Tutto per una scommessa

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    IMPORTANT GAY

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    ATTENZIONE
    CONTENUTO EROTICO E SESSALE
    QUESTO RACCONTO NON E' ADATTO AD UN PUBBLICO MINORE DI 18 ANNI
    SE SEI MINORENNE TI INVITIAMO A LASCIARE IMMEDIATAMENTE QUESTA PAGINA



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    Eravamo seduti sul tavolino della gelateria con Martina,una mia cara amica,con lei ho condiviso tutto condiviso tutto,segreti e condiviso momenti belli e brutti della nostra vita.
    In quel momento stavamo chiacchierando e sparando un paio di stronzate come il solito davanti un bel caffè e lei un frappé al cioccolato e arriva una moto,precisamente una Honda CR500 da sui scende un ragazzo e lei,con voce alquanto inquietante mi dice “Scommetto che non hai le palle di andare a chiedergli il numero” mi voltai immediatamente verso di lei e con aria di sfida dissi “Aaah,cosa ci giochiamo questa volta?”.
    Ero pronto a tutto,questa volta non potevo fallire,soprattutto perché avevo già un gran bel piano,nulla potrebbe esser andato storto e allora dissi “E se perdessi?qual è la penitenza?”
    Lei ci pensò un po’ e alla fine esclamò”Dovrai pagarmi una cena di pesce in un ristorante di lusso!”alla fine della sua frase mi alzai e andai al bancone dove il ragazzo ne frattempo si era recato,quando fui ad un passo da lui gli dissi “Scusa,la vedi quella ragazza?” indicando la mia amica che ci dava le spalle mentre era seduta sulla sedia e lui mi rispose “Hemm…si” e proseguii “Non ha il coraggio di chiederti il numero quindi mi ha mandato per farlo al posto suo,lei dice che è una scommessa ma credo che ci sia un secondo fine dietro a ciò” con la faccia stranita ci pensò un attimo e poi alzò i sopracigli come se avesse cambiato idea e rispose “Ok,tra un paio di minuti devo partire e lo lascio direttamente a lei” gli diedi una leggiera pacca sulla spalla e gli dissi “Perfetto,scusami” e me ne tornai al tavolo.
    Giocai la parte del perdente e a voce bassa e con aria mogia esclamai “Hai vinto” e me ne rimasi in silenzio mentre la belva infieriva e continuava a girare il coltello nella piaga finché non vidi arrivare il motociclista con la sua tuta rossa e lasciò il bigliettino con il suo numero sul tavolo e a quel punto mi spuntò il sorriso e ci rimase veramente male,quando realizzò che aveva perso la scommessa mi puntò il dito contro e ancora mezza scioccata mi esclamò “Che pezzo di merda” e finì la frase ridendo e godendomi la vittoria esclamai come se parlassi di qualcun altro “Mi sa che qui qualcuno ha appena perso una scommessa”.
    Lei finì il frappé e poi appena montammo in auto e mi disse”Te lo saresti fatto eh,frocietto “ (lo disse in modo scherzoso visto che lei conosceva tutto di me compresa la mia omosessualità fin dalla nascita e a me non dava fastidio quando mi chiamava così,perché so che scherzava e non lo diceva con cattiveria) in quell’istante arrossì e con un po’ di entusiasmo risposi “Eh,non era malaccio” e lei dopo quella frase mi diede il foglietto con il suo numero e disse “Tienilo a me non serve” e per ringraziarla la strinsi a me.
    Misi in moto l’auto e ci dirigemmo a casa sua perché doveva andare via e poco prima di uscire lei mi disse “Grazie della giornata,e quei soldi della mia cena tienili per te e portare a fuori quel biker,ciao Ted” e chiuse la portiera.
    Mi diressi a casa e mi trovai sul tavolo della cucina ad isola con il foglietto di carta sulla mano sinistra e con il cellulare su quella destra ed ero li senza idee per come poter spiegare o se lasciar perdere e buttare nel cestino quel foglietto e dimenticare tutto.
    Decisi di salvare il numero e che ci avrei pensato il giorno seguente e che avrei continuato a lavorare sugli ultimi ritocchi della mia macchina,così da spostare la concentrazione su altro.
    Quindi iniziai a spostare le auto dal garage per fare spazio alla mia vecchia Alfa Giulia e finire di montare gli scarichi e finire qualche piccolo lavoretto e ci impiegai un po’ di tempo visto che volevo fare le cose per bene dato il costo dei pezzi quindi senza che me ne accorsi arrivò sera,quindi mangiai un boccone al volo e andai a letto distrutto e appena toccai il cuscino mi addormentai come un ghiro fino al mattino seguente.
    Fui svegliato in modo brusco dal rumore dell’aspirapolvere,mi sedetti a bordo del letto e andai subito a farmi un’altra doccia dopo aver appurato che la notte appena trascorso avevo sudato peggio di quando andavo in palestra e poi mi trovai di nuovo con il cellulare in mano ed ero indeciso sul da farsi quindi mi buttai e pensai “Tanto non sa chi sono,sono uno sconosciuto” quindi usai queste testuali parole
    “Ciao,sono il ragazzo del bar,quello della scommessa” il messaggio arrivò dopo un minuto circa “Ciao,la tua amica allora?” e risposi “Alla fine era solo una scommessa,per davvero….”
    La risposta si fece attendere ma alla fine arrivò “Nessun problema,comunque non mi ero presentato al bar,sono Daniel.” Ero abbastanza positivo sulla faccenda “Tranquillo,io sono Matteo,bella moto comunque,ne avevo avuta anche io una,dico solo che aveva la ruota davanti ancora nuova” e continuammo a scriverci e rispose “Ah si?è comprensibile che ad ogni accelerata si è in ruota alta” e cosi continuammo per un paio di ore fino a darci un appuntamento per trovarci e io proposi un raduno che si sarebbe svolto la stessa sera e così mi preparai.
    Durante il pomeriggio,verso le 3 circa mi arrivò un messaggio,era Daniel e scriveva “Hei,scusa ma la moto ha deciso di piantarmi in asso,credo che sta sera non ci sarò” al momento pensai che era una scusa perché non ha voglia o chi sa cosa,ma provai a smentire i miei pensieri e scrissi “Se vuoi posso venire a darti una mano,tanto non ho nulla da fare,se ovviamente mi dai l’indirizzo”.
    Ammetto che al momento ero quasi sicuro che avesse rifiutato e la risposta si fece attendere per ben 25 minuti finché sentì la vibrazione del mio cellulare e accorsi a leggere la sua risposta “Se non ti crea problemi,perché qui non riesco a venirne a capo” e mi diede l’indirizzo.
    Caricai alcuni attrezzi,mi misi dei vestiti più comodi e partì,approfittai del giro per provare la mia Giulia,e mi diede un bel po’ di soddisfazioni e soprattutto il canto del suo motore era fantastico,grazie ai nuovi scarichi in lega di titanio e giunsi all’abitazione di Daniel.
    Riconobbi subito qual’era casa sua perché era l’unica con una motard rossa nel vialetto con strumenti e stacci per terra e quindi mi avvicinai per suonare il campanello quando sentì una voce che urlava “Entra che è aperto e porta dentro la macchina” e così feci,entrai in retro e parcheggiai. Prima di metterci a lavoro facemmo due chiacchiere per conoscerci meglio e ci mettemmo all’opera e appurai di aver avuto lo stesso problema,ed era il getto del carburatore da sostituire perché imbrattava la candela ogni volta che si spegneva il motore e con il pretesto sostituì anche lo scarico con uno più performante che aveva già a casa.
    Dopo poco disse “Scusa ma con sto caldo mi tolgo ma maglia” e mi trovai di fronte a un ragazzo…veramente fantastico.
    Capelli neri un pochino lunghi e occhi verdi,strutturalmente era magro ma muscoloso,si potevano ammirare le fasce muscolari ben definite,spalle larghe e gli avambracci percorsi dalle vene ben visibili,ma la zona che più mi piaceva era quella del collo,il pomo d’Adamo ben visibile,un sorriso splendente come le stelle e un naso abbastanza sporgente e appuntito. I suoi addominali non erano quelli supergonfi che si vedono in palestra,ma modesti e ben definiti come piacciono.
    Insomma dire che era fantastico avrebbe voluto dire minimizzare la realtà ma feci una di quelle cose che mi riuscivano meglio,cioè mascherare i sentimenti e far finta di nulla e così montammo anche quello scarico e ci dirigemmo in un negozio specializzato per comprare il getto del carburatore e mentre eravamo in macchina ad un tratto continuava a fissare fuori dal finestrino e mi sembrava che ci fosse qualcosa che non andasse e quindi azzardai la domanda “Hei,tutto bene?” appena finita la frase si girò verso di me con gli occhi visibilmente lucidi e disse con voce tremolante “Si…credo di si” e avevo intuito che non andava tutto bene ma non mi spinsi oltre e continuai a guidare e dopo un chilometro sentì che iniziò a piangere,svoltai dentro una stradina e accostai,spensi il motore e iniziò a parlare e finalmente capì cos’era successo,era venuto a mancare il nonno.
    Mi venne naturale abbracciarlo e stringerlo a me e successe una cosa molto strana.
    Mi guardò dritto negli occhi e poi si avvicinò a me molto lentamente e però ero pietrificato e mi baciò,fu molto breve e a stampo e quando si staccò io rimasi molto perplesso sul gesto e qualche frazione di secondo dopo,si slacciò la cintura e smontò dalla macchina esclamando “Ma che cazzo sto facendo”
    Poco dopo uscì anche io dalla macchina,mi avvicinai a lui e mi disse “Scusami,non so che cazzo mi è preso”. Non mi sembrava giusto approfittarne della e cercai di consolarlo e di tirarli su il morale.
    Passammo quasi un ora appoggiati alla macchina parlando e cercando di farlo tranquillizzarlo e poi partimmo e sistemammo la moto,l’appuntamento di quella sera saltò e tornai a casa,emozionato ma pensieroso.

    FINE PRIMA PARTE
     
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  2. Langidus97
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    Promette bene, ti sei concentrato sul lato emozionale mi pare di capire...
    Suggestions: controlla meglio l'ortografia;
    Il racconto è finito abbastanza bruscamente; per esempio avresti potuto dire cosa ha detto per tranquillizzarlo..


    Ansioso di conoscere gli sviluppi!
     
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1 replies since 1/8/2014, 01:51   4902 views
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