Segnali di fumo

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  1. Invano
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    Parte IV

    Gabriele accennò infine un sorriso saturo di tenerezza.
    -Se preferisci, sarò io a inginocchiarmi ...
    Lo zittii immediatamente, mettendo subito a tacere l'aurea di ragazzo imbarazzato che mi ero costruito addosso:
    -Se non ti dispiace, voglio essere io a farlo.
    Il suo viso si fece allora audace, e senza attendere ulteriori indugi, anzi contando con il respiro i secondi, mi inginocchiai di fronte a lui, sollevando la testa:
    -Possiamo dunque incominciare, mio caro? Mi chiese, e pur tutta risposta aprii la bocca, lasciando che le mie labbra facessero da unico contorno a un baratro nero di piacere.
    Incominciò portando le sue mani in direzioni differenti: una sul fallo, che vibrava, e dal quale sentivo arrivare, vicino com'ero, un odore non raccontabile, di sudore e di carne, vertiginoso e accecante; l'altra, sul petto.
    Poi, senza dir più nulla, iniziò a massaggiarsi il pene, da prima limitando i movimenti, e lasciando che le dita scorressero lente sulla pelle; poi, accelerando, co me con gesto animale, facendo traballare il pugno chiuso su tutta la superficie del pene, che intanto si bagnava, e mi brillava davanti, miraggio carnale e perdizione solcata da una mappa di vene pulsanti, nelle quali il sangue si agitava, inarrestabile. Con l'altra mano, e non con minore impeto, si esplorava il petto, gemendo urli soffocati in saliva, bellissimo e intoccabile. Poi, tremando interamente e mirando alla mia bocca, si preparò a venirmi addosso: mi senti come colpito da un getto di saliva bianca, che mi arrivò improvvisa sulla lingua, tra i denti, ma anche sopra le labbra, e sulle guance infuocate. Era come avere in bocca un fuoco caldo e salato, il cui sapore era per me una formula di commozione e stordimento. Spostando lo sguardo dal suo fallo, ora flaccido e macchiato di quel nettare perlaceo, lo fissai negli occhi,:
    -Ne è uscito un po' fuori, mio caro. Lascia che ti aiuti! Mi disse, chinandosi adagio verso di me, e avvicinando il suo volto al mio; poi, senza che riuscissi ad accorgermene, mi lecco via il seme dalla guancia.
    -Ecco fatto!
    Non riuscivo più a trattenermi, e fui costretto a gridare, alzandomi:
    -Gabriele, sto per venire...
    Lui fu più rapido, e mi afferrò sicuro il pene, ficcandoselo in bocca, e attendendo anch'egli il getto.
    Io, da sopra, urlai di piacere.

    Quella fu solo la prima di innumerevoli visite alla casa.

    Continua
     
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23 replies since 7/5/2014, 17:40   2581 views
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