BOOM!

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  1. Jack930
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    ATTENZIONE
    CONTENUTO EROTICO E SESSALE
    QUESTO RACCONTO NON E' ADATTO AD UN PUBBLICO MINORE DI 18 ANNI
    SE SEI MINORENNE TI INVITIAMO A LASCIARE IMMEDIATAMENTE QUESTA PAGINA



    ========================================================

    BOOM!


    La musica era alta, dopo poco sarebbe toccato a me, entrare, finalmente sul palco, e cantare, urlare e ricevere applausi ed elogi, finalmente dopo tre anni di duro lavoro.
    Il bassista era partito, e dopo poco i cori...
    Era il momento.
    Il sipario si aprì ed io cominciai la mia camminata.
    “Buona sera!”.
    Un urlo partì dal pubblico del locale.
    “Siete pronti?”.
    Un altro urlo di approvazione.
    “Partiamo allora!”.
    Il vestito che mi avevano messo le costumiste era fin troppo semplice, camicia bianca, jeans neri, cappello stile ganster e occhiali da after.
    “Complicated
    Understanding what you can achieve
    Under-rated
    The one to win
    One who believes”.
    Le luci giravano sopra la mia testa, mentre la musica riempiva l'aria.
    Tolsi il microfono dal palo e cominciai a muovermi per il palco.
    “If I go away
    Would you follow me
    To that special place of tranquility
    Where the.. “.
    Guardavo la folla, il locale era veramente pieno. Nemmeno per Christina si era riempito...
    “River flows
    And the fields are golden
    Come on, come on
    Yeah!”
    Le coriste accanto a me partirono con il loro sonoro “BOOM”.
    “Here to rock ya
    Never stop, no
    Raise up high
    Oh, I'm
    Here to rock ya
    Never stop, no
    Raise up high..”
    Ogni mai frase un Boom, era un armonia perfetta.
    Mi rivolsi verso il pubblico e nelle prime file notai una ragazza veramente carina, bionda, forse con gli occhi chiari, non riuscivo a vedere bene con la luce, poi dietro di lei un ragazzo, ancora più carino di lei, moro con i capelli corti, indossava una canottiera bianca che lasciava intravedere il suo fisico.
    “Take no prisoners fight to win
    And you will survive falling reason
    Just be the flame and spirit come alive
    If I go away
    Would you follow me
    To that special place of tranquility
    Where the..
    River flows
    And the fields are golden
    Oooh
    Coooome on!”.
    Le ultime parole erano quelle che mi piacevano di più.
    Mi inclinavo con la schiena e davo sfogo ad un potente urlo.
    E di nuovo il ritornello, così allegro e così ritmatico!
    “Here to rock ya
    Never stop, no
    I'll free your mind, yeah
    Here to rock ya
    Never stop, no
    Raaaaaise up high!!”.
    Le coriste dovettero alzare il volume della voce per non farsi oscurare con i “Boom”.
    Il ragazzo si accorse che lo puntavo e si fece spazio ballando, dando spintoni e credo anche facendosi pestare i piedi un paio di volte, al palco.
    Cominciò a ballare guardandomi dritto in volto, era l'unico forse che lo faceva.
    Ora toccava a me dire un po' di Boom.
    “Oh yeah
    I
    I said boom
    I said boom
    Boom!”.
    Tutti si dimenavano, io compreso.
    Era arrivato il momento di togliere la camicia come da copione.
    Guardai il pubblico e mi accorsi solo a metà canzone che Anna mi aveva messo pure le cubiste ed i cubisti nelle gabbie. Amavo quella donna.
    Guardai le coriste, una di loro doveva avvicinarsi e strapparmi da dietro la camicia come alle prove, ma così non fu.
    Mi voltai verso di loro cercando un segno e Carla spalancò gli occhi e corse verso di me.
    Cominciammo a ballare mentre continuavo a cantare.
    Le luci del palco cominciavano a farmi sudare e quel cappello pure!
    “Fai veloce che sto morendo di caldo”. Sussurrai all'orecchio di lei.
    “Se stai fermo forse trovo il filo!”. Continuò.
    Due secondi e mi trovai con il petto verso il pubblicò mentre Carla lanciava la camicia nella sala.
    “Here to rock ya
    Never stop, no
    Raise up high
    Boom boom boom boom
    Here to rock ya
    Never stop, no
    Raaaaaise up high!”.
    L'ultimo urlo era la cosa che più mi tornava difficile perché dovevo metterci tutta la voce che avevo e contemporaneamente girare su me stesso.
    La canzone sotto andava avanti mentre tutti ballavano e si dimenavano.
    “I said boom
    Ooooh boom!”.
    Io ero in ginocchio sul palco con il pugno rivolto in alto.
    E così finì la mia esibizione mentre la base continuava sotto a far ballare tutti che urlavano e applaudivano”.
    Mi alzai e riguardai nella folla, il ragazzo non c'era più.
    “Grazie!”. Urlai un ultima volta e scappai dietro le quinte.
    Avevo il cuore che andava a mille.
    “Sei stato spettacolare!”. Mi ritrovai delle braccia rugose intorno al collo, e la faccia in una parrucca di riccioli neri.
    “Grazie Anna”.
    “Dovevo farti cantare anni fa!”. Disse porgendomi uno shot.
    “Ho appena cantato.. Non credo faccia bene..”.
    “Oh sei un dottore adesso? Butta giù e pensa cosa cantare settimana prossima!”.
    Battemmo i bicchieri e via giù.
    “Vodka? Oh Cristo Anna! La prossima volta prepara la tequila!”. Dissi ridendo.
    “Ripetimi che canzone era”. Disse entrando negli spogliatoi.
    “Mi prendi in giro?”. Dissi richiudendo la porta.
    “Michela, settimana prossima voglio che il suo pacco venga messo più in mostra”.
    “Certo Anna”.
    Michela era una donna sulla cinquantina, fumava come il brucaliffo di Alice e buttava giù più gin di un inglese.
    “Grazie per il vestito Michela”. Dissi dandole un bacio su quel viso troppo truccato.
    “Vai artista”. Disse dandomi una pacca sul culo.
    “Seriamente non hai capito il titolo della canzone?”. Dissi mentre oltrepassavo la porta della sala.
    La musica era ancora alta e sul palco c'era il solito DJ a proporre sempre i soliti pezzi.
    Mentre attraversavo la sala per seguire Anna, tutti esultavano al mio passaggio.
    Una ragazza mi chiese di autografargli il tovagliolo, “Sai nel caso sfondassi”... lasciamo perdere..
    Avevo perso la parruccata della mia capa, e dato che c'ero andai al bar.
    “Leonardo! Un mojito grazie!”.
    Leonardo era il barista più strano che avessi mai visto, riusciva a rimorchiare più lui di tutti noi altri messi assieme.
    Mi guardò e fece cenno di si con la mano.
    Il locale era strano, questo è da dire, i baristi dovevano andare a giro con pantaloni attillati e un semplice gilè nero, le cameriere in bichini con le orecchie da coniglio, e noi camerieri con dei pantaloncini più stretti di una taglia, però eravamo il miglio locale notturno della città.
    “Ecco a te addominali”. Disse passandomi il mojito.
    “Allora che mi racconti?”. Dissi mettendomi a sedere su uno sgabello.
    “Che ho vinto una scommessa con Jessica!”. Disse alzano la mano pronto per ricevere un cinque.
    “Wow! Grande! Che scommessa?”. Chiesi dando una sorsata al mojito.
    “Chi riusciva a portare a letto uno prima, e be' il chitarrista di ieri sera, mi ha letteralmente prosciugato!”. Disse toccandosi il pacco da sopra i pantaloni.
    “Ottimo, io non batto chiodo da due settimane”. Proprio appena finì la frase, sentì una mano sulla mia spalla.
    Mi voltai ed era il ragazzo con la canottiera bianca.
    Non disse nulla, mi guardò e si avvicinò così rapidamente che rimasi fermo.
    La sua lingua toccava lieve la mia, quasi con timore, le sue labbra erano rigide e impietrite, come se quello che stava facendo lo rendesse pieno d'ansia.
    Quando si staccò aveva il respiro accelerato.
    “Dicevi?”. Disse Leonardo dietro di me.
    “Eh be' non ho capito bene quello che mi ha detto sai?”. Risposi senza staccare gli occhi dal ragazzo, che smise di sorridere.
    Si voltò e stava per andarsene quando lo presi per la mano e sta volta la mia lingua invase la sua bocca.
    Non era più un tocco lieve, era un vero e proprio scopare di lingue, le labbra erano si ancora dure, ma un duro piacevole, sexy da strapparsi i vestiti in quel momento.
    Mi staccai da lui e lo fissai negli occhi scuri.
    “Aspettami qui, vado a prendere la mia roba”. Dissi mettendolo a sedere al mio posto.
    “Leo, se me lo fai andare via, giuro ti stacco le palle e le uso come olive per il martini”.
    Leonardo rise e fece il segno dei giovani lupetti, anche se non ho mai capito cosa significasse, accettai e mi voltai verso gli spogliatoi.
    “Hei hai visto che pezzo di gnocco c'è al bancone?”. Mi voltai e c'erano Jessica e Marta a parlare li vicino.
    “Quello con la canottiera bianca?”. Chiesi io.
    “Si, quello col tatuaggio”. Continuò Jessica.
    “Facciamo una scommessa?”. Dissi ripensando alle parole di Leonardo. Lei si voltò con occhi preoccupati.
    “Eh no cicci qui si fa buca! Tutti gay quelli che entrano da quella porta?!”.
    In quel momento, tutti e tre girati verso la porta, entrò una vecchia conoscenza del locale, non che amica di Anna, la Miss per eccellenza Lady VanBobber, alias di Fabrizio Pladi, che si diresse verso l'ufficio di Anna.
    “Basta mi ritiro tra le monache di Monza! Forse li becco più piselli!”. Disse entrando in cucina.
    “Be' buona serata chiappe sode”. Disse Marta dandomi una pacca sul culo come poco prima Michela.
    Devo mettere una tassa a chi mi tocca il culo sopra i vestiti, una toccata 2 euro.
    Presi la mia roba e tornai velocemente in sala, lui era ancora li con il mio mojito ad aspettarmi.
    “Vogliamo andare?”. Chiesi avvicinandomi.
    “Devo prendere il giubbotto al guardaroba”. Disse, non lo avevo ancora sentito parlare, aveva una voce profonda, cupa e sexy da morire.
    “Andiamo allora”. Dissi prendendolo per mano.
    C'era molta gente, non volevo perdermi uno sul quale avrei potuto suonare lo xilofono sui suoi muscoli dell'addome.
    “Riki, passami il giubbotto.. Che numero hai?”. Chiesi voltandomi.
    “Il cinquantasette”.
    “Cinquantasette!”. Dissi poggiando la targhetta arancione con il numero sul tavolo.
    “Ecco a te mister voce, hai cantato benissimo!”. Disse battendomi il pugno.
    “Grazie Riki!”.
    Riki era un sud americano spettacolare, non uno di quelli che si vede in copertina, palestrato, bonazzo da strappargli le mutande a morsi, ma uno di quelli cicciottelli che sparano cazzate e sanno di tutto sulle cose più assurde.
    “Devo pagare..”. Disse canottiera a Riki.
    “Gli amici dei miei amici sono miei amici”. Disse Riki facendogli l'occhiolino.
    “Ci vediamo domani sera Riki”. Dissi dirigendomi all'uscita.
    Aprì la porta e fuori trovai Ema. Il. Colosso. Dei. Buttafuori.
    “Smilzo scappi già?”. Disse guardandomi. Lui era enorme, tutto muscoli, niente ciccia, fin troppo cervello.
    “Serata alternativa sta sera”. Dissi mentre il mio accompagnatore usciva.
    “Solitamente le tue serate alternative hanno inizio con una solenne sbronza e finiscono con una solenne vomitata”. Disse prendendo il sigaro che aveva in tasca.
    “Sta sera no”. Dissi allontanandomi e salutando con la mano.
    “Casa mia o tua?”. Chiesi.
    “Oh be' tua? Da me c'è mia sorella e..”.
    “E non sa che ti piace suonare il flauto”. Dissi facendogli l'occhiolino.
    “No, no è con il suo ragazzo”. Disse.
    “Capito, comunque casa mia è qua dietro”. Dissi svoltando a sinistra.
    Mi fermai alla quarta porta.
    “Wow vicino al lavoro vedo”. Disse lui sorridendo e mostrando i suoi perfetti e bianchi denti.
    “Be' le botte di culo capitano”.
    Presi le chiavi dallo zaino e aprì la porta.
    “Perdona la confusione, io sto con mio fratello e be' diciamo che se vedi delle mutande su una lampada... lasciale li che non so nemmeno se sono sue o di qualche suo amico”.
    “Piacciono i ragazzi anche a tuo fratello?”. Chiese mentre lo facevo entrare.
    “No, che io sappia, solo che i suoi amici prendono casa nostra come un ostello”.
    Chiusi la porta dietro me e voltai.
    Neanche il tempo di guardarlo che già mi aveva preso e avvinghiato a lui.
    Era si più alto di me, più muscoloso di me, ma non pensavo fino a quel limite, mi alzò tenendo le sue mani sotto il mio culo portandomi alla sua altezza, mentre io un po' impacciato, mettevo le gambe contro i suoi fianchi e lo stringevo a me.
    Eravamo al buio davanti alla porta ancora con i giubbotti addosso.
    “Scusami..”. Disse poggiandomi a terra.
    “E di cosa, mi piace!”. Dissi prendendolo per il giubbotto e portandolo a me.
    Gli tirai giù la cerniera e gli tolsi il giubbotto.
    Lui fece uguale e poi mi allontanò.
    “Scusami... sei tipo il terzo ragazzo che bacio..”.
    Grande, grosso e pure giuggiolone!
    “Tranquillo, vuoi andare di la? Sai qui all'entrata solitamente lo faccio col postino, se viene a saperlo si potrebbe offendere”. Dissi a battuta e lui accennò un sorriso scuotendo la testa.
    “Vieni, andiamo in cucina”.
    Accesi un paio di luci e arrivammo nella cucina.
    “Acqua? Vino? The? Alcolici vari?”. Chiesi.
    “Acqua va bene, grazie”. Disse mettendosi a sedere.
    “Io mi faccio un bicchierozzo di vino”. Dissi aprendo il frigo.
    “Allora prime esperienze.. hai avuto fegato ad abbordarmi al locale”. Dissi.
    Ancora una volta mi prese alla sprovvista e mi infilò la lingua in bocca, per poi allontanarsi.
    “Scusa scommetto..”. Dissi.
    “No, ti stava scivolando una goccia di vino dal labbo, non volevo si sprecasse”.
    “E sei solo al terzo ragazzo?”. Chiesi sbalordito.
    “Non è che sotto sei..”. Dissi alludendo alla grandezza.
    “Oh no, no, tocca pure se vuoi”. Disse alzandosi in piedi mettendo il suo pacco sigillato dentro dei jeans davanti al mio naso.
    “Oh be' c'è tempo”. Dissi guardandolo.
    “No no, tocca pure”. Disse tirandosi su la canottiera.
    Un invito così non si rifiuta.
    Poggiai il bicchiere sul tavolo e misi la mano sul suo pacco.
    Sentivo l'asta sotto la stoffa, era moscio si, ma già abbastanza lunghino, scesi e tastai le palle, due meravigliose palle.
    “Dimmi un po', alleni anche lui in palestra?”. Dissi a battuta.
    “Lui lo allenavo in casa davanti ai porno”. Disse rimettendosi a sedere.
    “Be' si potrebbe far allenare anche adesso..”. Dissi facendo salire una mano lungo la sua gamba.
    “Che ne dici se ci andiamo piano?”.
    “Sei il primo che becco in un locale che mi dice Andiamoci Piano”.
    Dissi riprendendo il bicchiere.
    Chiacchierammo per un po', poi gli chiesi se aveva voglia di trasferirsi in camera.
    Entrati lo feci accomodare.
    “Senti, vado un secondo in bagno a togliermi il trucco dal viso e cambiarmi, ok?”. Michela esagera un po' con i fard.
    “Ok”. Disse lui sdraiandosi sul letto.
    Mi cambiai veloce, struccai ancor più veloce e tornai dal “andiamoci piano”.
    Entrai in camera e lo trovai nudo con la chitarra di mio fratello a coprire il pacchetto.
    “Suoni?”, mi chiese.
    “No, è di mio fratello”. Dissi chiudendo a chiave la porta dietro di me.
    “Be', bella chitarra”. Disse.
    Aveva un fisico mozzafiato, l'addome andava giù meravigliosamente, formando sui fianchi la meravigliosa V che tutti i ragazzi vorrebbero, i pettorali erano pieni, così pieni che se li mordevi poteva uscire il nettare degli dei, le cosce, che cosce possenti, era tutto un muscolo.
    “Non volevi andarci piano?”. Dissi.
    “Be' si, ma come prima sera, vederci nudi direi che è un andarci piano”. Disse sorridendo.
    “Ah solo vederci da lontano?”. Dissi io avvicinandomi un po'.
    “Anche da vicino se vuoi”. Continuò avvicinandosi.
    “Direi che mi sta bene”. Mi tolsi la maglia e rimasi solo con i pantaloni della tuta, non portavo nemmeno le mutande.
    “Mi eccita quando mi spogliano..”. Dissi.
    Poggiò la chitarra alla libreria e potei finalmente vedere la meraviglia.
    Altro che cazzi, ne avevo visti, ma lui aveva una vera anaconda che si stava svegliando la sotto.
    Mi prese come prima all'entrata e mi buttò sul letto.
    Sentivo il suo cazzo sbattermi sulle gambe ancora nascoste dai pantaloni.
    Sentì le sue mani entrare nei pantaloni e toglierli con violenza. Cosa che mi eccitò da morire.
    Presi il suo volto tra le mani e lo portai al mio, mordevo quelle labbra, mentre lui mi teneva la testa per i capelli, sentivo la sua mano schiantarsi contro il mio culo, ed ogni schiaffo ne volevo altri.
    Mi immobilizzò sotto di lui e cominciò a mordermi il collo, sentivo i suoi denti passare da una parte all'altra, sentivo la sua lingua strusciare lenta sul mio pomo.
    Si mise a sedere sopra di me.
    E mi guardò fisso.
    “Prima sera... ci stai senza penetrazione e pompe?”. Disse.
    “Ci sto, basta che continuiamo a farlo così”.
    “Così come?”. Chiese lui liberandomi.
    “Con violenza”. Dissi buttandolo sul letto e bloccandogli le braccia sulla schiena mentre gli leccavo il collo.
    “Cazzo si, mi eccita da morire”. Sussurrò.
    Continuammo per un ora o poco più. Graffi, schiaffi, morsi, strusciamenti, era l'apice della sensualità senza commettere l'atto allo stato puro.
    Alla fine cominciammo a tirarci due seghe e lui venne prima di me, schizzandosi tutto il petto e anche il viso.
    Sentivo che stavo per venire pure io, così mi voltai verso di lui e lo presi per baciarlo.
    Sentì il mio sperma toccarmi con due schizzi il collo ed il petto.
    Eravamo li sudati sporchi di sperma e ci guardavamo.
    “Sai una cosa, non so neanche il tuo nome”. Dissi passandogli dei fazzoletti.
    “Louis”.
    “Louis? Sicuro che non sia un soprannome?”. Chiesi pulendomi il collo.
    “Mamma francese”.
    “Capito, be' piacere Claudio”. Dissi porgendo la mano.
    Guardai la sveglia sul comodino.
    “Rimani qui sta notte?”. Chiesi poggiando la mano sul suo petto caldo.
    “Volentieri”. Disse sorridendo e portando le sue labbra sulle mie.

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    Bellissimo esercizio di stile basato su una foto.
    Interessante anche l'ambientazione da locale notturno gay all'americana, la descrizione dello show è stata avvincente.
    Bravo.
     
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  3. Jack930
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    CITAZIONE (deus makina @ 11/12/2014, 15:30) 
    Bellissimo esercizio di stile basato su una foto.
    Interessante anche l'ambientazione da locale notturno gay all'americana, la descrizione dello show è stata avvincente.
    Bravo.

    La maggior parte dei miei racconti si basa partendo da una foto ;)
    E il locale diciamo che è si in stile americano, ma se ne possono trovare alcuni anche in Italia
     
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    Notevole! Bravo :)
     
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  5. Albert De Klerc
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    Uno dei migliori racconti mai letti qui sopra .... davvero bello. Continua.
     
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    La maggior parte dei miei racconti si basa partendo da una foto ;)
    E il locale diciamo che è si in stile americano, ma se ne possono trovare alcuni anche in Italia
    [/QUOTE]
    No, dimmi dove stanno sti locali che mi ci fiondo! XD
     
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  7. Jack930
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    Il seguito di BOOM, sempre nel magnifico locale ;)
     
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  8. Bluelion
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    Molto originale.
     
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    buono a sapersi
     
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  10. aramis1
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    Notevole, attendo il seguito
     
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  11. Jack930
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    CITAZIONE (aramis1 @ 12/4/2015, 09:49) 
    Notevole, attendo il seguito

    Eccolo
     
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10 replies since 11/12/2014, 01:10   3407 views
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