Gay Boys Reloaded

Posts written by Firescorpio

  1. .

    ATTENZIONE
    CONTENUTO EROTICO E SESSALE
    QUESTO RACCONTO NON E' ADATTO AD UN PUBBLICO MINORE DI 18 ANNI
    SE SEI MINORENNE TI INVITIAMO A LASCIARE IMMEDIATAMENTE QUESTA PAGINA



    ========================================================

    Vi posto, anche se un po' in ritardo, il seguito del racconto.
    Sul finale mi lascia un po' perplesso, perchè ho l'impressione che mi sia scappata un po' troppo la mano.
    Comunque, siccome non mi va di farvi aspettare troppo e non riesco, comunque a migliorarlo secondo i miei gusti, ve lo ripropongo per come è uscito. Commentate pure. Magari, così, riesco a capire che cosa non mi convince.

    Nel frattempo, come di consueto, vi ripropongo i link delle altre due parti:



    Ed ora eccovi il seguito. Buona lettura. :)

    Non parlammo granchè, durante la pizza. Ci limitammo a parlare un po’ del suo lavoro in piscina ed, in particolare, espressi la mia ammirazione nei suoi confronti per come aveva gestito le situazioni di quel pomeriggio.
    Federico mi sorrideva e, di tanto in tanto, sembrava arrossire di fronte alla pioggia di complimenti che gli stavo muovendo.
    Terminato che ebbe la pizza, scusandosi per la maleducazione, mi disse che sarebbe andato a preparare la camera per la notte. Mi disse di fare come a casa mia e di non preoccuparmi, perché sarebbe ritornato praticamente subito.
    Lo guardai allontanarsi e finii l’ultimo pezzo di pizza. Poi mi diressi al balcone e guardai fuori. Il sole era già tramontato ma, nonostante il crepuscolo avesse fatto la sua comparsa già da diverso tempo, il cielo era ancora piuttosto chiaro e virava ancora in meravigliose sfumature rosso/arancio.
    Sentivo Federico fare su e giù dentro la stanza che ci avrebbe ospitato per la notte e pensai a come tutto fosse così straordinariamente romantico e incredibilmente dolce. Ero talmente assorto in queste meditazione che non mi accorsi della presenza di Federico alle mie spalle. Le sue labbra si posarono sul mio collo e mi baciò delicatamente.
    Reclinai la testa da un lato abbandonandomi a quel bacio. Posai la nuca sul suo petto e lasciai che le sue mani mi allargassero l’accapatoio scoprendomi le spalle. La sua lingua scorreva lungo i tendini del mio collo procurandomi sensazioni di piacere ed eccitazioni sempre maggiori. Presi ad ansimare, godendo delle sue attenzioni. Federico mi fece girare e le nostre bocche si fusero in un bacio carico di desiderio. Infilai le mie mani sotto la stoffa del suo accappatoio, posandole su suo petto caldo. Avvertivo i battiti del suo cuore accelerati per il desiderio.
    Federico si staccò da me e mi condusse per mano verso la camera.
    Quando aprì la porta rimasi paralizzato per quello che vidi. Sul letto c’erano delle meravigliose lenzuola di seta nera, cosparse di una grande quantità di petali variopinti. La luce dell’abatjour, tenue ma calda, restituiva una sensazione di tepore ed intimità. Un delicato profumo di rose proveniva da candele disposte intorno al letto mentre una dolce musica rendeva tutto tremendamente seducente e magico.
    Guardai Federico che mi guardava con soddisfazione…
    - Dimmi, cucciolo, ti piace?
    - Fede, certo che mi piace. Sembre di essere la protagonista di un film romantico. M perché tutto questo per me?
    - Per noi, Massimo. Per noi. – disse con una dolcezza infinita. – Sai, è la mia prima volta. Ho sempre voluto aspettare di incontrare la persona giusta per vivere questo momento degnamente. E sento che quella persona sei tu. Non so perché, ma da quando ho incrociato i tuoi occhi oggi in piscina, sentivo che saresti dovuto essere mio. E spero non solo per questa notte.
    - Cosa vuoi dire?
    Non potevo credere a quello che stavo sentendo. Era il sogno di una vita che si stava tramutando in realtà. Perciò volli essere totalmente certo di aver capito bene.
    - Sento di essermi profondamente innamorato di te. Di quel ragazzino timido, insicuro di se, anche un po’ impacciato se vuoi. Ma limpido e vero, incapace di nascondere ciò che è, sempre pronto ad abbandonarsi alle proprie emozioni e ai sentimenti. Un ragazzo coraggioso, che preferisce assecondare il proprio cuore, piuttosto che incatenarlo con la fredda razionalità. Tutto questo ha aperto una breccia nel mio cuore, spingendolo a desiderarti. E’ stato difficile, anche per me, non lasciarmi andare sotto la doccia. Ma non volevo rischiare di rovinare la possibilità di vivere la magia di questo momento.
    Una lacrima di gioia rigò il mio volto e la dolce carezza di Federico la raccolse. Mi prese il volto tra le mani e mi baciò nuovamente, poi mi sollevò tra le sue braccia, mi depose al centro del letto e si spogliò. Quindi mi raggiunse. Nuovamente la sua bocca cercò il mio collo e, nuovamente, mi abbandonai a quel bacio. Un sussurrato “ti amo, non hai idea di quanto, ma ti amo” uscì dalle mie labbra, seguito da un sospiro e da un lungo brivido che, percorrendo, dal collo, tutta la schiena, fece vibrare il mio corpo di desiderio. Il mio corpo si abbandonò alle cure di Federico. Sentii le sue mani scivolare sulla schiena, facendo cadere la stoffa che, ancora, copriva il mio corpo. Il mio desiderio, libero di manifestarsi al mio amato, pulsò varie volte, facendo uscire piccole gocce di liquido pre-seminale che imperlarono la mia cappella.
    Nel frattempo le labbra di Federico si erano spostate sui miei capezzoli, li stuzzicavano e li mordicchiavano, regalando al mio corpo, nuove e potenti ondate di piacere. Mi fece distendere sul letto e il fresco contatto con la soffice seta incrementò la sensazione di essere carezzato e coccolato. Ora, la bocca di Federico, stava percorrendo il mio ventre. Con un soffio di fiato, lo supplicai di stendersi accanto a me, cosicchè anche io potessi godere del suo corpo e restituirgli l’enorme piacere che lui mi stava donando.
    Mi sorrise e assecondò il mio desiderio e, mentre la mia bocca ritrovava il suo membro, sentii la sua avvolgere il mio.
    Scariche di piacere si alternarono in me. Da una parte arrivavano, prepotenti, quelle che partivano dal mio uccello, così sapientemente stuzzicato dalla calda bocca di Federico. Dall’altra, i dolci umori che fuoriuscivano dal suo pene pulsante, aumentavano il mio desiderio e la mia eccitazione. I nostri corpi erano fusi in un potente 69. Fremiti e sospiri riempivano i nostri sensi, così fortemente uniti fra di loro.
    Il desiderio si era fatto, ormai, tangibile ed io, assecondando l’istinto, mi staccai da lui e, mentre baciavo le sue dolci labbra, cercai, con mano tremante, la sua prepotente erezione. Trovata che l’ebbi, lentamente, la indirizzai verso il mio culo, desideroso di essere, finalmente, posseduto. Stavolta Federico non mi fermò. Mi prese una mano e la baciò teneramente. La sua cappella aveva già fatto il suo ingresso nel mio buchino, restituendomi ondate di calore in tutto il corpo. Lentamente proseguii la mia discesa su quell’asta, ansimante di piacere e desiderio.
    Volevo che quella discesa durasse il più a lungo possibile. Volevo gustare ogni minimo momento in cui Federico si faceva largo in me. Sentivo le mie carni stringersi intorno a lui, vibrare di desiderio ad ogni pulsazione del suo uccello. Sentivo i suoi sospiri accelerare. Avvertivo crescere, in lui, la voglia di possedermi. Quindi, arrivato ad avere tutta la sua lunghezza in me, iniziai, dapprima lentamente, poi sempre con maggior foga, a cavalcare quello stallone.
    I sospiri si tramutarono in gemiti e, presto, le nostre bocche si ritrovarono. Sentivo la sua asta stantuffare le mie viscere. Ad ogni colpo una scarica di piacere inebriava il mio cervello. Venni una prima volta, urlando di piacere, con un potente fiotto che si scaricò sul ventre di Federico. Lui mi prese e mi fece alzare, mi mise alla pecorina, e ricominciò a scoparmi da dietro. Nuovi punti erogeni furono stimolati e nuove e più intense scariche di piacere sconquassarono il mio corpo. Un nuovo orgasmo si fece largo in me. Ma non un orgasmo fisico, fatto si sperma e umori. Fu un orgasmo mentale. Potente, totale, unico. Mi sembrò di esplodere disperdendomi nel cosmo. Federico, ansimante, continuava a pompare dentro di me, quando, improvvisamente, tutto il suo corpo si irrigidì e potenti getti di calda sborra mi riempirono le viscere. Accolsi con gioia quell’esplosione di piacere, felice di aver regalato al mio amore il primo orgasmo della sua vita.
    Pensavo che dopo questi potenti orgasmi la nostra avventura, per quella notte, finisse lì, ma, dopo aver scaricato anche l’ultima goccia dentro di me, Federico mi fece sdraiare e, posizionatosi sopra di me, mi offrì il suo membro da ripulire. Era ancora duro e palpitante. Lo accolsi amorevolmente tra le mie labbra, assaporando gli umori che imperlavano la cappella turgida. Federico ansimava per il piacere, alternando, tra i gemiti e i sospiri, piccoli ma meravigliosi “ti amo” che infiammavano il mio cuore.
    Lo vidi staccarsi da me ed abbassarsi sul mio pene, abbandonato sul mio ventre ricco di umori. Lo prese in mano e, dopo averlo baciato dolcemente, lo imboccò. Un po’ alla volta riprese la consistenza di prima. Vedere l’uomo dei miei sogni prendersi cura del mio uccello con così tanta delicatezza, mi aveva restituito la voglia di fare, nuovamente, l’amore con lui. I suoi occhi erano puntati su di me, quasi a chiedermi approvazione per quanto stava facendo. Gli presi delicatamente la testa e carezzai i suoi morbidi capelli. Lui tornò a dedicarsi al mio membro con maggior solerzia e scariche di piacere e desiderio si alternarono lungo tutto il mio essere.
    Sentii un nuovo orgasmo farsi strada ed annunciai della cosa Federico che, per tutta risposta, aumentò in ritmo del suo pompino ed accolse tutto il mio seme nella sua bocca. Quando, anche l’ultimo sussulto attraversò il mio membro, Federico lo lasciò unendosi a me in un lungo e profondo bacio. Le nostre lingue si cercavano desiderose e frenetiche. Fu un bacio lungo, passionale e carico di sentimento.
    Quando si staccò da me, notai, con profondo piacere e meraviglia, che il suo cazzo era ancora teso e pimpante. Lo invitai, quindi a possedermi ancora una volta. Fede mi sorrise e mi fece stendere supino, mi prese le gambe sollevandole sulle sue spalle e poi mi penetrò. Un’ondata di calore mi riempì gli intestini, restituendomi un senso di benessere che trascendeva il solito piacere. Mi sentivo completato. Una sensazione strana, unica ed estremamente appagante. Mi abbandonai a questo marasma di sensazioni e sentii, come in lontananza, una forma di orgasmo nuova, delicata e quasi ovattata, ma duratura e piena, impossessarsi del mio corpo.
    Mi risvegliai da quello stato di torpore solo quando Federico, sussurrandomi all’orecchio, mi avvisò dell’avvicinarsi del suo orgasmo. Gli chiesi di poterlo accogliere nella mia bocca. Volevo assaporare fino in fondo il sapore di questo momento. Volevo viverlo in maniera completa. Memorizzare i profumi, i colori, i suoni e, soprattutto, i sapori.
    Mi accontentò e mi ritrovai riempito di diversi getti di caldo seme. Era saporito, non troppo denso ma quasi dolce. Mi riscoprii inebriato del sapore del mio uomo.
    Infine ci abbandonammo l’uno tra le braccia dell’altro, cullati da un profondo e piacevole sonno ristoratore.
  2. .
    Butterei il solo!!! In gruppo ci si diverte di più ;) :P

    Tennis o Biliardo?
  3. .
    Di Treviso anche io. Ah, Chico, giusto per spiegare un po' il perchè ci sia una così spiccata voglia di "federaliosmo".
    Tieni conto che il Veneto, con il Friuli e il Trentino, rientra nella maxiregione Tre Venezie. Peccato che, di tre regioni, due siano a statuto speciale.... Un po' brucia, non credi :)
  4. .
    Wow, spiazzante!!! Sia per la velocità in cui si dipanano le vicende sessuali, sia per la svolta orgiastica bisessuale.
    Bello. Complimenti.
  5. .
    Sicuro :)...
    Bene, allora....
    Testardo, lunatico, orgoglioso e "materialista".
    Inoltre sei pratico e mooooolto preciso.
    Giusto o sbagliato ;)
  6. .
    CITAZIONE (Marci96 @ 17/7/2014, 10:18) 
    .... comunque il mio segno zodiacale è toro (maggio) :)

    Wow, dobbiamo aspettarci, quindi, un tipo focoso, passionale, che sa quello che vuole e come ottenerlo....
    Bene bene.... Altri pregi da aggiungere (e credo di aver in mente anche qualche difettuccio... ma ssssst, è un segreto ;) )
  7. .
    CITAZIONE (Firescorpio @ 15/7/2014, 21:43)
    CITAZIONE (Crazyswimmer93 @ 15/7/2014, 18:20) 
    bel racconto erotico,ma anche un po tenero

    Ma, non ho capito bene se, il fatto di essere un po' tenero, sia un difetto o no =-O

    CITAZIONE (paccomatto @ 16/7/2014, 23:14)
    CITAZIONE (Firescorpio @ 15/7/2014, 21:43) 
    Ma, non ho capito bene se, il fatto di essere un po' tenero, sia un difetto o no =-O

    No no, secondo me la cosa è perfetta!!
    Anzi le descrizioni sono fantastiche... mi piaccioni i racconti lenti ma ricchi di particolari!!

    CITAZIONE (Fuljido @ 17/7/2014, 00:30) 
    Hai fatto bene a frenare l'accelerata di questa seconda parte, così mi piace di più che arrivare già al sodo come accade spesso nei racconti e nella realtà.

    Grazie ragazzi. Mi rincuorate.
    Volevo provare a scrivere una storia meno "sanguigna" ma temevo di diventare surreale o di ridicolizzare la situazione.
    Sapere che questa svolta vi possa essere piaciuta mi da un incentivo a proseguire.
    Quanto prima, compatibilmente con l'impegno per il concorso, posterò il seguito :)
  8. .
    CITAZIONE (Marci96 @ 16/7/2014, 15:12) 
    .... I miei pregi sono la generosità e credo di non avere difetti. ....

    Sicuramente la modestia é un altro tuo pregio ;) :P
    Scherzi a parte, benvenuto nel forum.
    Giusto per curiosità, di che segno zodiacale sei?
    E poi, concordo con Fuljido... Quali sono i tuoi gusti musicali e cinematografici?
    Ed hai altri Hobbies?
  9. .
    CITAZIONE (Crazyswimmer93 @ 15/7/2014, 18:20) 
    bel racconto erotico,ma anche un po tenero

    Ma, non ho capito bene se, il fatto di essere un po' tenero, sia un difetto o no =-O
  10. .

    ATTENZIONE
    CONTENUTO EROTICO E SESSALE
    QUESTO RACCONTO NON E' ADATTO AD UN PUBBLICO MINORE DI 18 ANNI
    SE SEI MINORENNE TI INVITIAMO A LASCIARE IMMEDIATAMENTE QUESTA PAGINA



    ========================================================

    Come promesso, anche se con qualche ora di ritardo, posto la seconda parte del mio racconto.
    Spero possa piacervi. Se così fosse, spero nel giro di breve, Vi posterò anche una terza parte :)

    Intanto, per chi ancora non avesse letto la prima parte, vi inserisco anche il link:



    Ora bando alle ciance e buona lettura ....


    Quando arrivammo a casa sua, e mentre salivamo le scale che conducevano al suo miniappartamento, il cuore mi batteva all’impazzata. Mi sentivo come una ragazzina al suo primo appuntamento. Ero emozionato come mai prima d’ora e, in cuor mio, temevo e speravo che, quella sera, avrei avuto l’occasione di unirmi a quel corpo da favola.
    Federico aprì la porta che si aprì in un piccolo atrio. Una bella specchiera riempiva lo sguardo restituendomi la totale visione di Federico. Avevo il suo magnifico lato A riflesso sullo specchio e lo strepitoso lato B davanti ai miei occhi.
    Mi fece entrare e il mio sguardo si posò su un ampio salottino illuminato dalla rossa luce del tramonto che, come un dipinto di un grande maestro realista, troneggiava sulla grande porta a vetri che portava al terrazzo.
    Appena ebbe posato le chiavi dell’auto su una delle mensole in vetro della specchiera, Federico prese il telefono e, mentre componeva il numero della pizzeria per asporto, mi chiese che gusto preferissi.
    Inebetito dalla particolarità di quella situazione, risposi, quasi sovrappensiero, che avrei preso una margherita.
    Federico mi sorrise e, mentre si apprestava ad inoltrare l’ordinazione alla pizzeria, mi fece cenno di sedermi sul divano.
    Mi raggiunse di lì a poco dicendomi che, causa saturazione delle ordinazioni, la nostra pizza l’avrebbero consegnata non rpima di un’ora e mezza. Mi chiese, quindi, se non volessi, nel frattempo, farmi una doccia.
    Annuii, sperando che una doccia calda mi avrebbe sciolto un po’ di quella tensione che si era accumulata nel giro di quel pomeriggio.
    - Bene, allora andiamo
    - Come andiamo – chiesi quasi quasi in preda al panico
    - Beh, mi hai battuto la testa in modo abbastanza brutto, sei stato svenuto per oltre dieci minuti e ne hai portato le conseguenze per oltre mezz’ora… Non posso certo rischiare di lasciarti andare al bagno da solo. Se ti capita di svenire, c’è il rischio che mi resti secco. Comunque, tranquillo. Non c’è nulla di cui preoccuparsi.
    - E invece sì
    - In che senso – mi chiese con uno sguardo tra lo stupito e il preoccupato
    Ero terrorizzato all’idea di dirgli che ero gay e, soprattutto, della sua probabile reazione. Ma non potevo lasciare che lo scoprisse a causa di una doccia.
    - Senti Federico, lo so che avrai voglia di cacciarmi fuori di casa e che ti pentirai di avermi invitato a trascorrere la notte qui – esordii cercando di limitare i danni - ma c’è una cosa che devi sapere. – sospirai cercando di raccogliere quanto più coraggio ed autocontrollo possibili -… sono gay.
    - Ed ora che me lo hai detto? Ti senti un po’ meglio?
    - Non ti da fastidio?
    Federico scoppiò a ridere come un pazzo
    - L’avevo capito. Se uno mi guarda per tutto il pomeriggio osservando ogni mio singolo gesto, poi si inebetisce perché mi cambio davanti a lui, se permetti, più di qualche sospetto le fa venire no?
    Mi sentii incredibilmente ridicolo.
    Mi immaginai di essere il bambino che confessa alla mamma di aver mangiato la marmellata a sua insaputa e che si ritrova con lei che, chinandosi, gli pulisce la bocca con il fazzoletto.
    - Coraggio, seguimi, ti mostro dov’è il bagno
    Lo seguii come un automa, lo vidi aprire la porta alla fine del breve corridoio e farmi cenno di entrare.
    - Spogliati pure, vado a prendere gli asciugamani e ti raggiungo
    - Fede, io….
    - Basta tergiversare, su. Fai come ti dico, piuttosto
    Il suo sorriso, limpido e disarmante, mi ipnotizzò e mi ritrovai ad armeggiare con le scarpe e i bottoni del pantalone.
    Lo vidi uscire per dirigersi nella stanza accanto. Immaginai dovesse essere la sua camera da letto. Ero rimasto solo con il costume addosso quando Federico fece ritorno nel bagno.
    A momenti mi venne un colpo.
    Era lì, nudo, con un folto e meraviglioso ciuffo di ricciuti peli scuri a contornare un pene che, nonostante fosse a riposo, era già di dimensioni ragguardevoli. A occhio e croce sfiorava i 14/15 cm.
    Mi sorrise e mi invitò a togliere il costume. Inebetito da quanto mi stava accadendo, meccanicamente, mi ritrovai a obbedire sfilando quella che era l’ultima difesa alla mia nudità.
    Il mio uccello, prepotentemente eretto, si manifestava con i suoi sedici cm stentati, comunicando a Federico tutta la mia voglia di essere posseduto da lui. Federico mi prese per mano e mi condusse sotto il getto dell’acqua.
    - Ehi, tutto bene? – mi chiese con aria preoccupata quando mi vide, praticamente, inerme.
    Mi ridestai quel tanto che basta per rendermi conto che stavo rischiando di rovinare una serata che, molto probabilmente, si stava invece preparando ad essere quella più indimenticabile di tutta la mia vita.
    - Sì, scusami. E’ stato un attimo di smarrimento. D’altro canto mi puoi ben capire… Mi trovo davanti un ragazzo splendido come te che, nonostante sia al corrente della mia omosessualità, mi si presenta nudo davanti. Le alternative erano due… O ti saltavo addosso, o mi pietrificavo
    - Ah, quindi c’era il rischio che tu mi saltassi addosso – mi chiese con fare canzonatorio – sono, quindi, in presenza di un potenziale maniaco sessuale… Bene bene, questo non me lo avevi detto però, furbacchione
    E concluse la sua affermazione con un provocatorio occhiolino.
    Poi si posiziono sotto il getto dell’acqua reclinando la testa all’indietro. Facendo così arcuò il corpo verso di me e il suo pube si trovò a pochi centimetri da me. Sembrava invitarmi a carezzare quel pezzo di carne. Non sapevo cosa fare… Dentro di me avevo la forte sensazione che Federico volesse che fossi io a fare il primo passo. Ma la mia razionalità, tante volte citata da Maura, stava ora frenando il mio istinto. Per fortuna, ancora una volta, la mia parte istintiva prevalse. Allungai la mano e saggiai la consistenza di quell’uccello invitante. Avvertii un leggero sussulto, ed alzai lo sguardo. Federico mi stava guardando con un’espressione di attesa in volto. Mi spostai in avanti, sempre strizzando quel cazzo da favola. I nostri corpi aderirono e mi alzai in punta di piedi, accostai il mio viso al suo e proteli le labbra socchiuse. Chiusi gli occhi ed attesi.
    Non passò molto tempo che mi sentii afferrare per le spalle e le calde labbra di Federico premettero sulle mie, mentre la sua lingua cominciò a cercare, fremente, la mia. Quando la trovò, si fusero in un’appassionante danza all’interno della mia bocca. Sentivo la sua saliva, dolce e eccitante, impastarsi con la mia.
    Portai le mie mani sulla sua schiena e mi strinsi a lui. Sentii il suo membro, teso e duro come pietra, che sfregava sul mio ventre. L’istinto mi guidò ancora una volta e saltai su di lui, cingendogli i fianchi forti e delicati con le gambe. Le sue mani si spostarono sul mio sedere, un po’ per sorreggermi, un po’ per allargare le mie natiche.
    Il mio buchino pulsava di desiderio. Voleva accogliere, al più presto, quella verga calda e pulsante.
    La frenesia delle nostre lingue aumentava, trasferendo, l’un l’altro, l’intensità del nostro desiderio. Allungai la mano sotto di me, cercando l’asta bollente di Federico. Lo volevo, subito, all’istante. Dovevo essere suo ad ogni costo.
    Puntai la cappella gonfia contro l’accesso proibito e, in quel preciso istante, Federico, sollevandomi con le sue forti braccia, mi allontanò da sé.
    - Non ancora, cucciolo. Arriverà anche il momento per questo, ma non ora. Ok?
    Mi guardava con tenerezza. Non capivo le ragioni di quelle parole, ma annuii, vinto dalla sua tenerezza. Mi strinse a se e mi baciò. Un bacio lungo, ma dolce e carico di sentimento. Poi si staccò da me, prese la spugna ed un po’ di bagnoschiuma e, delicatamente, prese a lavarmi il torace.
    Mi abbandonai a quelle carezze. Pensai come fosse dolce farsi coccolare in quel modo.
    Sentivo la mano di Federico scorrere lungo tutto il mio corpo. Lo vidi inginocchiarsi davanti a me. Il suo viso all’altezza del mio cazzo eretto. Prese a lavarmi le gambe, guardandomi negli occhi, protesi, leggermente, il bacino in avanti, quasi ad invitarlo a prendermelo in bocca. Federico mi sorrise, lo guardò e lo prese tra le sue mani. Poi tornò a guardarmi.
    Pregustavo il momento in cui le sue labbra, calde ed umide, l’avrebbero accolto al loro interno.
    Ma ciò non accadde. Cominciò, delicatamente, a lavarlo e pulirlo. Soppesava i miei testicoli e li lavava con cura, il tutto senza mai distogliere i suoi meravigliosi occhi color smeraldo dal mio viso.
    - Povero cucciolo, hai proprio tanta voglia, vero?
    Annuii quasi disperato.
    - Pazienta ancora un po’. Ti prometto che ne varrà la pena. Ora girati, per favore.
    Obbeddii, ed avvertii la stessa delicata carezza percorrere tuta la mia schiena, soffermarsi sulle natiche e poi proseguire la sua corsa sulle gambe. Ripensando a come, quel pomeriggio, avesse affrontato, impavido, quel gruppetto di bulli, mi sembrò impossibile che, ora, dietro di me, ci fosse la stessa persona. Le sue mani continuavano a percorrere, accuratamente, ogni centimetro del mio corpo, lavando via stanchezza e sudore.
    Poi mi sciacquò con cura e mi fece, nuovamente, voltare verso di sé.
    - Ti va di essere tu, ora, a lavare me?
    Quasi non potevo credere a quelle parole. Afferrai la spugna, presi del bagnoschiuma ed iniziai a percorrere quel corpo curato e tonico. Percorsi quei pettorali così eccitanti e perfetti, scesi lungo i suoi addominali scolpiti e scorsi un brivido attraversare quel meraviglioso corpo nel momento in cui arrivai al suo pube.
    Mi chinai e il suo cazzo svettava sopra la mia testa. Sentivo un forte odore di sesso, un aroma di maschio così forte da penetrarmi nel cervello. Inspirai, annusando quanto più intensamente potevo quei profumi. Accostai il mio viso ed infilai il mio naso tra le sue palle gonfie e la coscia muscolosa. Federico mi prese per le spalle e mi tirò indietro.
    - So che hai una gran voglia, ma porta ancora un po’ di pazienza.
    - Fede, non capisco perché non si possa già fare ora…
    - Non voglio rovinarti la sorpresa. Tu fidati.
    - Posso, almeno, baciartelo
    Federico sembrò riflettere un attimo, poi, sorridendo, acconsentì.
    - Ma mi raccomando, non abusare di questa concessione…
    Avvicinai le mie labbra a quel cazzo da favola. Dovevano essere, almeno 23/24 cm. Posai un bacio su quella cappella turgida. Un sapore di maschio, inebriante e invitante, fece sì che le mie labbra si schiudessero e lasciassero entrare, un po’ alla volta, tutta la lunghezza di quel membro. La lingua titillò la cappella facendo emettere a Federico un gemito di piacere. Io, intanto, estasiato dal sapore di quel pezzo di carne, cominciai a muovere la mia testa su e giù.
    Ma, ancora una volta, le mani di Federico mi fermarono.
    - Ehi, piano. Ti avevo chiesto di non approfittarne
    Il suo sorriso mi fece comprendere che, il suo, non era un rimprovero, ma un’amichevole richiesta.
    Mi sollevai e gli sorrisi, quindi lo pregai di voltarsi e presi ad occuparmi della sua schiena.
    Le spalle, larghe e forti, sembravano scolpita dalla mano di Michelangelo, tanto ogni muscolo era così perfettamente incastonato al suo posto. E i glutei, così sodi e tondi, facevano venire la voglia di affondarci la faccia perdendosi tra di essi.
    Le gambe, dritte e definite, sfilavano eleganti verso il basso lasciando posto, infine, a due meravigliosi piedi, lunghi e dalle dita affusolate.
    Quando fui certo di essermi preso cura di ogni minima parte di quel corpo statuario, presi il getto della doccia sciacquandolo per bene, proprio come, il mio dolce ospite, aveva fatto, poc’anzi, con me.
    Non facemmo a tempo ad uscire dal bagno che sentimmo suonare il campanello.
    - Merda, la pizza – disse scappando fuori dalla doccia e infilandosi in un morbido accappatoio di spugna.
    Lo vidi infilarsi in camera sua ed uscire con il portafogli in mano, precipitarsi alla porta e aprire in velocità. Rimasi ad origliare, nascosto alla vista del fattorino.
    - Scusami, sai – sentii dire a Federico – ero sotto la doccia. Mi spiace averti fatto aspettare.
    - Tranquillo Fede… Piuttosto, aspetti visite stasera? Dai, che questa è la volta buona.
    - Filippo, falla finita, per favore.
    - No, è già qua? Me la fai conoscere?
    - Filippo, se non sparisci subito, giuro che ti caccio a pedate
    Sentii il fattorino salutare e la porta chiudersi su una risata…
    Intanto mi risuonavano nella testa le parole di questo Filippo “la volta buona”.
    Cosa intendeva? La voce di Federico mi invitò ad uscire. Mi avvolsi nell’altro accappatoio ed uscii. Federico era seduto sul divano, le pizze aperte e fumanti davanti a sé. Mi fece cenno di andarmi a sedere accanto a lui. Obbedii ed osservai le pizze. Poi guardai lui.
    - Fede, cosa intendeva il pizzaiolo?
    - In che senso?
    - Gli ho sentito dire un qualcosa tipo “che sia la volta buona”…
    - Lascia stare. E’ un mio caro amico, ma, spesso, si comporta da idiota. Non ci pensare, su. Mangia, piuttosto, sennò si fredda.
    La curiosità mi stava divorando, ma preferii non fare altre domande. Un po’ di malavoglia, presi il mio pezzo di pizza ed iniziai a cenare.
    Di tanto in tanto scheggiavo un’occhiata a Federico. Era veramente il più bel ragazzo che mai avessi incontrato in vita mia. Non che ne avessi incontrato poi tanti, a dire il vero, ma per quanto pochi fossero stati, e per quanto, tutto sommato, fossi stato fortunato sull’aspetto fisico, nessuno di loro poteva, anche lontanamente, avvicinarsi alla bellezza che avevo di fronte.


    Commentate gente, fatevi sentire e fatemi sapere se vi piace :)


    Link dell'ultimo capitolo:



    Edited by Firescorpio - 29/7/2014, 15:54
  11. .
    Lunedì mattina, al più tardi, posteró la seconda parte ;-)
  12. .
    Grazie per la fiducia. Spero solo di non deluderla.
    Ah, siccome, per una settimana, saró in vacanza, dovró rimandare la seconda parte al mio ritorno.
    Nel frattempo spero di leggere tanti altri vostri commenti ;-)
  13. .
    American CREAMPIE
    American pie


    Cumming
  14. .

    ATTENZIONE
    CONTENUTO EROTICO E SESSALE
    QUESTO RACCONTO NON E' ADATTO AD UN PUBBLICO MINORE DI 18 ANNI
    SE SEI MINORENNE TI INVITIAMO A LASCIARE IMMEDIATAMENTE QUESTA PAGINA



    ========================================================

    Vi posto la prima parte di un racconto che volevo iscrivere al concorso. Per un malaugurato errore (ho scambiato il numero di parole con il numero di battute :( )
    non lo posso presentare. Quindi ne dovrò scrivere un'altro per il concorso.
    Spero vi piaccia la prima parte.
    Qualora fosse così, Vi posterò, quanto prima, anche il resto...
    Attendo il vostro responso :)

    Quella domenica io e Maura, la mia migliore amica, decidemmo di fare un salto alle piscine comunali.
    La giornata, infatti, si preannunciava essere calda ed afosa e, l’idea di trascorrerla chiuso in casa o in mezzo a zanzare e moscerini, proprio non mi solleticava.
    Arrivati a destinazione, ed una volta usciti dai rispettivi spogliatoi, distendemmo gli asciugamani sulle ampie scalinate adiacenti alla piscina e ci sdraiammo godendoci il caldo sole estivo.
    Improvvisamente la mia attenzione fu totalmente attratta da una visione stupenda.
    Un magnifico ragazzo, dai folti capelli ricci color nocciola, un viso da angelo e un fisico da dio greco, fece la sua apparizione dal portone dello staff. Era vestito con un paio di corti pantaloncini verdi ed una aderente canotta bianca. La sua pelle dorata risaltava in contrasto con quel candore.
    Passò accanto a noi e, per un attimo, i nostri occhi si incontrarono. Due splendidi smeraldi si posarono, seppur fugacemente, su di me facendomi, all’istante, saltare il cuore in gola.
    Lo stomaco mi si chiuse e, per un attimo che sembrò eterno, il mio respiro cessò.
    - Che ti prende – mi chiese, un po’ preoccupata, Maura
    Senza parlare le feci cenno verso quell’apparizione e Maura, sorridendo, ammiccò compiaciuta.
    - Eh già, è proprio un bel ragazzo. So che molte mie amiche ci hanno provato, e mi hanno garantito che se la tira un casino. Sa di essere bello e fa il prezioso. Una volta, ad una mia amica, ha persino dato una pacca sul culo mentre passava. Lei si era illusa e ci ha provato. Risultato?... Un ben servito che ancora le brucia. Lascia perdere. Quello è etero della peggior specie.
    - Eppure ho come avuto l’impressione che mi avesse ammiccato – dissi io con un barlume di speranza
    - Sarà certamente stato frutto della tua immaginazione. Fidati, non c’è trippa per gatti.
    Sapevo che Maura era schietta e che diceva così solo perché mi voleva bene, e sapevo che, certamente, aveva ragione. Eppure qualcosa, dentro di me, mi diceva di non disperare. Che non tutto era perduto.
    Continuai ad osservarlo in ogni sua mossa. Ero incantato dall’eleganza e dall’agilità dei suoi movimenti.
    Lo vidi salire sulla seggiolina di osservazione e cominciò a scrutare la gente che si era accalcata all’interno della vasca. Di tanto in tanto imboccava il fischietto e, con aria decisa e autoritaria, richiamava all’ordine bande di ragazzini scalmanati che, per far gli sbruffoni con le loro amichette, correvano e disturbavano gli altri natanti con impertinente maleducazione.
    Improvvisamente uno di questi, il più bulletto della compagnia, cominciò a offenderlo e canzonarlo.
    Vidi il mio dio greco ergersi dalla sua posizione seduta e, con calma calibrata ed ostentata determinazione, scese le scale, si diresse verso il bulletto e, piantandosi faccia a faccia con questo, quasi a sfiorargli il naso, con una freddezza ed un impassibilità impressionanti, sentenziò
    - Questo è l’ultimo avviso che ti do. Alla prossima ti accompagno direttamente fuori, così avremo occasione di discutere ampiamente sulle tue argomentazioni, chiaro.
    Vidi il bulletto farsi piccolo e quasi sparire al cospetto di quell’adone. I suoi amici, anch’essi rimpiccioliti, sparirono dietro le sue spalle lasciandolo solo.
    Incurante dello sguardo ammirato ed innamorato delle centinaia di ragazzine stipate a bordo vasca, il bagnino si girò tranquillamente su se stesso e, con la stessa calma e sicurezza, riprese posto nel punto osservazione e riprese il suo lavoro.
    Ero incantato davanti a tanto impressionante e trascinante carisma. Vidi Maura osservarmi con uno sguardo tra il sornione ed il compassionevole.
    - Lo so – le dissi – sono un cretino. Ma credo che mi sto innamorando di un ragazzo che non conosco.
    - Massimo, sei incredibile. Quando imparerai ad essere più razionale? Vivi troppo istintivamente. Prima o poi la cosa ti porterà a soffrire maledettamente.
    - Hai ragione, ma non ci posso fare nulla. Non riesco a frenare la mia emotività. E’ più forte di me.
    - Va bene. Io entro in acqua, che qui mi sto sciogliendo. Tu che fai?
    - Resto ancora un po’ a prendere il sole.
    - Come vuoi. Ma cerca di non filarci troppo su…
    Vidi Maura sparire tra le decine di ragazze adoranti e dedicarsi ad ampie sbracciate nella corsia dedicata al nuoto libero. Era una gran bella ragazza e, se non fosse stato per il fatto che sono gay al 100%, sarebbe stata una fidanzata ideale. Decisi di svegliarmi un po’ da quella sorta di torpore da cotta che si era impossessato di me e di raggiungerla in acqua.
    Mi alzai quindi dall’asciugamano e mi avvicinai al bordo piscina.
    Malauguratamente, ebbi la sventurata idea di voltarmi per guardare nuovamente il mio adone. Misi male il piede e scivolai sbattendo pesantemente la nuca sulla pavimentazione. Un ronzio mi offuscò la mente… poi il vuoto.

    Quando riaprii gli occhi, mi vidi lo sguardo impaurito di Maura che, china su di me, mi chiamava agitata. Un nugolo di persone mi contornava e sentii una voce autoritaria ordinare a tutti di allontanarsi.
    Voltai la testa in direzione di quella voce e vidi, inginocchiato accanto a me, il mio principe dei sogni. Lo sentii prendermi di peso e sollevarmi con le sue forti braccia. Mi venne istintivo portargli le braccia al collo per sostenermi.
    Fece cenno a Maura di seguirmi e mi condusse in verso l’infermeria. Fece, nel frattempo, cenno ad un suo collega di sostituirlo alla vedetta e poi proseguì per la sua strada. Giunti in infermeria, mi adagiò delicatamente sul lettino e mi rivolse qualche domanda:
    - Allora, ragazzo, come ti chiami?
    - Si chiama Massimo – intervenne Maura.
    - Non l’ho chiesto a te. Cortesemente stai in un angolo zitta, e lascia rispondere lui.
    Maura, mortificata, si sedette su uno sgabello lì vicino, le mani giunte incastrate tra le ginocchia serrate.
    Gli occhi verdi del ragazzo si puntarono nuovamente su di me…
    - Allora, come ti chiami? – mi chiese con una voce che mi parve quasi dolce
    - Massimo
    - Bene Massino, quanti anni hai?
    - 21 – risposi quasi assente
    - Dimmi, Massimo, come ti senti?
    - Mi gira la testa e sento un dolore sulla parte posteriore della nuca.
    - Hai senso di vomito?
    - No, non mi pare.
    - Riesci a dirmi quante sono queste?
    Vidi che mi sventolava la mano con le dita alzate a formare una V
    - Sì, dissi, sono due.
    - Perfetto. Dimmi, riesci a metterti seduto?
    - Credo di sì
    Mi alzai, anche se con fatica, e mi misi seduto. La testa mi ronzava più forte e la vista mi si annebbiò
    - Ok, sdràiati – mi disse con aria preoccupata il ragazzo, poi, rivolgendosi a Maura – E’ il caso che rimanga steso un po’ qui. Tu vai pure, sto io con lui. Ok?
    - Preferirei stare qui con lui.
    - Non ha senso che stiamo in tre in questa stanzetta, e qui non puoi restare da sola. Deve, necessariamente, esserci qualcuno del personale. Stai tranquilla, è in buone mani. Se ci sono sviluppi ti faccio venire a chiamare. Intanto puoi avvisare casa sua?
    - Veramente i suoi sono via per questo fine settimana. Rientreranno solo domani sera.
    - Sarebbe meglio non passasse la notte da solo.
    - Può stare da me, tanto sono sola a casa anche io.
    - Non se ne parla proprio… E se dovesse sentirsi male e dovesse essere necessario portarlo in pronto soccorso?
    - E come possiamo fare?
    - Visto che ero di vedetta io, e che si è fatto male sotto la mia responsabilità, lo porterò a casa con me. D’accordo?
    Io assistevo, quasi assente, a tutta questa discussione. Quando disse quest’ultima frase, in un impeto di lucidità, feci cenno, quasi supplichevole, a Maura di acconsentire alla cosa. Lei annuì e chiese almeno di poter lasciare il suo numero di cellulare per ogni evenienza. Si scambiarono i numeri e poi Maura uscì.
    - Piacere, Massimo, io mi chiavo Federico. Fede, per gli amici. – mi disse con un bellissimo ed accattivante sorriso - Visto che passeremo un po’ di tempo assieme, mi sembra il caso che, almeno, facciamo le dovute precauzioni.
    Feci cenno di alzarmi per stringergli la mano, ma Federico mi fermò.
    - Non è il caso che ti alzi, almeno per la prossima mezz’ora.
    Mi sdraiai e lo vidi armeggiare dentro un armadietto, estrarne un cellulare e chiamare la direzione della piscina preannunciando che, quel giorno, avrebbe finito prima, causa un piccolo incidente occorso nella zona bagnanti.
    Lo vidi venire a sedersi accanto a me e cominciammo a parlare. Mi chiese che cosa facessi nella vita e se praticassi sport. Era cordiale e molto simpatico. Ad un certo punto provai a mettermi seduto e mi accorsi che le vertigini erano completamente passate. Rimasi così seduto, le gambe a penzoloni sul letto continuando a parlare con lui e cercare di conoscere meglio quel fantastico ragazzo.
    Scoprii così che era iscritto al 3° anno di medicina e che aveva una passione smodata per i manga giapponesi, scoprii che era single e che preferiva la compagni di buoni amici ad una relazione troppo impegnativa, che amava andare in disco e che, due sere alla settimana, frequentava un corso di latino americano.
    Le ‘parole uscivano a fiumi dalla sua bocca, senza alcun tipo di imbarazzo o finzione.
    Sentivo che me ne stavo innamorando sempre di più.
    Improvvisamente sentimmo bussare alla porta.
    - Scusate ragazzi, sono Maura, volevo solo sapere se va tutto bene???
    - Sì, tutto bene, grazie – risposi quasi cercando di liquidarla – Vai pure a divertirti, ci vediamo quando esci..
    - Veramente stavo valutando di andare via. La piscina sta quasi per chiudere…
    - Entra pure – disse Fede con voce cordiale
    - Ma che ore sono? – chiesi non appena la vidi spuntare da dietro la grigia porta metallica
    - Sono le 18:30, sono quasi due ore che sei chiuso qui dentro. Cominciavo a preoccuparmi seriamente
    - Scusami, non mi sono reso conto del tempo che passava….
    Era vero. Parlare con Federico mi aveva catapultato in una dimensione senza tempo, in cui tutto sembrava sparire attorno a noi. Mi resi conto, solo in quel momento, che ero talmente concentrato a contemplarlo, che non sentivo neppure gli schiamazzi e le urla festanti dei ragazzi in piscina. Voci che, invece, ora giungevano nitide e prepotenti al mio orecchio.
    - Va bene, allora io vado – mi disse Maura con un sorriso dolce
    - Ok! Grazie per avermi accompagnato, e perdonami se ti ho lasciata sola…
    - Oh, non preoccuparti, mi disse facendo l’occhiolino.
    Aprì la porta e vidi, dietro di lei, un bel ragazzo, alto e moro, che la aspettava sorridente. Lei si voltò verso di me, mi fece nuovamente l’occhiolino ed, indirizzandomi un bacio, si raccomando affinchè facessi il bravo.
    Mi voltai preoccupato verso Federico che sembrava non aver dato il minimo peso a questa raccomandazione.
    Mi ricomposi e riflettei sul fatto che, nonostante tutto, Maura era una grande. Era riuscita a trasformare una probabile giornata di merda in una perfetta occasione per rimorchiare. Quanto le invidiavo quel suo carattere così estroverso e solare.
    - Bene – sentii dire a Federico – andiamo anche noi.
    Si girò verso l’armadietto, lo aprì e si sfilò i pantaloncini.
    Due meravigliose cosce, marmoree e contornate da una leggera peluria, fecero capolino, invitando lo sguardo a risalire su due sode natiche, tonde e piene. Un leggero slip di un candore immacolato, occludeva allo sguardo il resto di quella meravigliosa visione. Lo vidi prendere un paio di jeans corti e sfilacciati e, voltandosi verso di me, se li infilò con una lentezza inverosimile. Ammirai così il favoloso rigonfiamento della stoffa, che celava allo sguardo un gioiello che prometteva di essere di ragguardevole pregio.
    Poi si sfilò la canotta, rivelando un bel petto, liscio e tonico. I pettorali Muscolosi e definiti, ma per nulla eccessivi, culminavano su due capezzoli rosei e piccoli. Gli addominali, ben disegnati ma, anche in questo caso, per nulla esagerati, rendevano il suo ventre piatto una vera e propria opera d’arte rinascimentale.
    La vita, sottile e meravigliosamente arcuata, scendeva dolce lungo la linea del corpo, accompagnando lo sguardo ad una strepitosa V laddove il ventre finiva per lasciare posto all’inguine.
    La poesia di quella visione terminò quando la maglietta rossa coprì quel corpo favoloso.
    Ero ancora mezzo inebetito da quanto appena visto quando la voce cristallina di Federico mi richiamò all’ordine.
    - Forza Massimo, vieni che ti accompagno in spogliatoio, così puoi cambiarti anche tu.
    - Va bene…
    Mi aiutò ad alzarmi e mi accompagnò, come anticipato, fino alla mia borsa. Mi chiese se volevo fare la doccia lì ed io scossi la testa. Se solo mi fossi spogliato in quel momento, il mio uccello, per il momento al sicuro sotto i larghi pantaloncini da spiaggia, si sarebbe rivelato in tutta la sua eccitazione. Mi misi i pantaloni sopra il costume, infilai la larga camicia estiva, e feci cenno che potevamo andare. Federico mi prese la borsa e fece strada verso l’uscita.
    Strada facendo salutò giovialmente alcuni dipendenti della piscina, che ricambiarono il saluto con un vivace sorriso.
    Arrivammo quindi alla sua macchina, una vecchia ma molto ben tenuta Renault 19 e, gettata la mia sacca nel porta bagli, mi aprì il portellone aiutandomi a salire. Dentro di me sorrisi, pensando a quanto si stesse comportando da perfetto gentiluomo nei confronti della sua dama.
    Salito in macchina, e per la breve durata del viaggio (non più di un quarto d’ora) mi chiese che gusti avessi in materia di cibo. Alla fine optammo per una classica pizza da degustarsi, in tutta tranquillità, nel suo appartamento.


    Inserisco il link per la seconda parte:



    Edited by Firescorpio - 14/7/2014, 13:32
  15. .
    Ehi, vi siete dimenticati di questo gioco? a me cominciava a piacere... :(
    Vabbè, lo rilancio :)

    La VIDEOCHAT sul tetto che scotta

    La gatta sul tetto che scotta


    Rimming
299 replies since 1/8/2012
.