Il giovane animatore principiante - seconda parte

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  1. uomoinvisibile
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    ATTENZIONE
    CONTENUTO EROTICO E SESSALE
    QUESTO RACCONTO NON E' ADATTO AD UN PUBBLICO MINORE DI 18 ANNI
    SE SEI MINORENNE TI INVITIAMO A LASCIARE IMMEDIATAMENTE QUESTA PAGINA



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    Il campo estivo proseguì in modo regolare. I giorni successivi ebbi pochissime occasioni di ripetere quella bellissima doccia della prima sera in compagnia di Andrea. La seconda sera, infatti, dovetti rimanere a parlare fino a tardi con il parroco e alcuni volontari per organizzare nei dettagli le attività del giorno seguente e, quando tornai in camera per andarmi a lavare, Andrea aveva già finito la doccia ed era già andato a dormire. Il giorno dopo, siccome andammo a fare la camminata, cioè la gita di tutto il giorno nei sentieri tra i boschi e i prati della montagna, e al rientro alla casa alpina eravamo sudati e sporchi, andammo a lavarci a turno subito dopo i ragazzini, in modo tale che non fossero lasciati allo stato brado senza che nessuno stesse con loro.

    L’unica altra occasione per farci la doccia insieme e riuscire a vedere il suo corpo perfetto e il suo magnifico pisello la ebbi la penultima sera. Grazie ad una più tranquilla e rilassata complicità dovuta a ormai tanti giorni passati a collaborare insieme ventiquattr’ore su ventiquattro, ridevamo e scherzavamo liberamente anche li, sotto la doccia, completamente nudi, senza quindi nulla che potesse nascondere qualcosa al compagno di doccia. Senza “barriere” per poter nascondere i propri limiti e le proprie debolezze. Contemporaneamente forti e deboli nei confronti dell’altro. Forte nell’avere l’amico completamente spoglio e “disarmato” davanti a te, e debole perchè allo stesso tempo anche tu sei nudo e “indifeso” davanti a lui. Quindi alla pari, ed è quella la complicità più bella. Scherzando, quando si girò qer qualche istante per risciacquarsi dalla schiuma dello shampoo, gli feci una “stecca”, con due dita, sul giovane e roseo sedere. <ahahah> <ahia.. cazz… stronzo! ahhh… adesso me la paghi!!> mi disse, prendendomi per il collo e mettendomi la testa sotto il suo braccio tenendola ferma sotto di lui, mentre con l’altra mano, chiusa a pugno, mi sfregava sopra i capelli, facendo la “grattugia” con le nocche delle dita, cercando di vendicarsi. In quell’istante, nudi, a strettissimo contatto fisico, feci fatica a trattenere l’eccitazione, e per di più, stando con la testa leggermente piegata all’ingiù, perchè “sottomessa” al mio dolce amico, sotto la sua ascella nuda, ebbi l’opportunità di vedere da più vicino il suo pisello. Fù un bellissimo momento. <aiiii, basta! basta! okey! scusa! scusa! facciamo pace! basta!> cercai di implorare pietà. Lasciò la presa. Ridendo ci guardammo. Mi venne la sensazione che anche a lui la situazione intrigava parecchio. Ebbi l’impressione che il suo uccello incominciasse a dare segni di risveglio. <solita sega?> mi chiese, dopo qualche attimo di silenzio fatto di sguardi e lievi sorrisi felici, chissà se per cammuffare qualcosa o solo per infrangere sul nascere quel velo di imbarazzo che si stava creando per la situazione, mentre ancora il getto caldo della doccia scendeva giù. Ovvamente accettai.

    L’ultima sera del campo decidemmo di goderci l’ultima nottata, passandola rimanendo svegli fino all’alba, andando a fare i consueti scherzetti ai bambini che dormivano, organizzando una spaghettata aglio olio e peperoncino e rimanendo a ridere, scherzare e a giocare a carte. Ad una certa ora, Luana, l’altra animatrice venuta con noi al campo, decise di andare a letto perchè non rusciva più a tenere gli occhi aperti dal sonno. Ci salutò e andò nella sua camerata a dormire.

    Io e Andrea decidemmo di rimanere a giocare a carte. Il nostro rapporto ormai era sincero e aperto e avevamo molta confidenza l’uno per l’altro. I nostri discorsi si erano spostati sulle nostre vite e sulle nostre esperienze e gli argomenti divennero sempre più confessioni molto private: <ale, ma perchè la tua ex ti ha lasciato?> mi chiese ad un certo punto. <bhe, vedi… ormai eravamo arrivati ad un punto in cui non facevamo altro che litigare. Litigavamo continuamente per cavolate e alla fine mi ha mollato. Ma io sono contento così. E’ inutile portare avanti a forza qualcosa che ormai non funziona più. Ti pare? E poi… bhe non facevamo più sesso da almeno un mese! Mi sembra che fosse arrivato il momento di troncarla li> dissi con un mezzo sorrisetto. <ahahah giusto, giusto! eheh, ma quindi lo facevate?> mi chiese curioso quasi arrossendo. <cosa? sesso? bhe si…> <e ogni quanto lo facevate?> continuò sempre più curioso. <mah, guarda… prima della crisi, abbastanza spesso… se si riusciva anche una volta al giorno… conta che non abitavamo insieme ed entrambi frequentavamo le lezioni all’università… ma vedo che l’argomento ti piace parecchio eh? Dai, ora tocca a te! Le tue esperienze in materia?> gli chiesi spavaldo. Mi rispose un pò timidamente <eh… veramente non ne ho molte… vedi, sono vergine..> <veramente?? ma non stavi con quella biondina del gruppo di quinta superiore?> gli chiesi meravigliato. <si, ma siamo stati solo tre mesi insieme. Solo qualche bacio> <capisco. Dai, non ti preoccupare, vedrai che presto troverai la persona giusta con cui farti tutte le tue esperienze. C’è qualcuna che ti interessa?> <veramente qualcuno ci sarebbe… ma… ho una gran confusione in testa in questo momento> mi confessò abbassando lo sguardo a terra. In quel momento il suo viso diventò, tutt’a un tratto, malinconico. Come se ci fosse qualcosa che lo preoccupasse o che non riuscisse a gestire. <in che senso scusa? che cosa c’è che ti mette così in crisi?> <ahhh ma niente, tranquillo!> disse riprendendosi.<lasciamo stare! Uhh guarda!! Mi pare che con questa mossa riesco a chiudere! ahaha> mi disse, cercando di cambiare argomento, festeggiando per la sua vittoria a carte. Non volli insistere.

    Rimanemmo li a giocare e a parlare del più e del meno fino al mattino. Tornammo in camera giusto in tempo per lavarci la faccia e quant’altro, cambiarci e sentire la sveglia che il don suonava ogni mattina. Dopo la colazione, preparazione dei bagagli e le pulizie varie, prendemmo il pulman e ritornammo a casa. Il campo era ormi finito. Ero molto contento della bellissima settimana passata. L’unica cosa che mi fece pensare un pò, fù la conversazione che ebbi con Andrea l’ultima notte. Volevo sapere a tutti i costi a cosa si riferiva e che cosa c’era che lo preoccupava così tanto. Avevo saputo che i suoi genitori, ultimamente, erano in crisi. Era dovuto a quello? O forse a qualche situazione complicata con una ragazza? Magari c’erano più ragazze nella sua testa e non sapeva come comportarsi in quella situazione? o era qualcos’altro? L’occasione per scoprirlo la ebbi qualche settimana dopo.

    In vista della festa finale delle attività estive della parrocchia, dovevamo preparare un video con le foto del nostro campo estivo da poi proiettare e far vedere a tutti. Io, Andrea e Luana ci mettemmo d’accordo per incontrarci un sabato pomeriggio sul tardi, così da evitare di fare le ore piccole. <ci fermeremo solo per ordinare le pizze e fare cena insieme> decidemmo. Andrea propose di trovarci a casa sua <tanto i miei vanno da amici, così non abbiamo disturbi>. Tutti d’accordo, ci dammo appuntamento per quel giorno.

    Il giorno stabilito per incontrarci, poco prima che mi avviassi verso casa di Andrea, mi chiamò Luana. <ciao Ale! Guarda, scusatemi tantissimo ma ho avuto un imprevisto. Non riesco a venire. Mi dispiace. Comunque ho già fatto la selezione delle foto e le ho spedite ad Andrea, così siete già avanti con il lavoro!> mi disse per telefono. <non ti preoccupare> le risposi. <ci pensiamo noi. Ti mando il riultato finito così vedi se ti piace. ok?> <va benissimo! grazie e scusatemi ancora! mi farò perdonare!> ci salutammo e riattaccai. Guardai l’ora e mi preparai per uscire.

    Arrivai a casa di Andrea. Sapevo già dov’era, c’ero già stato molte volte in passato, invitato a cena dai suoi genitori durante i vari anni di Oratorio. Citofonai. Abitava in un appartamento in una villetta a schiera. Mi venne ad aprire, dopo qualche minuto, in accappatoio. <ehi, ciao Ale! scusami! oggi sono andato a giocare a calcio al parchetto con alcuni amici, non mi sono accorto dell’ora e sono ritornato a casa poco fà! Non ti preoccupare, devo solo vestirmi e sono pronto!> mi raccontò cercando di giustificarsi. <ah, ecco perchè ci hai messo tanto ad aprimi!> <eh si scusa. Accomodati pure!>. Lo seguii in cucina. Conoscevo molto bene quella casa. Era piccola. Appena entrati nell’appartamento ci si trovava in un salotto che faceva parte di un unico grande ambiente con la cucina, che si trovava in fondo alla sala “open space”. Subito a destra vicino alla cucina, c’era un piccolo disimpegno che collegava alle due camere da letto e al bagno. <vado solo a cambiarmi. Vieni di là in camera così non stai qui da solo!> mi disse. <no, vai tranquillo e fai con comodo. Aspetto quì. non c’è nessun problema> gli risposi per non fare la figura del porco maniaco, ma nella mia testa continuavo a ripetemi <sei proprio un coglione! sei proprio un coglione!>.

    <mi ha chiamato Luana! Non riesce a venire!> gli urlai, per farmi sentire, dalla cucina. <lo so! Mi ha mandato un messaggio anche a me! Mi ha mandato le foto! così non perdiamo tempo a selezionarle!> mi rispose, anche lui urlando per farsi sentire dalla camera. <sono quasi pronto! vieni pure qui!> mi urlò ancora. <sei sicuro?> gli feci, per sembrare educato, <si, si! vieni!> mi rispose. Mi avviai veso la camera, pensando che ormai fosse già vestito completamente.

    Lo trovai invece in piedi vicino all’armadio, solo con i boxer addosso, intento a scegliere, tra le magliette, quella giusta da mettere. <ah! ma sei ancora mezzo nudo?> gli chiesi. <massì!!! hai già visto di peggio!!> mi rispose riferendosi alle splendide docce fatte insieme al campo estivo. <dai, muoviti!> lo invitai, speranzoso che invece ci impiegasse ancora molto tempo per sistemarsi. Intanto presa la maglietta scelta, la posò nel letto vicino ai pantaloni scelti in precedenza. Poi si girò verso di me e mi disse <tu a cambiarti ci metti sempre un’eternità, quindi non rompere!> e nel mentre che me lo diceva si sistemò l’uccello nelle mutande, abbassandole leggermente, con naturalezza, facendomi intravedere per qualche attimo il suo bell’amichetto e i suoi stupendi peli castani tenuti in ordine sopra l’asta del pisello. <chissà se l’ha fatto apposta> pensai, mentre Andrea si metteva i pantaloncini, di quelli lunghi fino al ginocchio che si usano di solito a basket, e la maglietta. <ok, sono pronto! Le calze non me le metto, tanto stiamo in casa. Sto in ciabatte.

    Andiamo di là in cucina che stiamo più comodi. Porto il portatile> disse, e ci dirigemmo di nuovo in cucina. Ci mettemmo a lavorare al video finchè non ci venne fame. Ordinammo due pizze e ci sedemmo sul divano, davanti alla tv, a mangiarle. <togliti pure le scarpe e mettiti comodo sul divano. Io vado a prendere due birrette> mi disse dirigendosi verso il frigo. <anche a te piacciono i calzini a fantasmino? Grande! Io li adoro!> mi disse, tornato al divano, passandomi una bottiglia di birra già stappata e sedendosi, ancora a piedi nudi, a gambe incrociate sul divano affianco a me.

    Ci mettemmo a parlare e a sparare cazzate, guardando la tv e mangaindo, quando ad un certo punto decisi di riprendere un discorso lasciato aperto qualche settimana prima. <ehi Andre. Senti, volevo chiederti una cosa dal campo…> mi feci serio. <dimmi pure!> <bhe… Ormai noi due abbiamo un ottimo rapporto, quasi da fratelli… no?> <già!> affermo quasi con fierezza <ecco.. pensavo a quando mi hai detto che c’è qualcosa che ti rende confuso… volevo sapere che c’hai che non va…> poi mi avvicinai di più, mettendomi difronte a lui per guardarlo negli occhi. <cioè, voglio dire… sai che ti voglio bene! no? a me puoi dirlo! stai male per qualcosa? forse è perchè i tuoi si stanno separando? > <no…> rispose con un sospiro di voce> <e cosa c’è allora?> continuai guardandolo dritto nei suoi bellissimi occhi castani. <ci tengo ad aiutarti! dimmelo… Puoi fidarti!>. E In quel preciso istante mi baciò. Inaspettatamente. Così, all’improvviso, senza dire niente. Fù un bacio bellissimo. Le nostre lingue, per qualche istante, si incrociarono. Si cercarono, si toccarono, rotearono insieme armoniosamente, come due innamorati che danzano felici ad un ballo di gala. Poi ci staccammo. Ci guardammo. In silenzio. Un pò imbarazzati, un pò felici, un pò confusi. A rompere il silenzio fù lui. <ecco. E’ questo che mi rende confuso>.

    Edited by uomoinvisibile - 19/1/2015, 10:21
     
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  2. skikkoso
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    bellissimo racconto spero nel continuo molto presto :rolleyes:
     
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    IMPORTANT GAY

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    Molto dolce :)
     
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