Quella domenica in piscina

Ingresso nell'appartamento.

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    L'Amore con la A maiuscola, non guarda al sesso dell'amato, ma negli occhi per perdersi nella sua anima, fondendosi in un universo perfetto ed armonico, attraverso la donazione di sè

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    ATTENZIONE
    CONTENUTO EROTICO E SESSALE
    QUESTO RACCONTO NON E' ADATTO AD UN PUBBLICO MINORE DI 18 ANNI
    SE SEI MINORENNE TI INVITIAMO A LASCIARE IMMEDIATAMENTE QUESTA PAGINA



    ========================================================

    Come promesso, anche se con qualche ora di ritardo, posto la seconda parte del mio racconto.
    Spero possa piacervi. Se così fosse, spero nel giro di breve, Vi posterò anche una terza parte :)

    Intanto, per chi ancora non avesse letto la prima parte, vi inserisco anche il link:



    Ora bando alle ciance e buona lettura ....


    Quando arrivammo a casa sua, e mentre salivamo le scale che conducevano al suo miniappartamento, il cuore mi batteva all’impazzata. Mi sentivo come una ragazzina al suo primo appuntamento. Ero emozionato come mai prima d’ora e, in cuor mio, temevo e speravo che, quella sera, avrei avuto l’occasione di unirmi a quel corpo da favola.
    Federico aprì la porta che si aprì in un piccolo atrio. Una bella specchiera riempiva lo sguardo restituendomi la totale visione di Federico. Avevo il suo magnifico lato A riflesso sullo specchio e lo strepitoso lato B davanti ai miei occhi.
    Mi fece entrare e il mio sguardo si posò su un ampio salottino illuminato dalla rossa luce del tramonto che, come un dipinto di un grande maestro realista, troneggiava sulla grande porta a vetri che portava al terrazzo.
    Appena ebbe posato le chiavi dell’auto su una delle mensole in vetro della specchiera, Federico prese il telefono e, mentre componeva il numero della pizzeria per asporto, mi chiese che gusto preferissi.
    Inebetito dalla particolarità di quella situazione, risposi, quasi sovrappensiero, che avrei preso una margherita.
    Federico mi sorrise e, mentre si apprestava ad inoltrare l’ordinazione alla pizzeria, mi fece cenno di sedermi sul divano.
    Mi raggiunse di lì a poco dicendomi che, causa saturazione delle ordinazioni, la nostra pizza l’avrebbero consegnata non rpima di un’ora e mezza. Mi chiese, quindi, se non volessi, nel frattempo, farmi una doccia.
    Annuii, sperando che una doccia calda mi avrebbe sciolto un po’ di quella tensione che si era accumulata nel giro di quel pomeriggio.
    - Bene, allora andiamo
    - Come andiamo – chiesi quasi quasi in preda al panico
    - Beh, mi hai battuto la testa in modo abbastanza brutto, sei stato svenuto per oltre dieci minuti e ne hai portato le conseguenze per oltre mezz’ora… Non posso certo rischiare di lasciarti andare al bagno da solo. Se ti capita di svenire, c’è il rischio che mi resti secco. Comunque, tranquillo. Non c’è nulla di cui preoccuparsi.
    - E invece sì
    - In che senso – mi chiese con uno sguardo tra lo stupito e il preoccupato
    Ero terrorizzato all’idea di dirgli che ero gay e, soprattutto, della sua probabile reazione. Ma non potevo lasciare che lo scoprisse a causa di una doccia.
    - Senti Federico, lo so che avrai voglia di cacciarmi fuori di casa e che ti pentirai di avermi invitato a trascorrere la notte qui – esordii cercando di limitare i danni - ma c’è una cosa che devi sapere. – sospirai cercando di raccogliere quanto più coraggio ed autocontrollo possibili -… sono gay.
    - Ed ora che me lo hai detto? Ti senti un po’ meglio?
    - Non ti da fastidio?
    Federico scoppiò a ridere come un pazzo
    - L’avevo capito. Se uno mi guarda per tutto il pomeriggio osservando ogni mio singolo gesto, poi si inebetisce perché mi cambio davanti a lui, se permetti, più di qualche sospetto le fa venire no?
    Mi sentii incredibilmente ridicolo.
    Mi immaginai di essere il bambino che confessa alla mamma di aver mangiato la marmellata a sua insaputa e che si ritrova con lei che, chinandosi, gli pulisce la bocca con il fazzoletto.
    - Coraggio, seguimi, ti mostro dov’è il bagno
    Lo seguii come un automa, lo vidi aprire la porta alla fine del breve corridoio e farmi cenno di entrare.
    - Spogliati pure, vado a prendere gli asciugamani e ti raggiungo
    - Fede, io….
    - Basta tergiversare, su. Fai come ti dico, piuttosto
    Il suo sorriso, limpido e disarmante, mi ipnotizzò e mi ritrovai ad armeggiare con le scarpe e i bottoni del pantalone.
    Lo vidi uscire per dirigersi nella stanza accanto. Immaginai dovesse essere la sua camera da letto. Ero rimasto solo con il costume addosso quando Federico fece ritorno nel bagno.
    A momenti mi venne un colpo.
    Era lì, nudo, con un folto e meraviglioso ciuffo di ricciuti peli scuri a contornare un pene che, nonostante fosse a riposo, era già di dimensioni ragguardevoli. A occhio e croce sfiorava i 14/15 cm.
    Mi sorrise e mi invitò a togliere il costume. Inebetito da quanto mi stava accadendo, meccanicamente, mi ritrovai a obbedire sfilando quella che era l’ultima difesa alla mia nudità.
    Il mio uccello, prepotentemente eretto, si manifestava con i suoi sedici cm stentati, comunicando a Federico tutta la mia voglia di essere posseduto da lui. Federico mi prese per mano e mi condusse sotto il getto dell’acqua.
    - Ehi, tutto bene? – mi chiese con aria preoccupata quando mi vide, praticamente, inerme.
    Mi ridestai quel tanto che basta per rendermi conto che stavo rischiando di rovinare una serata che, molto probabilmente, si stava invece preparando ad essere quella più indimenticabile di tutta la mia vita.
    - Sì, scusami. E’ stato un attimo di smarrimento. D’altro canto mi puoi ben capire… Mi trovo davanti un ragazzo splendido come te che, nonostante sia al corrente della mia omosessualità, mi si presenta nudo davanti. Le alternative erano due… O ti saltavo addosso, o mi pietrificavo
    - Ah, quindi c’era il rischio che tu mi saltassi addosso – mi chiese con fare canzonatorio – sono, quindi, in presenza di un potenziale maniaco sessuale… Bene bene, questo non me lo avevi detto però, furbacchione
    E concluse la sua affermazione con un provocatorio occhiolino.
    Poi si posiziono sotto il getto dell’acqua reclinando la testa all’indietro. Facendo così arcuò il corpo verso di me e il suo pube si trovò a pochi centimetri da me. Sembrava invitarmi a carezzare quel pezzo di carne. Non sapevo cosa fare… Dentro di me avevo la forte sensazione che Federico volesse che fossi io a fare il primo passo. Ma la mia razionalità, tante volte citata da Maura, stava ora frenando il mio istinto. Per fortuna, ancora una volta, la mia parte istintiva prevalse. Allungai la mano e saggiai la consistenza di quell’uccello invitante. Avvertii un leggero sussulto, ed alzai lo sguardo. Federico mi stava guardando con un’espressione di attesa in volto. Mi spostai in avanti, sempre strizzando quel cazzo da favola. I nostri corpi aderirono e mi alzai in punta di piedi, accostai il mio viso al suo e proteli le labbra socchiuse. Chiusi gli occhi ed attesi.
    Non passò molto tempo che mi sentii afferrare per le spalle e le calde labbra di Federico premettero sulle mie, mentre la sua lingua cominciò a cercare, fremente, la mia. Quando la trovò, si fusero in un’appassionante danza all’interno della mia bocca. Sentivo la sua saliva, dolce e eccitante, impastarsi con la mia.
    Portai le mie mani sulla sua schiena e mi strinsi a lui. Sentii il suo membro, teso e duro come pietra, che sfregava sul mio ventre. L’istinto mi guidò ancora una volta e saltai su di lui, cingendogli i fianchi forti e delicati con le gambe. Le sue mani si spostarono sul mio sedere, un po’ per sorreggermi, un po’ per allargare le mie natiche.
    Il mio buchino pulsava di desiderio. Voleva accogliere, al più presto, quella verga calda e pulsante.
    La frenesia delle nostre lingue aumentava, trasferendo, l’un l’altro, l’intensità del nostro desiderio. Allungai la mano sotto di me, cercando l’asta bollente di Federico. Lo volevo, subito, all’istante. Dovevo essere suo ad ogni costo.
    Puntai la cappella gonfia contro l’accesso proibito e, in quel preciso istante, Federico, sollevandomi con le sue forti braccia, mi allontanò da sé.
    - Non ancora, cucciolo. Arriverà anche il momento per questo, ma non ora. Ok?
    Mi guardava con tenerezza. Non capivo le ragioni di quelle parole, ma annuii, vinto dalla sua tenerezza. Mi strinse a se e mi baciò. Un bacio lungo, ma dolce e carico di sentimento. Poi si staccò da me, prese la spugna ed un po’ di bagnoschiuma e, delicatamente, prese a lavarmi il torace.
    Mi abbandonai a quelle carezze. Pensai come fosse dolce farsi coccolare in quel modo.
    Sentivo la mano di Federico scorrere lungo tutto il mio corpo. Lo vidi inginocchiarsi davanti a me. Il suo viso all’altezza del mio cazzo eretto. Prese a lavarmi le gambe, guardandomi negli occhi, protesi, leggermente, il bacino in avanti, quasi ad invitarlo a prendermelo in bocca. Federico mi sorrise, lo guardò e lo prese tra le sue mani. Poi tornò a guardarmi.
    Pregustavo il momento in cui le sue labbra, calde ed umide, l’avrebbero accolto al loro interno.
    Ma ciò non accadde. Cominciò, delicatamente, a lavarlo e pulirlo. Soppesava i miei testicoli e li lavava con cura, il tutto senza mai distogliere i suoi meravigliosi occhi color smeraldo dal mio viso.
    - Povero cucciolo, hai proprio tanta voglia, vero?
    Annuii quasi disperato.
    - Pazienta ancora un po’. Ti prometto che ne varrà la pena. Ora girati, per favore.
    Obbeddii, ed avvertii la stessa delicata carezza percorrere tuta la mia schiena, soffermarsi sulle natiche e poi proseguire la sua corsa sulle gambe. Ripensando a come, quel pomeriggio, avesse affrontato, impavido, quel gruppetto di bulli, mi sembrò impossibile che, ora, dietro di me, ci fosse la stessa persona. Le sue mani continuavano a percorrere, accuratamente, ogni centimetro del mio corpo, lavando via stanchezza e sudore.
    Poi mi sciacquò con cura e mi fece, nuovamente, voltare verso di sé.
    - Ti va di essere tu, ora, a lavare me?
    Quasi non potevo credere a quelle parole. Afferrai la spugna, presi del bagnoschiuma ed iniziai a percorrere quel corpo curato e tonico. Percorsi quei pettorali così eccitanti e perfetti, scesi lungo i suoi addominali scolpiti e scorsi un brivido attraversare quel meraviglioso corpo nel momento in cui arrivai al suo pube.
    Mi chinai e il suo cazzo svettava sopra la mia testa. Sentivo un forte odore di sesso, un aroma di maschio così forte da penetrarmi nel cervello. Inspirai, annusando quanto più intensamente potevo quei profumi. Accostai il mio viso ed infilai il mio naso tra le sue palle gonfie e la coscia muscolosa. Federico mi prese per le spalle e mi tirò indietro.
    - So che hai una gran voglia, ma porta ancora un po’ di pazienza.
    - Fede, non capisco perché non si possa già fare ora…
    - Non voglio rovinarti la sorpresa. Tu fidati.
    - Posso, almeno, baciartelo
    Federico sembrò riflettere un attimo, poi, sorridendo, acconsentì.
    - Ma mi raccomando, non abusare di questa concessione…
    Avvicinai le mie labbra a quel cazzo da favola. Dovevano essere, almeno 23/24 cm. Posai un bacio su quella cappella turgida. Un sapore di maschio, inebriante e invitante, fece sì che le mie labbra si schiudessero e lasciassero entrare, un po’ alla volta, tutta la lunghezza di quel membro. La lingua titillò la cappella facendo emettere a Federico un gemito di piacere. Io, intanto, estasiato dal sapore di quel pezzo di carne, cominciai a muovere la mia testa su e giù.
    Ma, ancora una volta, le mani di Federico mi fermarono.
    - Ehi, piano. Ti avevo chiesto di non approfittarne
    Il suo sorriso mi fece comprendere che, il suo, non era un rimprovero, ma un’amichevole richiesta.
    Mi sollevai e gli sorrisi, quindi lo pregai di voltarsi e presi ad occuparmi della sua schiena.
    Le spalle, larghe e forti, sembravano scolpita dalla mano di Michelangelo, tanto ogni muscolo era così perfettamente incastonato al suo posto. E i glutei, così sodi e tondi, facevano venire la voglia di affondarci la faccia perdendosi tra di essi.
    Le gambe, dritte e definite, sfilavano eleganti verso il basso lasciando posto, infine, a due meravigliosi piedi, lunghi e dalle dita affusolate.
    Quando fui certo di essermi preso cura di ogni minima parte di quel corpo statuario, presi il getto della doccia sciacquandolo per bene, proprio come, il mio dolce ospite, aveva fatto, poc’anzi, con me.
    Non facemmo a tempo ad uscire dal bagno che sentimmo suonare il campanello.
    - Merda, la pizza – disse scappando fuori dalla doccia e infilandosi in un morbido accappatoio di spugna.
    Lo vidi infilarsi in camera sua ed uscire con il portafogli in mano, precipitarsi alla porta e aprire in velocità. Rimasi ad origliare, nascosto alla vista del fattorino.
    - Scusami, sai – sentii dire a Federico – ero sotto la doccia. Mi spiace averti fatto aspettare.
    - Tranquillo Fede… Piuttosto, aspetti visite stasera? Dai, che questa è la volta buona.
    - Filippo, falla finita, per favore.
    - No, è già qua? Me la fai conoscere?
    - Filippo, se non sparisci subito, giuro che ti caccio a pedate
    Sentii il fattorino salutare e la porta chiudersi su una risata…
    Intanto mi risuonavano nella testa le parole di questo Filippo “la volta buona”.
    Cosa intendeva? La voce di Federico mi invitò ad uscire. Mi avvolsi nell’altro accappatoio ed uscii. Federico era seduto sul divano, le pizze aperte e fumanti davanti a sé. Mi fece cenno di andarmi a sedere accanto a lui. Obbedii ed osservai le pizze. Poi guardai lui.
    - Fede, cosa intendeva il pizzaiolo?
    - In che senso?
    - Gli ho sentito dire un qualcosa tipo “che sia la volta buona”…
    - Lascia stare. E’ un mio caro amico, ma, spesso, si comporta da idiota. Non ci pensare, su. Mangia, piuttosto, sennò si fredda.
    La curiosità mi stava divorando, ma preferii non fare altre domande. Un po’ di malavoglia, presi il mio pezzo di pizza ed iniziai a cenare.
    Di tanto in tanto scheggiavo un’occhiata a Federico. Era veramente il più bel ragazzo che mai avessi incontrato in vita mia. Non che ne avessi incontrato poi tanti, a dire il vero, ma per quanto pochi fossero stati, e per quanto, tutto sommato, fossi stato fortunato sull’aspetto fisico, nessuno di loro poteva, anche lontanamente, avvicinarsi alla bellezza che avevo di fronte.


    Commentate gente, fatevi sentire e fatemi sapere se vi piace :)


    Link dell'ultimo capitolo:



    Edited by Firescorpio - 29/7/2014, 15:54
     
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  2. bi0nd0
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    spettacolare, scrivi molto bene aspettiamo il continuo!
     
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    SPLENDORE GAY

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    bel racconto erotico,ma anche un po tenero
     
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    L'Amore con la A maiuscola, non guarda al sesso dell'amato, ma negli occhi per perdersi nella sua anima, fondendosi in un universo perfetto ed armonico, attraverso la donazione di sè

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    CITAZIONE (Crazyswimmer93 @ 15/7/2014, 18:20) 
    bel racconto erotico,ma anche un po tenero

    Ma, non ho capito bene se, il fatto di essere un po' tenero, sia un difetto o no =-O
     
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  5. paccomatto
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    CITAZIONE (Firescorpio @ 15/7/2014, 21:43) 
    CITAZIONE (Crazyswimmer93 @ 15/7/2014, 18:20) 
    bel racconto erotico,ma anche un po tenero

    Ma, non ho capito bene se, il fatto di essere un po' tenero, sia un difetto o no =-O

    No no, secondo me la cosa è perfetta!!
    Anzi le descrizioni sono fantastiche... mi piaccioni i racconti lenti ma ricchi di particolari!!
     
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  6. Fuljido
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    Hai fatto bene a frenare l'accelerata di questa seconda parte, così mi piace di più che arrivare già al sodo come accade spesso nei racconti e nella realtà.
     
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    CITAZIONE (Firescorpio @ 15/7/2014, 21:43)
    CITAZIONE (Crazyswimmer93 @ 15/7/2014, 18:20) 
    bel racconto erotico,ma anche un po tenero

    Ma, non ho capito bene se, il fatto di essere un po' tenero, sia un difetto o no =-O

    CITAZIONE (paccomatto @ 16/7/2014, 23:14)
    CITAZIONE (Firescorpio @ 15/7/2014, 21:43) 
    Ma, non ho capito bene se, il fatto di essere un po' tenero, sia un difetto o no =-O

    No no, secondo me la cosa è perfetta!!
    Anzi le descrizioni sono fantastiche... mi piaccioni i racconti lenti ma ricchi di particolari!!

    CITAZIONE (Fuljido @ 17/7/2014, 00:30) 
    Hai fatto bene a frenare l'accelerata di questa seconda parte, così mi piace di più che arrivare già al sodo come accade spesso nei racconti e nella realtà.

    Grazie ragazzi. Mi rincuorate.
    Volevo provare a scrivere una storia meno "sanguigna" ma temevo di diventare surreale o di ridicolizzare la situazione.
    Sapere che questa svolta vi possa essere piaciuta mi da un incentivo a proseguire.
    Quanto prima, compatibilmente con l'impegno per il concorso, posterò il seguito :)
     
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  8. Bsx_Brianza
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    Molto bello! aspetto ansioso il seguito ;)
     
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    MEMBRO GAY

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    roma

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    bel racconto scritto bene
     
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