NEI CESSI DELLA STAZIONE

Diario di un play-gay. 4

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    ATTENZIONE
    CONTENUTO EROTICO E SESSUALE
    QUESTO RACCONTO NON E' ADATTO AD UN PUBBLICO MINORE DI 18 ANNI
    SE SEI MINORENNE TI INVITIAMO A LASCIARE IMMEDIATAMENTE QUESTA PAGINA



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    Avevo diciotto anni e salii su un autobus affollato di ragazzi che uscivano dalla scuola; una ragazza un po’ tracagnotta mi si mise davanti e appoggiò il suo sedere sul mio pantalone. In un attimo il pene mi divenne duro e mi si aprì nella mente una nuova possibilità.
    Da allora di tanto in tanto cominciai a salire sugli autobus nelle ore di punta. L’autobus che parte dalla stazione Termini passa per piazza Venezia e va verso San Pietro era quello più interessante. Quando il vagone si riempiva, i corpi si avvicinavano: potevi fiutare il profumo del ragazzo sul collo, era lui stesso ad accostare il culetto o la manina al pantalone da cui si gonfiava il pene. Cominciai a pensare che anche il ragazzo più etero, nella calca, gradisse di sentire dietro la schiena il ferro caldo di un maschio. A volte capitava che un ragazzo mentre era abbracciato alla sua ragazza tendeva il sedere per agganciare il mio pene o la mia mano “distratta”: mano morta come si dice in gergo.
    Momenti deliziosi erano quando ci si trovava viso a viso: le labbra quasi sfioravano l’orecchio dello sconosciuto, le dita si toccavano sul palo a cui si reggono i passeggeri, in basso i cazzi duri nei pantaloni si toccavano e si masturbavano a vicenda.
    Non mi capitò mai di scendere con lo sconosciuto di turno, di portarlo da qualche parte e finire il lavoro: anzi incominciare il lavoro vero; perché senza dubbio era frustrante questo sesso appena accennato, tra gente sudata e borseggiatori interessati a usare le mani per altri scopi…
    Però a un certo punto la storia cominciò ad avere uno sviluppo interessante. L’autobus arrivava alla stazione e lì dopo che mi ero a lungo strusciato con un ragazzo mi venne voglia di andare i bagno: i bagni della stazione dunque! Sporchi, schifosi, e pieni di odori facilmente riconoscibili. Lì c’erano gli orinatoi in verticale e mi accorsi che più di uno sostava per troppo tempo col pisello in mano. Problemi di prostata? Ma no! Con le dita armeggiavano sul cazzo, con gli occhi guardavano al vicino. Mi inserii nella fila e anche io cominciai a segarmi il pisello, di tanto in tanto qualche mano si allungava per toccarmelo. Ma erano mani raggrinzite di vecchi, raramente si trovavano giovani come piacciono a me, al massimo qualche volta un parrucchiere.
    Eppure era bello vedere il militare in mimetica, che poggiava lo zaino accanto e tirava fuori il suo cazzo per farsi vedere e vedere anche lui.
    A quel tempo il mio sesso era questo: pigiarsi in autobus e poi guardarsi nei cessi della stazione. A interrompere questa routine venne il viaggio in America: il viaggio dei venti anni. Tutto era meraviglioso: i grattacieli di Manhattan, le stradine di provincia immerse tra gli alberi con luci gialli catarifrangenti ai bordi e sulla linea tratteggiata, i miei cugini italo-americani mi trattavano con grande affetto e mi viziavano: birra in quantità e hamburger giganti. Peccato che fossero omofobi, come gli italoamericani in genere: Charlie era alto, biondo con gli occhi azzurri, un ragazzo da telefilm; peccato che ora sia un obeso italo-americano. Steve era più muscoloso, con un labbro leporino e occhi chiari su due schiocche rosse come mele nelle guance: aveva un successo pazzesco con le ragazze, a volte se ne portava due per sera, ora anche lui è un obeso. Leonard no, non è diventato obeso, lo era già allora, ma con la sua aria da gattone affettuoso si è sposato con una bella donna americana magra, che dopo il matrimonio è ingrassata!
    Ma torniamo a noi: i cugini, versione inoffensiva dei Soprano’s, mi portavano nei locali dove si ballava “Mr Boombastic say me fantastic!”…” touch me in my back…”. I corpi scendevano e risalivano nella danza orgiastica: la ragazza in mezzo e due maschi davanti e di dietro. Io bevevo birra come non avevo mai fatto prima: quella birra americana senza qualità, tutta quantità: bassa gradazione alcolica, che ti permetteva di berne tantissima e ti gonfiava la pancia alla Homer Simpson. Stavo per vomitare, stavo per eruttare birra anche dalle orecchie, come il vulcano erutta la lava. Ma come un angelo venne Charlie, mio salvatore alto e biondo (e ancora magro): mi portò al bancone, mi prese un bicchierino di Jegermeister e ricordo il miracolo dell’amaro aromatico tedesco in mezzo a quella bolgia di americani: berlo fu come tirare lo sciacquone del water. Tutta la birra invece di risalire in un tragico riflusso gastroesofageo si incanalò come la meravigliosa cascata del Niagara verso la prostata e … pisciai, pisciai, pisciai!
    Ragazzi come si piscia bene con la birra. Un flusso giallo caldo mi liberava dall’angoscia, lo stomaco si rilassava come una persona che finalmente può allungare le gambe nel letto dopo aver viaggiato su una macchina scassata. Ma ai piaceri del pisciare si aggiunsero i piaceri del vedere: negli orinatoi accanto, tanti americani bianchi e neri con i loro cazzoni, anche loro mezzo ubriachi pisciavano birra. L’atmosfera era di stordimento: ognuno pisciava, si scrollava, si manipolava e con la testa ciondolante ci si guardava l’un l’altro. Il mio pene era gonfio, non rigido, di calda birra in corpo.
     
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  2. K. doll
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    Mi è piaciuto molto questo racconto!...dovrei pensare ad usare più spesso il bus in orari scolastici... :P
     
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    no caro non te lo consiglio ;)

    io ho raccontato la storia perchè così si faceva e così ho fatto

    ma ora c'è di meglio, molto di meglio:

    vai su un social network ti mostri, vedi l'altro come è , ti vedi su cam, incontri andate in un posto sicuro belli puliti e profumati e consumate completamente e in maniera profonda...

    non bisogna rimpiangere il passato, perchè come dice Jep Gambardella nella Grande Bellezza "il futuro è bellissimo"
     
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  4. enolagay
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    il seguito del viaggio? proprio nessun uccello sulle... Montagne Rocciose?
     
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    Guarda questo racconto si riferisce al mio viaggio nel 1996 e mi limitai a vedere i piselloni degli ubriachi
    poi nel viaggio del 2004 accadde una cosa eccitantissima con un ragazzo dominicano a New York ma lo racconterò in seguito perchè nel mio diario sto seguendo ovviamente la cronologia... :D
    la prossima volta racconterò le mie esperienze nei cinema tra 1999 e 2004 appunto.
     
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  6. 19mark95
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    un live praticametne :-)
     
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    si
    ovviamente ho cambiato i nomi dei personaggi e i luoghi
    in modo che nessuno possa essere riconosciuto contro la sua volontà - questo vale soprattutto per i ricordi che ancora devo trascrivere dove si parla di storie più intense

    ma tutto reale
    per questo non ho voluto abbellire i particolari e ho detto che ad esempio cercare sesso negli autobus e nei cessi era squallido
    ma così è avvenuto
     
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6 replies since 16/9/2014, 23:46   11346 views
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