Hai il culo come un mappamondo schiacciato ai lati”. Ebbene sognai Daniele: lo inseguivo per le stanze di una casa sconosciuta sembrava una classica casa di campagna, con le finestre che affacciavano sul verde. Alla fine lo raggiunsi e lo presi da dietro. Il membro duro nelle mele del suo fondoschiena. Venni come una fontana ed ero sveglio.

    Nell’intervallo un amico mi disse: sai ieri quando ho marinato la scuola sono andato nel parco della reggia. Lì un uomo mi ha detto: ti do dei soldi se te lo fai succhiare. E tu? E certo che me lo sono fatto succhiare… Era lo stesso amico che mi forniva rozzissimi giornaletti porno che si chiamavano “Caballero”, “Anal Caballero”. Insomma uno che si dava da fare a 360° per raggiungere i suoi “scopi”. E a quanto pare ci guadagnava anche.

    Anche io mi muovevo “in tutte le direzioni”: maschi, femmine. Anche adesso non sono insensibile alla bellezza femminile. Allora invece accadeva che le ragazze potevo averle realmente a disposizione, ma mi interessavano di meno dei miei compagni di Liceo che rimanevano per me soltanto oggetti di desiderio, fantasia erotica, masturbazione. Poi accadeva che le stesse ragazze io le trattassi un po’ come maschietti passivi. Anna Laura aveva due bellissime tette e una carnagione olivastra, ma mentre vedevamo il film nell’assemblea di istituto per tutto il tempo le accarezzai il culo. Facendola godere. Mi accorsi di avere una mano abbastanza sapiente per questo genere di massaggi.

    L’anno dopo andai all’università. E lì il contatto con il Corpo Maschile si fece più ravvicinato. Anche perché ebbi la gioia di capitare in un luogo dove gli ormoni maschili si concentravano. E l’omosessualità era sempre nell’aria.

    1, Continua.

    Nota Bene: quello esposto è un puro racconto di fantasia. Ogni riferimento a persone esistenti, a luoghi o a fatti realmente accaduti è puramente casuale.

    Edited by Gotico74 - 12/8/2014, 12:43
  12. .
    Nome: Adriano
    Età: 40
    Provenienza: Sud
    Segno Zodiacale: Acquario
    Altezza:1,86
    Peso:80
    Orientamento Sessuale: bisex attivo
    Occupazione:
    Pregi:maschile
    Difetti: parecchi
    Hobby: collezione di toy boy
    Testo di presentazione (ALMENO 4 o 5 RIGHE):

    Buonasera ragazzi, sono arrivato qui digitando su google racconti erotici gay. Vi confesso che i video mi sembrano un pò roba da sfigati e sarò moralista ma considero la pornografia come qualcosa che fa male: il sesso è bello solo dal vivo e in prima persona. Viceversa i racconti gay mi piacciono: soprattutto quelli più realisti e possibilmente reali.
    Ho i miei anni e parecchie avventure ... non alle spalle: 1 perchè sono attivo e "alle spalle" è un facile doppio senso. 2 perchè la vita di oggi mi riserva tantissime sorprese e quindi sono proiettato nel futuro.
    Tuttavia se non vi annoio, mi piacerebbe raccontarvi storie del mio passato.
    Grazie per l'accoglienza.

    Edited by Gotico74 - 9/8/2014, 23:39
357 replies since 9/8/2014
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