NEL VAGONE FERMO ALLA STAZIONE

Diario di un play-gay. 5

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    ATTENZIONE
    CONTENUTO EROTICO E SESSUALE
    QUESTO RACCONTO NON E' ADATTO AD UN PUBBLICO MINORE DI 18 ANNI
    SE SEI MINORENNE TI INVITIAMO A LASCIARE IMMEDIATAMENTE QUESTA PAGINA



    ========================================================

    Tornai in Italia e decisi di andare sempre più a fondo. Prendevo gli autobus, arrivavo alla stazione, entravo nel bagno pubblico e cominciai a portarmi qualche ragazzo adocchiato nell’orinatoio nel cesso. Lì al buio, ricevetti il pompino da un ragazzo che aveva marinato la scuola. Era un simpatico paffutello, con un viso a cartone animato. Si inginocchiò sullo zaino e me lo prese in bocca. Sentivo la freschezza della lingua che girava attorno al mio cazzo. Ogni tanto mi piegavo anche io a novanta gradi per succhiare il suo pisellino che non divenne mai duro durante l’atto. Ci lasciammo con la promessa di rivederci il giorno dopo al suono della campanella. Non si fece mai più vedere. Ma pazienza: stazione di città, gente che va, gente che viene…
    In una scassatissima città del Sud, la notte c’erano vagoni ferroviari aperti di treni ormai in disuso. Ci si vedeva ai cessi della stazione, ci si faceva un gesto di intesa e a distanza di qualche metro ci si incamminava verso il vagone fermo. Si saliva la scaletta e si era in una cuccetta, dove si potevano abbassare i pantaloni, ma sempre con l’orecchio ben attento nella notte a percepire ogni rumore di allarme. Ma in realtà per quanto vi fosse rischio la cosa andava sempre bene. Vidi un bel ragazzo, era di altezza media, muscolosa, un viso di operaio, lo adescai. Mentre ci avviavamo al vagone capii la sua condizione: era visibilmente zoppo, camminava a fatica e tutta la sua figura diventava sgraziata nel movimento, ma una volta sul vagone si abbassava i pantaloni e mostrava la dote che la natura gli aveva dato per compensare la gamba zoppa: un pene lungo e largo, grande e grosso. Io succhiavo lui, lui me per lunghissimo tempo, per parecchie volte. Aveva anche un bel culo tondo, ma non volle mai darmelo, né chiese mai il mio. Alla fine mi chiedeva, per far finta di non essere omosessuale, mille lire di compenso…
    Una sera che lo zoppo non c’era trovai un maghrebino, era sui trenta anni, una decina circa più di me. Andammo sul vagone. Era gentile, ma veniva da un paese in cui l’omosessualità è consentita se nascosta, ma l’essere passivi è un disonore. Capii che non era il caso di chiedergli una pompa, mi trovai a succhiarglielo. Ma come una anguilla me lo ritrovai dietro di me, le dita nerastre mi allargavano il buco, sentii il suo cazzo che si insinuava tra le mie chiappe. Mi divincolai, feci per andarmene, lui senza particolare ferocia ma come atto naturale mi chiese un prezzo per il riscatto…aprii il mio magro portafogli di studente universitario, e tirai fuori qualche mille lire e gliele diedi. Si accontentò, era un buon diavolo. Ma il turbamento e la prospettiva di essere inchiappettato dal nordafricano nel vagone morto della stazione mi spinse a cercare altri luoghi per il mio sesso. E trovai…
     
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  2. Ignazio.
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    Questo non mi intriga molto come racconto, :/
     
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    è un po un "memoriale" per cui si ripercorrono le prime esperienze senza inserire elementi di fantasia che renderebbero magari più eccitante il racconto
    in effetti sono arrivato al sesso completo per gradi e le prime esperienze come dici giustamente non sono stati molto intriganti

    poi è arrivato il sesso completo
    il sesso in pubblico
    il triangolo
    l'orgia
    hahhahah
    grazie a Dio non mi sono fatto mancare niente
     
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2 replies since 5/10/2014, 22:20   4007 views
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