Jack e Carlo (Nona parte)

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  1. aramis1
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    ATTENZIONE
    CONTENUTO EROTICO E SESSALE
    QUESTO RACCONTO NON E' ADATTO AD UN PUBBLICO MINORE DI 18 ANNI
    SE SEI MINORENNE TI INVITIAMO A LASCIARE IMMEDIATAMENTE QUESTA PAGINA



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    Ecco la nona parte, i commenti sono sempre molto graditi :rolleyes:

    “Max! Ci sei? Se non sei qui in cinque minuti non avrai un passaggio per il lavoro!” Max si girò sonnolento e gemette quando sentì la voce del suo fratellastro. Max era stato figlio unico finché la mamma non si era sposata di nuovo l'anno precedente. Così ora lui aveva un patrigno nuovo, un fratellastro e una solellastra. Si trovava bene col patrigno ma con il fratellastro e la sorellasta era una questione diversa. Cristian aveva 19 anni come lui ma non andavano d’accordo su niente. Chelsea aveva 15 anni e Max la trovava una stronza, ragione per cui le stava alla larga per il bene di tutti e due.
    “Max, svegliati cazzo!” Gridò Cristian battendo alla porta. “Se ti licenzieranno sai di chi è la colpa.”
    “Gesù, sono sveglio, finiscila di urlare!” Uscì di malavoglia dal letto e prese un paio di jeans. Erano strappati sulle ginocchia ma non si diede pena a cambiarli. La stanza era ancora scura e rapidamente aprì gli scuri per far entrare la luce. Il pavimento era coperto di vestiti, custodie di CD ed altre cose che non si era preso la briga di mettere via. Dopo il matrimonio della mamma era stato costretto a dividere la sua stanza con Cristian il cui letto era al lato opposto ed il pavimento in quella zona era più ordinato.
    Max sorrise, sapeva che Cristian odiava il disordine ed era parte della ragione per cui lui era così disordinato; godeva ad importunare il fratellastro. Aprì il suo guardaroba e si accorse che non c’erano vestiti puliti, allora prese una camicia nera dal cassetto di Cristian e se la mise. A Cristian non piaceva che lui si mettesse i suoi vestiti ma a Max veramente non poteva importare di meno.
    Aprì la porta e la sbatté dietro di se prima di uscire dove Cristian lo stava aspettando accelerando impazientemente. “Cazzo, tu sarai in ritardo per il lavoro ed io per l'università. Molte grazie.” Mormorò sarcasticamente. Max sorrise, vedere Cristian incazzato aveva reso felice la sua mattina. “Ehi, quella è la mia camicia?” ed alzò un sopracciglio guardando attentamente il fratellastro.
    “Andiamo, saremo in ritardo.” Disse innocentemente Max ignorando il suo commento. Cristian aprì la bocca per protestare ma poi guardò l’orologio e partì.
    Max gettò uno sguardo al fratellastro, non avrebbe voluto ma sfortunatamente non poteva negare che il ragazzo era bello. Aveva una pelle leggermente abbronzata, occhi color del cioccolato fuso, capelli castani scuro disordinati ma curati e sopra tutto il suo corpo non era lontano dalla perfezione. Si guardò nello specchietto per verificare il suo aspetto: i suoi capelli erano della stessa lunghezza di quelli di Cristian; lunghi abbastanza per avere un’aspetto irsuto ma non lunghi abbastanza da sembrare femminili, ma i capelli di Max erano tinti di nero, gli piaceva dannatamente tingerli con colori casuali, ora erano rigati di blu scuro con orli rosa dove non aveva coperto l'ultimo colore. Sorrise, nonostante la mancanza di attenzione il suo aspetto non era male.
    Cristian si fermò davanti al negozio dove Max lavorava. “A dopo.” Mormorò prima di sbattere la porta della macchina per chiuderla. Sospirando e di malavoglia Max aprì la porta per un altro stupido e noioso giorno di lavoro.

    Dopo il lavoro Max estrasse il telefono per chiamare Carlo, per avere qualche cosa che rendesse la sua giornata più interessante, specialmente dopo quello che aveva detto a Jack la sera precedente. Sorrise chiedendosi quanto danno aveva provocato. Non che provasse antipatia per Jack ma non voleva che avesse Carlo.
    “Pronto?” Rispose Carlo dopo il primo paio di trilli.
    “Vuoi venire a consolarmi, baby?” Max sorrise mentre si dirigeva verso la fermata dell’autobus.
    “Ti devo parlare, Max, è abbastanza importante.” disse lentamente Carlo. Max aggrottò le ciglia, Carlo di solito non era così serio e gli venne da chiedersi di cosa volesse parlare. Probabilmente era di Jack, probabilmente era un po’ incazzato: “Sicuro, vuoi venire da me?”
    “Uh, ci sarò fra mezz’ora o giù di lì, ok?” La voce di Carlo sembrò goffa.
    “Bene, ci vediamo poi, bello.” La voce di Max era indifferente come se non si fosse accorto del tono dell’amico ed in quel momento il bus girò l’angolo.
    Quando arrivò a casa di Carlo lui era già era là seduto ad aspettarlo sul muretto. Max sorrise, Carlo come al solito gli appariva eccitante e gli venne leggermente duro solo al pensiero di fotterlo. “Ehi baby.” Sorrise mentre di avvicinava.
    “Ehi.” Carlo si alzò dal muro e sembrava stranamente nervoso.
    “Allora, cosa c’è?” Chiese Max mentre apriva la porta, mettendosi poi le chiavi nella tasca dei jeans e facendo segno a Carlo di entrare. Carlo entrò nel soggiorno familiare e si sedette sul divano mettendo i piedi sul vetro del tavolino. Max sorrise per come Carlo si comportava come fosse a casa sua e chiuse la porta prima di sederglisi accanto.
    “Io uh... ho bisogno di parlarti di una cosa,” Carlo mormorò guardandosi i piedi. Max alzò ansiosamente un sopracciglio aspettando che continuasse. “Noi abbiamo finito.” spifferò guardando finalmente Max. “Io amo Jack e voglio stare con lui, noi abbiamo finito.” Sospirò pesantemente ma sorrise un poco, alleviato per averlo detto. Ma quando guardò l’amico, sentì un tormento di rimorso. Nonostante i suoi difetti, a Carlo piaceva Max. Gli piaceva il suo atteggiamento divertente, la sua abilità di far diventare tutto eccitante e di farglielo sentire. “Io non posso più stare con te.” Mormorò per rimarcare il suo punto di vista considerato che Max non aveva detto ancora niente.
    “Vuoi dire...” mormorò Max piano chinandosi verso l’amico sul divano. “Tu sai perché?” Sussurrò, le sue labbra quasi all’orecchio di Carlo. Carlo non rispose, rimase fermo senza mostrare alcun genere di reazione. “Perché è probabile che Jack diventi il tuo ragazzo, ma lui non ti farà mai sentire come faccio io. Ti stai eccitando con lui perché è una novità ma alcune settimane ed implorerai per avermi di nuovo.” Max chinò la testa, le sue labbra strisciarono sul collo di Carlo. “Cosa senti quando lui ti bacia? Senti la stessa furia di quando baci me?”
    Carlo restò ancora fermo e non disse una parola. Max sorrise furbescamente, voleva arrivare proprio lì. “Ti fotte come faccio io, baby? Scommetto che non si avvicina nemmeno ad essere così libidinoso come sono io, scommetto che non riesce mai a farti venire come faccio io.” Le labbra di Max toccarono il collo di Carlo ed anche se non diceva nulla, Max vide i suoi occhi chiudersi e le sue labbra aprirsi leggermente.
    “Te ne pentirai, Carlo, tu hai dannatamente bisogno di me come io ho bisogno di te. Noi sappiamo quello che l'altro vuole ed é per questo che il sesso è sempre così fottutamente bello.” Max toccò con la punta della lingua il collo di Carlo mentre parlava abbassando la voce ad un tono morbido e seducente.
    “No, Max, io sto con Jack, non gli farò male di nuovo.” Mormorò Carlo, amava troppo Jack per fare una cosa che gli facesse ancora male, tuttavia non poteva fare a meno di essere eccitato dalle parole di Max. “Fermati...”
    Max si spostò più vicino a Carlo e fece scivolare le mani alla fibbia della cintura cominciando ad aprirla ma l’amico si costrinse a spingerlo via. Le sue guance erano rosse per l’eccitazione che Max gli procurava nonostante lui ormai si sentisse con un altro. “Io sono con Jack e questo è tutto Max, tu troverai qualcun’altro.” e si alzò per enfatizzare il suo discorso avviandosi verso la porta.
    “Lo so che troverò qualcuno altro Carlo, solo che non sarà come te.” Max gli fece allegramente l'occhiolino, non credeva che veramente Carlo sarebbe stato capace di rinunciare completamente a lui. Carlo si fermò un momento ma non rispose, lasciò la casa di Max chiudendo la porta dietro di se.
    Quando la porta fu chiusa Max si chiese se era vero che non erano più insieme. Non era solo sesso, lui aveva dei sentimenti per Carlo anche se tentava di non mostrarli quasi mai. Si morse un labbro poi dopo un momento prese il telefono, cercò il numero di Jack e schiacciò il pulsante di chiamata.
     
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