The Dance, the Kiss .. and Blowjob

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  1. Jack930
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    ATTENZIONE
    CONTENUTO EROTICO E SESSALE
    QUESTO RACCONTO NON E' ADATTO AD UN PUBBLICO MINORE DI 18 ANNI
    SE SEI MINORENNE TI INVITIAMO A LASCIARE IMMEDIATAMENTE QUESTA PAGINA



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    Quando arrivammo al ristorante, la porta mi fu aperta da un ragazzo in divisa verde, lo ringraziai ed entrai. Dietro di me, i miei due accompagnatori fecero lo stesso.
    Andai verso il bancone dov'era posto un enorme libro, il quale era rilegato in pelle, con cuciture d'oro.
    L'uomo dietro al banco mi sorrise e chiese il nome della prenotazione.
    Io non parlai, fu Gabriel dietro di me a dire il proprio cognome.
    L'uomo ci invitò a seguirlo.
    Mentre mi muovevo tra i tavoli apparecchiati, le luci soffuse, gli sguardi dei commensali si rivolsero verso di me come attratti da una calamita.
    Muovevo passi lenti e precisi, non tutti mi guardavano nella sala.
    Notai gli occhi fin troppo indiscreti di una coppia di giovani, lei mi sorrise e chinò la testa in segno di saluto, lui si pulì la bocca col tovagliolo e continuò a fissarmi con aria di sfida.
    Ma non erano quelli gli occhi che volevo.
    Il rumore delle mie scarpe si fece sempre più acuto sul pregiato legno che rivestiva il pavimento.
    I miei accompagnatori dietro di me facevano fatica a tenere il mio passo lento.
    Mi sistemai la cravatta mentre il gentiluomo mi mostrava il tavolo dov'erano sedute due ragazze.
    La mora si voltò appena sentì alle sue spalle l'uomo, e guardandomi sorrise.
    Si alzò dal tavolo e mi venne incontro aprendo le braccia in un gesto affettuoso.
    Le braccia mi cinsero il collo e il mio volto ricadde sul suo collo. Inspirai più che potevo, amavo quel profumo.
    Mentre la stringevo a me, lei mi sussurrò parole amare all'orecchio. “Non mi hai detto che saresti venuto qui con questi due deficienti”.
    Anche se erano brutte parole, un sorriso spuntò sul mio viso.
    “Non sapevo che saresti venuta tu da questi due deficienti”. Dissi io, mentre il nostro abbraccio si apriva.
    Le sfiorai la guancia con le labbra e lei passò le sua sopra le mia mentre ci separavamo.
    La guardai profondamente negli occhi. I suoi occhi di giada, belli e profondi.
    “Non siamo poi così deficienti”. Esordì Nick dietro di noi.
    “Tutti gli uomini al di fuori di James, sono degli idioti”. Disse prendendomi la mano.
    “È un piacere anche per me Sophie”. Disse Gabriel salutandola con un bacio sulla guancia.
    Ci sistemammo e notai che al tavolo c'erano ancora due coperti.
    “Manca ancora qualcuno?”. Chiesi guardando gli altri.
    “Effettivamente si, mancano Luca e Claudio”. Disse Gabriel.
    “Ah, non avrebbero dovuto raggiungerci tra due giorni?”. Si intromise la ragazza accanto a Sophie, alla quale ancora non mi ero presentato.
    “No Luana, hanno cambiato i piani e dovrebbero arrivare ora”.
    Il cameriere arrivò sorridente chiedendo cosa avremmo voluto.
    Nessuno di noi aveva ancora aperto il menù, e mancavano ancora gli altri due.
    “Ci porti una bottiglia di prosecco per il momento, con dei flute e un secchiello col ghiaccio grazie”. Dissi mentre tutti gli altri provavano ad elaborare qualcosa.
    Fece cenno con la testa e si allontanò piano.
    “Prima ti fissavano tutti”. Disse Gabriel rivolgendosi a me dall'altra parte del tavolo.
    “Un dio sceso in terra non si nota tutti i giorni”. Si intromise Sophie.
    “Sophie, tesoro, non elogiare troppo, poi si monta la testa”. Aggiunse Nick.
    “Mai quanto te”. Concluse Luana.
    Quei quattro si conoscevano meglio di quel che mi aspettassi, e almeno due di loro nascondevano qualcosa, e non era il desiderio del sesso.
    “Signore, ecco il prosecco”. Il cameriere dietro di me mi fece tornare alla realtà.
    Ci porse i bicchieri e li riempì.
    Nessuno parlò in quel momento, come sempre, nessuno parlava mai quando c'era il cameriere.
    Appena andò via presi il bicchiere e lo alzai verso il centro del tavolo.
    “A queste ferie”. Dissi. Tutti gli altri mi seguirono e alzarono i loro calici.
    Era passata mezz'ora da quando eravamo arrivati, e non c'erano notizie da parte di Luca, ne dal suo amico.
    “Dove alloggerete?”. Chiesi a Sophie.
    “Con voi, dove sennò”. Disse lei riprendendo il bicchiere.
    Mi voltai verso Gabriel con sguardo serio.
    Volevo molto bene a Sophie, ma odiavo dover vivere con lei.
    “So che odi stare con me sotto lo stesso tetto”. Disse lei.
    “No, non è per questo... si lo odio da morire, odio già dover stare con loro”. Dissi.
    Luana rise.
    Tutti ci voltammo verso di lei.
    “Oh, scusatemi, no è che anche io odio dover condividere l'appartamento con qualcuno”.
    Squillò un telefono e Gabriel fu l'unico a prendere il proprio.
    “Sono Luca e Claudio, non riescono a venire sta sera, partiranno domani mattina”.
    A quel punto ordinammo la cena, mangiammo, bevemmo, e ridemmo per tutto il tempo.
    Alle undici e mezza eravamo per strada a guardare le luci dei lampioni e ad aspirare l'aria fresca.
    “Andiamo in qualche pub”. Esordì Luana.
    Nessuno obbiettò.
    Trovammo un locale, che be' non sembrava esattamente un pub, ma più un club privato che dava sulla spiaggia.
    C'era una sala da ballo all'aperto, ma nessuno ballava, il Dj, se così si può chiamare, stava dietro ad una console triste.
    Ci accomodammo ad un tavolo basso, circondato da un divanetto bianco circolare. Sopra di noi tendaggi candidi si muovevano lenti con il passare del vento.
    Dopo aver ordinato da bere il tempo sembrò passare veloce, fino a che, Sophie non tirò un piccolo urlo di gioia.
    “È la canzone del film!”. Disse guardandomi.
    Aspettai un istante e captai le note.
    “Requiem For A Dream”. Dissi.
    “Non è quella che ci hanno insegnato al corso di ballo?”. Disse Gabriel.
    “Si!”. Continuò Sophie.
    Guardò Gabriel e poi me sorridente.
    “Lo fate per me?”. Disse mettendo le mani una accanto all'altra come per pregare.
    Io scoppiai a ridere, ma Gabriel si alzò in piedi e mi porse la mano.
    La mia risata si stoppò e lo guardai negli occhi. La canzone era lenta, ma stava per cominciare.
    Mi alzai e gli presi la mano.
    “Ballate seriamente?”. Chiese Nick.
    “Erano i migliori del corso”. Aggiunse Sophie.
    Arrivammo in mezzo alla pista, e come prima, tutti gli sguardi furono su di noi.
    Portai il piede destro dietro il sinistro, alzai la mano destra e mi piegai in un leve inchino, lui fece lo stesso.
    Ci rialzammo piano, con le mani una poggiata all'altra.
    Quando il violino cominciò a suonare la mano sinistra di Gabriel, scattò dietro la mia schiena e mi attirò a se.
    Buttai indietro la testa, e lui reggendomi, mi fece roteare, riportandomi con il volto vicino al suo.
    Lentamente le nostre mano destre si lasciavano per poi riprendersi violentemente.
    Ci allontanammo, ma la mano era sempre fissa alla sua.
    I tamburi e i piatti aiutarono a rendere la musica più cupa e piena di emozioni.
    Gabriel mi riprese con il braccio sinistro e mi riportò a se.
    Uno, due, tre passi in avanti, verso di lui, poi il mio corpo veniva riportato avanti da lui, mentre io tenevo le gambe morbide, così che potesse trascinarmi.
    Mi tirò ancor di più a se, mi respinse ed io respinsi lui. Il mio cuore batteva forte.
    Corremmo uno verso l'altro, e in quell'istante, quando la canzone era al suo punto forte ci scambiammo di posto ed io ora presi lui e lo cinsi con un braccio.
    Lui portò la sua mano sulla mia spalla e l'altra la lasciò cadere all'indietro.
    Un casché perfetto.
    Dai tavoli partirono gli applausi, mentre io ansimando guardavo Gabriel negli occhi e lui faceva lo stesso con me.
    Sentivo il cuore battere sempre più forte, ora lo vedevo, non era più Gabriel l'amico, era Gabriel, l'innamorato.
    Lo tirai su e sorridemmo alla gente che applaudiva.
    Stavamo tornando al tavolo, ma dovevo andare via da li almeno un attimo.
    “Vado un secondo al bagno”. Dissi quando raggiungemmo il tavolo.
    Entrai nel piccolo bagno e mi guardai allo specchio.
    I miei capelli si erano scombinati da quando ero uscito.
    I miei occhi rivelavano più di quello che dovevano.
    Il cuore riprese a battermi velocemente, quando, attraverso lo specchio, dietro di me vidi Gabriel nel suo completo.
    “Stai bene?”. Mi chiese.
    “Si, tranquillo”. Dissi aprendo l'acqua.
    Lui si avvicinò a me e mi cinse da dietro cominciando a baciarmi il collo.
    “Smetti”. Dissi passando le mani sotto l'acqua fresca.
    “Potrebbe entrare qualcuno”. Continuai.
    “Ho bloccato la porta”.
    Chiusi l'acqua mentre Gabriel continuava a baciarmi.
    “Smetti.. per favore”.
    Gabriel mi voltò e prese il mio volto tra le mani portandolo al suo.
    Le sue labbra erano ancora più calde del pomeriggio.
    La sua lingua si fece spazio nella mia bocca e trovò la sua compagna di giochi del pomeriggio.
    Sentivo che dal basso qualcosa si stava risvegliando, ma eravamo troppo attaccati, e se lo notava, l'avventura in bagno non sarebbe finita li.
    Gabriel mi prese da sotto le cosce e mi tirò su, poggiandomi sul lavandino.
    “Dio James, ti amo, ti amo, ti amo”. Cominciò a dire tra un bacio e l'altro.
    “Gabriel”. Dissi allontanandolo da me.
    “Gabriel, non puoi dirmi queste cose solo dopo due baci”. Dissi serio.
    In primis non rispose, e tornò a baciarmi.
    Era un bacio meraviglioso, dentro la mia testa suonava ancora la canzone e con quella colonna sonora, si un bacio era perfetto.
    Mi attaccai al suo corpo, e sentì che anche per lui le questioni ai piani inferiori erano dure e calde.
    “Posso?”. Mi chiese strusciando una mano sopra il pacco attraverso i pantaloni.
    Lo fissai, i suoi occhi erano cambiati, non erano più quelli della doccia o del ballo. Il desiderio si era impossessato di lui.
    Non risposi, lo baciai ancora e lui cominciò a sganciare la cintura.
    Mi alzai nuovamente in piedi e feci cadere i pantaloni.
    Gabriel si inginocchiò davanti a me, mi abbassò i boxer e senza molti inviti lo prese in bocca, e rimasi senza fiato, la sua lingua calda mi avvolgeva, la sua mano aveva un movimento naturale, sensuale su di me. Era una cosa unica.
    Non credevo che potesse essere così spettacolare. Non credevo sapesse come fare. Forse non ero il primo che prendeva. La sua lingua si muoveva sulla cappella, in modo lento. Lo lasciò andare e mi guardò negli occhi. Sembrava un sedicenne alla sua priva volta.
    Con la lingua partì dalla base dell'asta, quasi prima dei testicoli, e salì piano, fino a riprenderlo in bocca. Non riusciva a prenderlo tutto, naturale la prima volta, ma ci provava.
    Forse dopo tutte quelle volte che lo aveva dato a qualche troietta aveva imparato a farlo.
    Neanche il tempo di pensarlo, e sentì la sua bocca in profondità. Sentivo il suo naso schiacciato contro i peli, sentivo le sue mani sulle mie natiche premere per far si che entrasse tutto.
    Sentivo i suoi denti alla fine del cazzo cercare di non mordermi.
    Mi lasciò andare per riprendere fiato, e un filo di bava mischiata a sperma era rimasta attaccata dal suo labbro alla mia cappella.
    Mi piaceva la cosa.
    Riprese fiato e continuò il suo lavoro
    Dopo cinque minuti gli riempii la bocca di sperma e non ne fece scappare neanche un po'.
    Si alzò e questa volta fui io a prendergli il volto tra le mani e baciarlo.
    Sentì che il mio sperma non era stato ingoiato del tutto, così con la lingua lo presi e cominciai a giocare con lui.
    La nostre oasi però fu interrotta dal bussare alla porta.
    “Ragazzi tutto ok?”. Era Sophie.
    Ingoiai il mio sperma e diedi un altro bacio a Gabriel.
    Tirai su i boxer e i pantaloni mentre Gabriel si sciacquò la bocca.
    “Si Sophie, tutto ok, James ha avuto un lieve giramento di testa dovuto al ballo”. Disse Gabriel mentre io mi risistemavo la camicia nei pantaloni.
    “Ok, sono arrivate le bevute”. Disse. “Torno al tavolo, vi aspettiamo li”.
    Sentì i tacchetti di Sophie allontanarsi e ripresi il bacio di prima. La sua bocca era fredda, ed era meravigliosa.
    “Sta notte non dormire con Sophie, vieni nella mia stanza e lascia a loro la tua”. Disse Gabreil.
    “Potremmo farlo, o potremmo aspettare domani pomeriggio, mentre loro andranno in spiaggia, noi diremo che andremo a comprare qualcosa per la cena e li raggiungeremo”.
    Lui sorrise.
    Mi diede un altro bacio ed uscimmo dal bagno.

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    Bellissimo continua fantastico
     
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    Attendo il seguito!
     
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    “Ci porti una bottiglia di prosecco per il momento, con dei flute e un secchiello col ghiaccio grazie”.

    C'è un errore: in un ristorante di questo livello basta ordinare la bottiglia o al massimo una bottiglia ghiacciata di prosecco e loro ti portano i flutte e il secchiello del ghiaccio. Non son mai stato in un posto del genere ma ho studiato per un po all'alberghiero.
    Comunque è molto bella la seconda metà del racconto, la prima mi è sembrata un po pesante, ma non ho capito perché tutti i commensali del ristorante fissavano il protagonista. (calcola che non ho letto i prima capitoli)
     
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  5. Jack930
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    CITAZIONE (LucaMoon @ 7/4/2015, 17:38) 
    “Ci porti una bottiglia di prosecco per il momento, con dei flute e un secchiello col ghiaccio grazie”.

    C'è un errore: in un ristorante di questo livello basta ordinare la bottiglia o al massimo una bottiglia ghiacciata di prosecco e loro ti portano i flutte e il secchiello del ghiaccio. Non son mai stato in un posto del genere ma ho studiato per un po all'alberghiero.
    Comunque è molto bella la seconda metà del racconto, la prima mi è sembrata un po pesante, ma non ho capito perché tutti i commensali del ristorante fissavano il protagonista. (calcola che non ho letto i prima capitoli)

    Be' Sophie spiega il perché, ma si capirà meglio nell'ultimo pezzo ;)
     
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4 replies since 19/3/2015, 03:27   2298 views
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