We are shameless!

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  1. BigCock25
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    ATTENZIONE
    CONTENUTO EROTICO E SESSALE
    QUESTO RACCONTO NON E' ADATTO AD UN PUBBLICO MINORE DI 18 ANNI
    SE SEI MINORENNE TI INVITIAMO A LASCIARE IMMEDIATAMENTE QUESTA PAGINA



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    Buonasera a tutti! Questo è il mio racconto di esordio, spero che vi piaccia. Ho già in mente di scrivere diversi episodi ma solo se questa prima parte vi piace e vorrete una continuazione. Mi scuso in anticipo per la lunghezza, ma non amo tralasciare dettagli. Mi raccomando voglio sapere le vostre impressioni quindi commentate, commentate e commentate!

    EPISODIO 1

    Gale guardava, dal basso del marciapiede su cui era seduto, le macchine che passavano sulla strada. Poteva vedere la nuvoletta di aria bianca che usciva dalla sua bocca nel freddo di Dicembre. Il giorno precedente era nevicato e, sebbene quel giorno le temperature si fossero alzate di ben due gradi, l’inverno nella periferia di Londra continuava ad essere rigido e freddo. Cacciò un pacco di sigarette dalla tasca del cappotto e ne prese una con la bocca. Solo in quel momento si soffermò qualche secondo on lo sguardo sulle sue mani, rosse dal freddo; non aveva avuto tempo di prendere i guanti, solo sciarpa e cappello e un po’ di soldi che si era messo da parte per le “emergenze” come quella. Dopo qualche minuto, quando ebbe tirato fuori anche l’ultimo getto di fumo, lanciò lontano il mozzicone e si strofinò le mani l’una contro l’altra. Labbra serrate, sguardo fisso nel vuoto. O forse qualcosa da osservare c’era, dall’altra parte della strada. Sbuffò e si portò le mani nelle tasche dei jeans. La luce che penetrava dalla finestra della casa dall’altra parte della strada si spense. Gale sbuffò ancora e si alzò. Si sgranchì le gambe e attraversò la strada, a quell’ora della sera quella zona della città non era molto trafficata. Si fermò davanti alla porta della casa e passò lo sguardo sulla maniglia lucida, sulla porta nera e sui mattoni chiari della facciata. A destra e a sinistra della porta c’erano due finestre con delle tendine blu. Proprio una bella casa dall’esterno, non poteva negarlo: forse era l’unica abitazione carina di tutto il quartiere. Stette ancora una manciata di secondi davanti alla porta, diede no sguardo allo schermo del telefono: le 23:40, decisamente troppo tardi per fare una visita. Alzò gli occhi al cielo, poi si voltò e si allontanò da quel punto. Da qualche parte dentro di sé era felice di non essersi fatto avanti, non sapeva come potessero reagire le persone che abitavano lì. Continuò a camminare senza meta, accendendosi una seconda sigaretta. Qualche tempo addietro avrebbe perso il suo tempo con la neve ai bordi della strada, ora nemmeno la guardava; aveva altro a cui pensare. Cosa avrebbe fatto ora? Di tornare a casa non se ne parlava nemmeno; per andare da amici bisognava averceli; non gli restava scelta che passare la notte all’aperto, nel luogo più appartato che potesse trovare. Si fermò alla fermata degli autobus più vicina: le panchine lì erano coperte. Verso l’una vide una ragazza avvicinarsi. Nonostante il freddo indossava una minigonna che le lasciava scoperte gran parte delle gambe, degli stivaletti e un giubbino corto e aperto. Non gli sembrò proprio l’immagine comune di “brava ragazza”. Lei gli si avvicinò sempre di più, lui si strinse nel giubbino e si aggiustò con una mano il cappello sulla testa.
    - Cosa ci fai qui, tutto solo?
    - Passo la notte…
    La ragazza fece una smorfia e si sedette accanto a lui. Fece un gesto con due dita delle mani come a chiedere di poter fare un tiro e Gale gli passò la sigaretta. Poi la ragazza continuò a parlare.
    - Non hai dove stare?
    - Mi hanno cacciato di casa…
    - Cazzo, i tuoi? – la ragazza scosse la testa e allungò una mano. – Piacere Micòl Daves-
    Il ragazzo gli strinse la mano e si presentò.
    - Gale Harris. Tu… perché sei qui?
    - Per divertimento!- Si diede ad una grossa risata, poi tornò seria. – Se non sai dove andare, fai come tutti. Trovati un cazzo, ciuccialo e passa la notte da lui… e alla fine fatti pagare.
    Gale fece spallucce e abbassò lo sguardo. Mise le mani nelle tasche e riprese la parola.
    - Io ho sedici anni…
    - Dinne che ne hai diciotto, io ne ho diciassette.
    - Non capisco se mi stai prendendo per il culo o sei seria.- Sorrise.
    - Prenderti per il culo? Ho un sacco di amici che lo prendono in culo per soldi… alla gente non frega niente di quanti anni hai, Gale. Guarda me, cosa pensi che faccia per vivere? Non ho un diploma e i miei mi hanno sbattuto fuori perché mi hanno sorpresa a farmi scopare da due trentenni. Oh ecco…-
    Micòl alzò un braccio e indicò una macchina che si stava avvicinando. Gale alzò un sopracciglio ma non disse nulla. Quando la macchina fu abbastanza vicina, il finestrino si abbassò. Un uomo senza capelli e dal viso giovane guardava Micòl.
    - Quanto per una sega?
    - Quaranta.
    Micòl si mise di spalle all’uomo. Prese una penna e un post-it dalla borsa e scrisse qualcosa.
    - Questo è l’indirizzo del locale dove lavoro la sera. Il proprietario è un tipo carino, ci fa dormire lì in cambio di una pompa. Sto con amici, tutti bravi ragazzi… come me. Se non trovi nessuno da scoparti vai lì, almeno non ti gelerai stanotte.
    La ragazza corse nella macchina dello sconosciuto ridendo e sculettando, come una perfetta ninfomane. Gale non ricordava nemmeno se fosse legale tutto ciò. Sì alzò e ricominciò a camminare, questa volta un po’ più tranquillo. Se non avesse trovato un posto caldo dove passare la notte sarebbe potuto andare dagli amici di Micòl. Dopo una mezzoretta trovò un bar ancora aperto ed entrò. Il locale era vuoto, ad eccezione del barista, un uomo sulla sessantina e due o tre ragazzi decisamente più giovani, sui venti anni. Appena entrato ricambiò lo sguardo cagnesco del barista e andò in bagno. Quando ebbe finito aprì l’acqua ma si accorse che i rubinetti erano tutti rotti. Quando staccò gli occhi dalle sue mani e tornò a guardare la sua immagine rivolta nello specchio vide la figura di una dei ragazzi dietro di lui. Guardò il suo riflesso senza timore. Era un bel ragazzo muscoloso, dai capelli castani e gli occhi scuri, indossava un maglioncino e dei jeans stretti. Lo sconosciuto si avvicinò e gli posò le mani sui fianchi, con la testa leggermente piegata. Gale sentiva il suo alito che odorava di alcol sul suo collo.
    - Quanti anni hai?- chiese lo sconosciuto.
    - Venti.- mentì.
    - Non prendermi per il culo non ne hai nemmeno diciotto.- lo sconosciuto sorrise e gli leccò il collo. Gale non si voltò, non si mosse. – Dovrò punirti per avermi mentito.
    - O…ok. Andiamo da te, qui non mi piace.
    - Fa la schizzinosa, la puttanella.
    Il ragazzo baciò Gale sul collo e gli afferrò il polso. Passò entrambe le sue mani prima sul torace, poi sul petto del sedicenne mentre strusciava il pacco contro il culo del ragazzo. Gli baciò ancora il collo, lo fece girare e gli mise le mani sui fianchi.
    - Non dovresti fidarti degli sconosciuti.
    Ora Gale poteva guardarlo negli occhi e sentire meglio il suo odore. Era più alto di lui e più grosso. In fondo forse lo sconosciuto aveva ragione, come poteva fidarsi?
    - E cosa potresti farmi? Qualunque cosa è meglio di tornare per strada…
    - Potrei essere inaffidabile…- lo baciò sulla bocca -… pericoloso…- lo baciò ancora- … potrei…
    - Potresti divertirti con me invece di parlare.
    Lo sconosciuto gli afferrò il polso e lo trascinò fin fuori al locale. Camminarono in silenzio fianco a fianco per un quarto d’ora, alternando qualche passo al tastarsi reciprocamente il sedere.
    - Questa è casa mia.-
    Si fermarono ai piedi di un palazzo. Gale faceva fatica a guardare la facciata a causa dell’oscurità; si limitava a seguire la figura alta e muscolosa del ragazzo. Si avvicinarono al portone e il ragazzo iniziò a cercare le chiavi nel giubbino. In quel momento una marea di sensazioni e pensieri assalirono Gale. Non aveva mai visto un vero pene fino ad allora, né nessuno aveva visto il suo. Su internet ne aveva visti a decine e dai video che aveva trovato era riuscito a capire come funzionava la penetrazione fra maschi. Non era del tutto ignorante in materia ma non aveva alcuna esperienza. E se sbagliasse qualcosa? Se lo sconosciuto decidesse di mandarlo via? Provò a svuotare la mente da tutti i pensieri e oltrepassò il portone. Fecero insieme due o tre rampe di scale, in silenzio. Ogni tanto lo sconosciuto lo guardava per qualche secondo e rideva. Arrivati al terzo pianerottolo, il ragazzo lo condusse a casa sua. L’appartamento era formato da due stanze: un igresso, un soggiorno, una camera da letto e un bagno. Andarono direttamente in camera da letto. Era una stanza piccolina e molto disordinata: ovunque si girasse Gale poteva trovare dei calzini spaiati o delle mutande sporche. C’era un letto al centro della stanza, vicino ad un comodino. Opposto al letto c’era una piccola scrivania con una lampada e un libro, sula parete sinistra un grosso armadio a due ante. Gale si sfilò sciarpa, cappello e giubbino e li buttò sulla scrivania. Lo sconosciuto si tolse le scarpe e si gettò sul letto disfatto.
    - Non avere vergogna…
    Picchiò con la mano sul letto, invitando Gale ad avvicinarsi con un sorriso a trentadue denti. Gale fece qualche passo e si sedette sulla punta del letto.
    - Spogliati dai.- fece lo sconosciuto.
    Gale si piegò e si tolse le scarpe e i pantaloni. Restò in mutande e maglietta. Guardò per qualche secondo dritto negli occhi del ragazzo. Un brivido risalì dalla schiena, le labbra gli tremavano.
    - Anche la maglia e i boxer.
    Ubbidì. Si sfilò la maglia e la gettò a terra. Poi tolse anche i boxer e si lasciò guardare il suo pene ancora moscio. Lo sguardo affamato dello sconosciuto lo eccitava. In un attimo iniziò ad indurirsi. Lo sconosciuto si spogliò velocemente. Aveva un cazzo duro e lungo, sui 17 o 18 centimetri e se lo scappellava lentamente.
    - Baciami la punta…
    Gale si mise a quattro zampe sul letto, con la testa rivolta verso il pube del ragazzo. Lo guardò in faccia, gli accarezzò l’interno coscia e si godè il suo odore. Allungò la lingua fino ad entrare in contatto con il glande e la fece scivolare verso il basso. Man mano che scendeva il sapore di cazzo diventava sempre meno intenso. Quando fu arrivato alla base staccò la lingua e la passò sulle proprie labbra per inumidirle. Afferrò l’asta con la mano destra e iniziò a segarlo molto lentamente. Poggiò allora le labbra sulla punta e provò a spingersi verso il basso, prendendolo in bocca. Iniziò a spompinarlo salendo e scendendo lungo l’asta. Più andava veloce e più gemeva. Dopo poco lo sconosciuto lo afferrò per i capelli e spinse sempre più in giù con violenza la sua testa. Un secondo dopo si ritrovò con il pene fino in gola. Divenne rosso e non appena il ragazzo lasciò la presa allontanò la testa e riprese aria. Stette qualche secondo immobile, poi riprese quel cazzo pulsante di eccitazione in bocca. Lo sconosciuto gemeva e si dimenava per quanto godeva. Lo prese i nuovo per la testa e la spinse giù. Le labbra di Gale arrivarono a sfiorare l’attaccatura dei testicoli. Il ragazzo adesso urlava e contraeva i muscoli delle gambe e dell’addome. Gale non capì per quanto tempo restò lì, in apnea con quel palo in gola. Capì solo che lo sconosciuto stava per venire dentro a sua bocca. E così, non senza molti gemiti di piacere, quattro o cinque schizzi potenti di sperma finirono in gola al ragazzo. Rischiò quasi di affogarsi. Nella sua bocca non c’era spazio per una singola goccia di seme in più, tanto che un misto di sperma e saliva scivolò sul pube dello sconosciuto. Ripresero entrambi fiato solo dopo qualche secondo. Gale si stese a pancia in giù, sfinito.
    - Ti va di bere qualcosa?- chiese lo sconosciuto, alzandosi e rimettendosi gli slip.
    - Dell’acqua, grazie.
    Il padrone di casa si allontanò verso la cucina, tornò poco dopo.
    - Hai una gola molto profonda… come ti chiami?
    - Gale…
    - Io sono Harry. Se ti è piaciuto sai dove trovarmi. Ad ogni modo, finisce qui. Io sono fidanzato, e tu sei minorenne.
    - Quanti anni hai?- Gale si mise seduto, ancora nudo.
    - Trentasei.
    Gale bevve e si alzò per rivestirsi.
    - Non rivestirti. Dormi qui, è tardi, ma domani mattina presto dovrai andartene, intesi?
    - Intesi.
    Passarono la notte lì: una stanza piccola che puzzava di sperma, ma pur sempre un stanza con un tetto e un letto. La mattina successiva Gale fu svegliato da i primi raggi di sole. Si alzò senza fare rumore e cercò per terra i suoi vestiti. Harry non gli aveva fatto mettere nemmeno le mutande, diceva che così le coperte avrebbero preso l’odore delle sue palle. Si vestì e andò a sciacquarsi il viso in bagno. Usato il bagno uscì da quella casa senza fare rumore. Controllò l’ora: le cinque del mattino, troppo presto per andare a scuola, troppo tardi per tornare da Harry. Decise allora di andare al locale dove Micòl aveva detto che avrebbe passato la notte. Si fermò alle porte del locale e suonò il campanello. Sentì delle voci dall’altra parte della porta: prima un paio di bestemmie, poi una voce femminile e un “chi è?”.
    - Micòl, sono Gale.
    - Oh sei tu! Finalmente ti sei fatto vedere, hai passato una bella nottata?
    Gale annuì e guardò: indossava gli stessi vestiti della sera precedente.
    - Se entri ti presento gli altri.
    Micòl indietreggiò e allungò un braccio in segno di invito. Gale entrò senza troppi complimenti. Dentro c’era un’unica grande sala e cinque sacchi a pelo per terra. Uno a fianco all’altro erano sdraiati tre ragazzi in mutande, tutti e tre con un viso stanco e un po’ sorpreso per quella visita. Micòl chiuse la porta alle loro spalle.
    - Chi cazzo è questo?- disse il ragazzo al centro, biondo.
    - Questo è il ragazzo carino di cui vi ho parlato- rise.- Gale.
    - Piacere.- disse.
    Micòl riprese la parola e indicò il ragazzo al centro. – Lui è Jamie, ha la tua età. A sinistra c’è Luke e a destra Steve; hanno tutti e due diciotto anni. Hanno una casa propria, ma stanno qui perché non hanno un cazzo da fare.
    - Stiamo qui perché mi rompo di prendere la macchina e andare dall’altra parte della città.
    Steve si mise seduto e si grattò le palle, sbadigliando. Gli altri due non si mossero più di tanto.
    - Gale, adesso sono quasi le sei, dobbiamo lasciare il locale alle signore delle pulizie. Lip, muoviti in quel cesso!
    - Lip? Chi è?
    - Oh non l’hai conosciuto perché è in bagno… ah eccolo, lui è Lip.
    Gale si voltò verso il ragazzo che stava entrando nella sala, in mutande come gli altri. Contemplò per qualche secondo il suo corpo perfetto. Fece salire lo sguardo dai piedi nudi che si alternavano uno dietro l’altro verso di lui, i polpacci e le cosce sode, gli slip bianchi che contenevano un pacco pienissimo. Gli osservò gli addominali, i pettorali, i muscoli delle braccia e il viso perfetto. Era perfetto come un dio greco, dai piedi fino all’ultimo capello biondo.
    - Piacere Lip.
    - Gale.
    Si strinsero la mano e aspettò che si vestissero. Alle 06:30 in punto uscirono dal locale. Micòl gli corse dietro e lo raggiunse. Gli circondò il collo con un braccio e gli sorrise.
    - Noi andiamo a fare colazione, vieni con noi?
    - Veramente ho un impegno… ci vediamo stasera?
    - Vieni verso le 8, magari Harnold, il proprietario del locale, trova un lavoro anche a te.
    - Ok, ciao.
    Salutò la ragazza e corse via, in direzione di quella casa in cui la sera precedente non aveva avuto il coraggio di entrare. Attraversò un paio di strade e superò diversi palazzi prima di arrivare in quel quartiere. Non ebbe difficoltà ad individuare la casa: l’unica con le pareti non annerite dallo smog. Attraversò il piccolissimo giardinetto e si fermò davanti la porta. Prese un respiro profondo, poi bussò. Per uno o due minuti nessuno rispose. Iniziò a pentirsi di ciò che aveva fatto e a sperare che non ci fosse nessuno e che nessuno aprisse. Poi la porta si aprì e uscì l’ultima persona che Gale si sarebbe aspettato di vedere. Harry. Si guardò alle spalle: non aveva dubbi era quella la casa.
    - Casa Harris?- chiese Gale.
    - Hai dimenticato qualcosa?
    - Che ci fai qui?
    - Cosa cerchi?
    - Mio padre… mio padre abita qui.

    CONTINUA SE VOLETE...

    Immagine eliminata



    Edited by BigCock25 - 9/8/2015, 21:13
     
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  2. BigCock25
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    Insomma vi paice o no? Accetto anche critiche!
     
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    IMPORTANT GAY

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    Complimenti a BC25, complimenti al Gale raffigurato in foto ^_^ Va avanti, vediamo cosa succede :)
     
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    SPLENDORE GAY

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    sono curioso anche del seguito
    continua
     
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  5. BigCock25
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    Grazie per i commenti!! Posterò presto il seguito... martedì? )
     
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  6. 19mark95
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    la foto allegata mi fa impazzire ahaha
     
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    IMPORTANT GAY

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    La foto allegata mi fa sbavare un sacco :Q___
     
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  8. BigCock25
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    Ragazzi, ciao a tutti! Avevo iniziato questo racconto e poi l'avevo lasciato un po' nel dimenticatoio... se siete fra quelli a cui è piaciuto, non preoccupatevi; sto lavorando agli episodi successivi e presto li pubblicherò!
     
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  9. Wolf95
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    Complimento, bel racconto :)
     
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  10. oldmanny
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    mi piacerebbe leggere il seguito, sembra interessante
     
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  11. BigCock25
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    Nuovo episodio a questo link:
    https://gayboysreloaded.forumcommunity.net/?t=57585114
     
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