Il giovane animatore principiante - quarta parte

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. uomoinvisibile
        Like  
     
    .

    User deleted


    ATTENZIONE
    CONTENUTO EROTICO E SESSALE
    QUESTO RACCONTO NON E' ADATTO AD UN PUBBLICO MINORE DI 18 ANNI
    SE SEI MINORENNE TI INVITIAMO A LASCIARE IMMEDIATAMENTE QUESTA PAGINA



    ========================================================

    <cazzo! Cazzo! Cazzo!> urlò preoccupatissimo Andrea, mentre prendeva al volo le mutande e se le infilava alla velocità della luce. <daii!! Cazzo!! Muoviti!! vestiti anche tu!> continuò, incitandomi a fare in fretta, mentre si infilava i pantaloncini. Il suono del citofono si rimise a suonare, questa volta un pò più a lungo di prima. Andrea si fiondò alla porta per rispondere al citofono, mentre ancora cercava di infilarsi la maglietta. Ancora tre squilli di citofono in rapida successione prima che Andrea riuscì ad afferrare la cornetta del citofono e a rispondere. <pronto?? ... ah sei tu? ... ok apro..> sentii rispondere dalla camera mentre finivo di rimettermi la maglietta. Proprio quando raggiunsi Andrea all'entrata si aprì la porta.

    Era Giovanni, il fratello di Andrea, un ragazzo di quattordici anni, leggermente più basso di Andrea, con i capelli neri e ricci lasciati un pò crescere e gli occhi castani. Di fisico era magro e non troppo muscoloso, non male per i miei gusti. Indossava una T-shirt bianca, molto figa, e dei jeans blu. Di viso assomigliava molto al fratello, aveva solo un pò più i lineamenti da ragazzino che deve ancora definirsi. <ohh, finalmente ce l'hai fatta ad aprire!!> esclamò entrando in casa. <scusa... stavamo giocando alla Play in camera. Tu, piuttosto, perchè non ti porti mai le chiavi?> provò a scusarsi Andrea. <me le sono dimenticate!> rispose. <comunque c'è anche Alessio. E' venuto qui perchè dovevamo fare un lavoro per l'oratorio> continuò a spiegare. <abbiamo finito e quindi ci siamo messi a giocare a PES> disse infine. <in camera nostra?> chiese Giovanni quasi infastidito, mentre era intento a sfilarsi una scarpa aiutandosi con la punta dell'altro piede. <e dove se no?> rispose il fratello <basta che non avete toccato la mia roba!> ribattè Giovanni che intanto aveva finito di togliersi le scarpe rimanendo con solo le calze bianche. <noo tranquillo!> lo rassicurò sbuffando Andrea. <vabbò... mi guardo la tivù! mamma non è ancora tornata?> disse il ragazzino, strasvaccandosi sul divano. <ma scusa... Vedi che non c'è??? sei cretino o cosa?> rimproverò il fratello <vabbè... stai calmo! Ho solo chiesto!> disse Giovanni mentre, afferrando il telecomando, faceva zapping tra i vari canali con aria annoiata. < E comunque, Si saluta quando ci sono gli ospiti!> gli disse, continuando a sgridarlo <si! Si! Ciao Ale!> disse svogliatamente il ragazzino, continuando a fissare la tv. <scusalo, mio fratello sembra cretino ma in fondo è simpatico> affermò Andrea rivolgendosi verso di me . <meglio che me ne vado> gli risposi, abbassando la voce, sicuro che Giovanni, sul divano, non ci riuscisse ad ascoltare. <già!> rispose sorridendo <l'abbiamo scampata bella> continuai, sempre quasi bisbigliando. <già> <che fai? Rispondi solo con "Già"? sei rimasto senza altre parole?> gli dissi, scherzando, mentre intanto mi infilavo le scarpe. <già!> rispose ridendo. Mi presi il cd col video per i centri estivi, salutai e me ne andai.

    Tornando verso casa continuai a ripensare a tutti gli avvenimenti di quella bellissima serata. <e adesso??> pensavo tra me e me. Avevo così tanti pensieri per la testa che arrivai a casa quasi senza accorgemene. Entrai in casa e mi diressi subito in camera mia. Ero stanchissimo e volevo andare subito a dormire. Appoggiai il cellulare sulla scrivania. Mi Tolsi la maglietta e proprio in quel momento sentii vibrare il telefonino. Era un messaggio di Andrea su WhatsApp. Lo lessi.

    << Guardati sotto i pantaloncini>>. Non riuscivo a capire il significato di quel messaggio. <<eh?>> gli scrissi stupito. <<tu fallo. Guardati nei pantaloni!>> mi rispose subito. Sollevai l'elastico dei pantaloncini e mi guardai. Subito capii. <<ops! Ma questi non sono i miei boxer!!>> gli risposi al messaggino. <<esatto!! ci siamo scambiati le mutande nella confusione!>>. Nella fretta di andare a rispondere, preso dall'agitazione, Andrea doveva aver preso il primo paio di mutande che gli erano state a tiro e se le infilò velocemente senza accorgersi, li per li, dello scambio. <<vabbè tranquillo! Erano pulite! Le avevo messe da poco!>> Gli scrissi. <<anche io tranquillo :P >> <<te le riporto pulite e stirate! Tu non "fantasticare" troppo con le mie! :P >> gli inviai malizioso. <<scemooo!! Notte :* >> <<notte! :* >>

    I giorni seguenti ci scambiammo pochi messaggi. Nessuno dei due sapeva bene cosa fare. Eravamo come bloccati, forse straniti da quegli eventi, forse aspettando che l'altro facesse la prima mossa, finchè qualche giorno dopo presi coraggio, lo chiamai e gli dissi che stavo pensando a noi, al nostro rapporto e gli che dovevamo vederci per parlare. Avevo bisogno che ci parlassimo. Volevo chiarire la situazione. Avevo come la sensazione che ci fosse qualcosa lasciato in sospeso, interrorro dal suono di un citofono. Volevo capire. Decidemmo di vederci il giorno seguente, la sera, subito dopo la festa finale dei centri estivi. Gli proposi di venire a casa mia che quella sera sarebbe stata ibera e così potevamo stare tranquilli. Accettò.

    La festa fu un grande successo. Ogni classe di bambini aveva preparato qualcosa. Chi un pezzo recitato, chi un balletto, chi ancora una canzone cantata in coro. Ci fù pure una canzone suonata con i flauti. I genitori, tutti contenti, applaudivano divertiti alle maldestre e un pò improvvisate interpretazioni dei propri figli. Alla fine vennero proiettati i video con le foto dei campi estivi in montagna. Quando proiettarono il nostro, mille pensieri mi passarono per la mente. Ed erano tutti sul mio piccolo animatore principiante. Durante la festa, io ed Andrea non ci riuscimmo ad incontrare. Io ero stato messo ad aiutare dietro le quinte del palco . Andrea era, con gli altri animatori più piccoli, a tenere buoni i bambini al loro posto e a "dirigere il traffico" tra chi saliva e chi scendeva dal palco. Finito lo spettacolo, i genitori, piano piano, tornarono tutti alle proprie case, portando con se i propri figli. Riordinammo l'oratorio e mettemmo tutto in ordine. Quando avevamo praticamente finito di riordinare, Andrea venne finalmente da me. <allora? Mi accompagni tu a casa?> mi disse facendomi l'occhiolino, preoccupato che qualcuno potesse sentire. <certo! come ti avevo promesso!> Risposi. Salutammo tutti e uscimmo.

    Appena aperto il portone dell'oratorio ci accorgemmo che stava diluviando. <cavolo! piove a dirotto! e adesso che si fa?> mi chiese, guardandomi, Andrea. <una corsa!> risposi. <ma sei matto!! Sta diluviando!> <lo so! Dai abito qui vicino! ci mettiamo poco!> <ok. Mi hai convinto...> <ora!!> urlai all'improvisso, mettendomi a correre sotto la pioggia. <eiii! aspetta!!> implorò Andrea, seguendomi a ruota.

    Arrivammo al cancello di casa mia. Abitavo in una villetta indipendente, su due piani. Presi le chiavi e cercai quella gusta per aprire il cancello. Al buio della sera e sotto la pioggia non riuscivo bene a vedere e feci fatica ad aprire, mettendoci più del previsto. <muoviti cazzo!! ci stiamo bagnando tutti!!> mi invitò Andrea. Finalmente riuscii ad aprire ed entrammo.

    <fermo!! Dove vai! Togliti le scarpe altrimenti sporchi dappertutto!> Lo ammonii subito. Senza dire una parola ubbidì. <stai qui, vado a prendere degli asciugamani per asciugarci> gli dissi mentre anche io mi toglievo le scarpe che erano ormai zeppe d'acqua. Corsi in bagno a prendere gli asciugamani e tornai da Andrea. Lo trovai ancora lì, fermo immobile, in piedi davanti alla porta d'ingresso, tutto bagnato fradicio. <tieni! così puoi asciugarti> <grazie! posso togliermi la maglietta che è tutta bagnata?> mi chiese educatamente <fai pure! Anzi, poi dammi i vestiti bagnati che li metto ad asciugare> gli risposi. Si tolse la maglietta e me la consegnò rimanendo a petto nudo. Incominciò a passarsi l'asciugamano sul petto, sulle braccia e sulla testa, mentre io intanto mi sbottonavo i jeans e mi calavo i pantaloni. <però... che figata eh?> gli dissi sorridendo, riferendomi alla corsa sotto la pioggia. Andrea, in quel momento alzò gli occhi e mi vide in mutande <ah! vedo che ti stai mettendo comodo eh> disse sorridendo <non vorrai che mi venga un raffreddore scusa!> <no no!> mi disse, guardandomi maliziosamente, sbottonandosi contento anche lui i suoi jeans <neanche io voglio raffreddarmi!> mi disse continuando a sorridere, rimanendo con solo le mutande e i calzini addosso. Mi tolsi, infine, anche io la maglietta e andammo nel salotto. <siediti pure li sul divano! arrivo subito!> gli dissi appoggiando i vestiti bagnati sul tavolo. Raggiunsi Andrea sul divano dove lo trovai seduto, con l'asciugamano sopra i capelli, intento a sfregarli per far in modo che si asciugassero. Gli andai vicino e lo aiutai a strofinare. <certo che sei proprio sexi così conciato!> gli dissi scherzando. <fottiti!> <no! quello l'ho già fatto io a te l'altra sera! Mi dispiace!> continuai a stuzzicarlo. <ah, Ah, Ah> rise sarcastico.

    <senti... Andre..> dissi, prendendo coraggio e sedendomi sul divano accanto a lui. <in questi giorni ho pensato molto a noi...> <anche io!> mi rispose. <ah... e che hai pensato tu?> gli chiesi timidamente <ho pensato a qualche motivo valido per cui noi due non dovessimo stare insieme...eh... non ne ho trovati..> mi rispose guardandomi negli occhi. A quel punto non riuscii più a resistere e lo baciai. Fù un bacio lungo e pieno di amore. Ebbi come la sensazione di una scarica elettrica che passò lungo tutta la schiena. sentivo le nostre lingue incontrarsi e giocare insieme.

    <ti va di finire quello che abbiamo interrotto?> gli chiesi dolcemente. fece cenno di si con la testa. Senza di più neanche una parola, mi misi in ginocchio e gli abbassai le mutande ancora leggermente umide per la pioggia. Il suo pisello era ancora teneramente moscio. Incominciai ad accarezzarlo e a massaggiarlo con una mano. In pochi secondi il suo uccello si mise sull'attenti diventando duro come un bastone. Gli diedi ancora qualche smanettata e poi lo accolsi nella ma bocca, incominciando a popparlo e a ciuparlo. Mi misi a giocherellare con la lingua sulla cappella e sull'asta per poi riprenderlo in bocca e incominciare a muovermi su e giù e a spompinarlo per bene, accarezzandogli contemporaneamente i morbidi peli sul pube. Mi staccai e lo baciai. <ti va di mettermelo tu dentro questa volta?> gli sussurrai in un orecchio. <sei sicuro?> mi chiese quasi incredulo. <certo>.<okey allora...> rispose timido. Andai a prendere i preservativi che tenevo per scorta in casa e questa volta fui io ad infilarglielo, con più facilità rispetto a lui la volta precedente. Mi distesi sul divano a pancia in sù. Alzai le gambe e lo invitai ad avvicinarsi. Lo vedevo, li, in piedi davanti a me, completamente nudo, con l'aria di chi non sapesse bene cosa stesse per fare ma con una voglia matta di farlo.

    <gioca col dito quì... così...> lo guidai dolcemente verso il mio buchino. Mii infilò prima un dito, poi due, infine un terzo e incominciò a muoverle. <e' la prima volta che...> mi chiese quasi imbarazzato <eh... No...> risposi. <no??> affermò Andrea, stupito e quasi infastidito. <mi sa che ti devo raccontare un po di cose> gli rivelai sorridendo. <mi sa anche a me!!> mi disse tirandomi un pizzicotto sulla coscia <ahia! Mi fai male!> urlai. <e male volevo farti!> rispose scherzando Andrea. Si sputò sulle dita e le rimise dentro al mio buchetto e ci appoggiò la sua cappella. Mi guardò negli occhi e fece un respiro profondo. <vado?> <si! Deciso!>. Diede una decisa spinta e fece entrare la cappella. Si fermò un attimo, poi riprese. Entrò facilmente. Fece tutto delicatamente e con premura, attento a non commettere niente di sbagliato. Entrò tutto. Rimase per qualche istante fermo dentro, finchè il mio sedere non si abituò al suo bellissimo pisello.<ecco! Ci sono!> disse tutto contento. Incominciò a muoversi. Dentro e fuori, su e giù, prima lentamente, poi sempre più veloce. Mi piaceva tantissimo. Godevo a sentirlo dentro di me, godevo a sentirlo ansimare, godevo a vedere le sue espressioni di piacere sul volto, godevo a sentire le sue palle sbattere dolcemente contro il mio sedere. Era un tripudio di piacere e godimento. <ci... sono... ah... quasi...> sentii Andrea ansimare sempre più forte e prese ad andare più veloce, fino a quando irrigidendosi, non diede una botta decisa e venne nel mio culetto. Rimase dentro alcuni istanti ancora e poi uscì. Lo aiutai a togliere il preservativo.

    <voglio far godere anche a te> mi disse, chinandosi sul mio uccello ancora duro e voglioso. Me lo leccò e spompinò tutto finchè anche io non venni, schizzando quattro o cinque volte nella sua bocca. Inaspettatamente ingoiò. Ci baciammo felici. Sentivo il gusto del mio sperma nella sua bocca e per poco non mi rivenne di nuovo duro per quella sensazione.

    Rimanemmo seduti sul divano abbracciati teneramente. <comunque è certo!> mi disse ad un tratto. <cosa?> ribattei. <che mi sono innamorato di te!> mi rispose sorridendo. Lo strinsi forte forte a me. Volevo che quel momento non finisse più. <ne sono certo anche io!> gli risposi io.

    <ma quindi... posso considerarti... il mio ragazzo??> mi disse, timidamente, Andrea arrossendo un pò. <bhè... te che dici?> lo guardai sorridendo.
     
    .
  2.     Like  
     
    .
    Avatar

    IMPORTANT GAY

    Group
    Member
    Posts
    727
    Reputation
    +7

    Status
    Offline
    Bravo, il giusto equilibrio tra romanticismo ed erotismo :) impossibile non toccarsi leggendo questo racconto
     
    .
1 replies since 22/1/2015, 23:43   1802 views
  Share  
.