SCOPANDO IVAN NEL CINEMA PORNO

Diario di un play-gay.6

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    ATTENZIONE
    CONTENUTO EROTICO E SESSUALE
    QUESTO RACCONTO NON E' ADATTO AD UN PUBBLICO MINORE DI 18 ANNI
    SE SEI MINORENNE TI INVITIAMO A LASCIARE IMMEDIATAMENTE QUESTA PAGINA



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    Spaventato dall’esperienza con il maghrebino che nel vagone fermo alla stazione aveva cercato di infilarmi il suo cazzo color carbone nel buco del culo, cominciai a frequentare i cinema porno. L’idea germogliò un poco alla volta nella mia mente.
    Qualche mese prima con la comitiva di amici che studiavano nello stesso convitto universitario eravamo andati a vedere un pornazzo al cinema. Ricordo che per esorcizzare l’imbarazzo ridevamo forte, facevano schiamazzi e commentavamo in maniera grossolana le tette della porno star o i cazzi esagerati dei negri che “recitavano” nel film. Io soprattutto quei cazzi guardavo, o meglio contemplavo i corpi dei maschi e nello stesso tempo sbirciavo l’espressione dei miei amici per capire se in fondo qualcuno di loro fosse stato così aperto mentalmente da ammirare non solo il corpo femminile, ma anche quello maschile.
    Intanto uno dei miei amici ridendo forte aveva notato che qualche fila dopo la nostra un signore maturo solitario si stava segando. Nella mia mente si impresse l’idea che in quei cinema non ci si andava solo per vedere, ma anche per … toccarsi. Magari anche per toccare qualcuno vicino e a disposizione.
    Il passo successivo avvenne con la birra. Stavo a una festa organizzata dai ragazzi di architettura, bevvi una birra dietro l’altra e mi venne una strana frenesia. Uscii dal cortile universitario dove a cielo aperto si teneva la festa e svoltate due tre strade entrai nel cinema aperto di notte. Mi sedetti, ma quando vidi che c’era gente in movimento ai bordi della platea mi alzai anche io. Cominciai a girare sui due piani e nel buio rischiarato dalla luce del film, e nello stesso tempo velato dai fumi delle sigarette capii che tutto un mondo misterioso si muoveva.
    Entrai in bagno e vidi gli orinatoi. Allora, come ormai facevo da qualche tempo nei cessi della stazione, tirai fuori il pisello e cominciai a pisciare: la birra invogliava a farlo, ma in quel posto chiuso con maggiore sicurezza potevo accarezzare il mio pene a lungo e senza nessuna preoccupazione di nascondere il gesto. Si avvicinò un signore maturo, calmo, vestito in maniera sportiva con un borsello a tracolla e con altrettanta disinvoltura tirò fuori il suo pene e cominciò ad accarezzare… no, non il suo! Cominciò ad accarezzare il mio pene.
    Allora avvenne una rivelazione per me… il signore mi disse: “hai un cazzo grosso, che nella vita non guasta mai!” Davvero non avrei mai immaginato di avere un cazzo grosso, sopra la media. Sono alto e snello. Ma ero sempre stato abituato a pensare che come c’erano altri ragazzi più muscolosi di me, allo stesso modo i loro cazzi dovevano essere più grossi del mio. In proporzione. Il mio lo vedevo medio e tutto sommato insignificante. Invece in verità era grosso sopra la media.
    Lieto di questa rivelazione, il signore mi portò nel bagno nel cinema, mi fece salire sulla tazza del bagno e mi succhiò il pene. Lo inghiottiva o lo rigirava nella sua lingua sapiente. Dopo un po’ diedi segno di stanchezza: a me non piacciono i “signori” ma i ragazzi! E la cosa finì lì, ci salutammo con garbo e reciproca educazione.
    Quella sera ero troppo ubriaco e tornai a casa, segnando nella memoria quella nuova esperienza. Nelle settimane successive cominciai l’esplorazione nel nuovo mondo misterioso ed oscuro dei cinema porno.
    Trovai. Trovai uomini di tutte le età, di tutte le taglie, di tutte le condizioni sociali, belli, brutti. La democrazia insomma! Io mi sedevo e qualcuno si sedeva vicino a me, cominciava ad accarezzarmi la gamba, a quel punto io mettevo la mano sulla cerniera e raccoglievo nel palmo il pene da sopra il pantalone. L’altro capiva che io ci stavo e allungava la mano all’altezza del pene. Io abbassavo la zip e lui prendeva in pugno il pene che ormai svettava liberato dallo slip. Nella semioscurità e nella totale impudicizia del cinema il passivo poteva anche piegarsi in avanti col busto e inghiottire il pene. Chissà quanti schizzi di sperma erano disseminati tra le poltroncine, un vero groviglio di DNA…
    Se decidevi di andare fino in fondo andavi nei bagni. Lì ci si abbassava i pantaloni e turandosi il naso – dato il posto – ci si avvinghiava l’uno dietro l’altro, col passivo che di solito appoggiava la fronte sul braccio piegato in avanti e il braccio sul muro.
    Ma a volte vidi scene di estrema libidine in cui, nelle ultime file un giovane abbassava i pantaloni, mostrava senza alcun problema il culo e sotto lo sguardo di altre persone veniva inculato.
    So che in passato nei cinema avvenivano begli incontri e i ragazzi andavano tutti là a trovare l’amore. Ma quando cominciai a frequentare io l’era dei cinema porno volgeva alla fine. I gay si orientavano verso i locali – saune, cruising bar, discoteche omo con darkroom – nei cinema rimanevano invece i vecchi, incapaci di intercettare le nuove mode, e i prostituti che sempre più numerosi affluivano dai paesi di immigrazione per fare concorrenza ai marchettari italiani.
    Per avere corpi giovani e freschi decisi di pagare. Non ancora guadagnavo allora, ma avevo appena finito i quindici mesi come ufficiale di complemento. Per nove mesi, dopo il corso allievi ufficiali, ero stato pagato come un Sottotenente e avevo messo i soldi da parte. Ora potevo togliermi qualche sfizio.
    Vidi un ragazzo snello e sexy come piacciono a me. Si chiamava. Oddio, come si chiamava? Sì, Ivan si chiamava. Era proprio quel che a Milano si definisce un “culattone” perché aveva un corpo alto e snello, ma dai jeans sbocciava un grosso culo carnoso. Abbassato i pantaloni esso si rivelava bianco e glabro. Lui si inchinò davanti a me e mi fece il pompino di rito. Poi si voltò, si mise a novanta gradi e io infilai le mani nella sua bella camicia nera sbottonata in alto fino ad andare a toccare i suoi capezzoli come se fossero due seni di donna, allargando le palme sui pettorali e soppesandoli. Intanto col cazzo puntavo il buchetto e affondavo sempre di più, sentivo il culo fresco e carnoso che si apriva e lasciava entrare il cazzo.
    Ahha ahahah gridava spalancando la bocca e a me venne di mettergli un dito in bocca, mentre con i denti gli mordicchiavo l’orecchio.
    Andammo avanti così a lungo nel cesso del cinema porno. Poi a un certo punto il piccolo professionista del sesso – 19 anni appena compiuti – si ricordò di avere una fiorente attività commerciale… allora si sfilò dalla penetrazione si mise in ginocchio davanti al mio cazzo e mi segò rapidissimamente per farmi arrivare. Alla eiaculazione si scansò con abilità dalla traiettoria, ma uno schizzo di sperma gli rimase appiccicato sulla bella camicia nera.
    Lo pagai una miseria. Ci scambiammo i numeri.
    Mi dimenticai di lui.
    Poi un giorno, un anno dopo, ero a casa di una mia amica, matura professoressa di filosofia. Erano le cinque e l’elegante signora nel suo salottino mi offriva una fetta di torta e un tè.
    Mentre lei era in cucina a portarmi il tè bollente, squilla il mio cellulare.
    - Ciao sono Ivan, ti ricordi?
    - Sì, ma stavolta non ti pago.
    Risposi sotto voce. Fissammo appuntamento per un incontro di sesso stavolta non mercenario.
    La professoressa sorrise: è una tua amica?
    Sì, sì una mia amica. Sorrisi come un angioletto.



    Nota Bene: quello esposto è un puro racconto di fantasia. Ogni riferimento a persone esistenti, a luoghi o a fatti realmente accaduti è assolutamente casuale.
     
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  2. Ignazio.
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    Belli certi punti, ben curato il testo. Ma altri punti un po meno che lo rendono poco adulto secondo me, :)
     
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    ah sono curioso
    dimmi quali sono i punti + e quelli -
     
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  4. Ignazio.
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    Tipo la parte finale, le conversazioni un po' "infantili" insomma non un racconto curato a 360° :)
     
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    hahah nel salotto della matura professoressa :D

    ok
     
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  6. 19mark95
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    ma voi siete mai stati realmente in un cinema porno? io no
     
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    beh se leggi il racconto la descrizione è così minuziosa che il sospetto che l'autore ci sia stato è forte... :D

    però a un ragazzo gay di oggi lo sconsiglierei

    i tempi sono cambiati e oggi ci sono modi migliori per incontrarsi


    allora accade questo

    quando avviene un cambiamento

    i vecchi luoghi di incontro rimangono popolati solo da quelli che non sono in grado di accogliere il cambiamento, per cui la qualità crolla.


    però a volte fantastico su come doveva essere negli anni cinquanta o sessanta un incontro furtivo in un cinema...
     
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6 replies since 1/11/2014, 23:07   6835 views
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