Segnali di fumo

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  1. Invano
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    ATTENZIONE
    CONTENUTO EROTICO E SESSALE
    QUESTO RACCONTO NON E' ADATTO AD UN PUBBLICO MINORE DI 18 ANNI
    SE SEI MINORENNE TI INVITIAMO A LASCIARE IMMEDIATAMENTE QUESTA PAGINA



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    Aveva un foulard di capelli rossi intrecciati intorno al collo, e una riga vertiginosa di lentiggini sotto gli occhi e sopra le labbra, due sottili premesse di bacio.
    Lo guardavo scivolare per il sentiero dei ciottoli che seguiva il fiume ricongiungersi ad altri affluenti, mentre tagliavo sopra una bicicletta la strada direttamente opposta: così ogni giorno dell'estate del miei 19 anni, come di fronte a un'allegoria del tempo che mi parlava con segnali di fumo. Mi chiesi spesso dove finisse il suo tragitto: lo scoprii tardi, verso il Ferragosto, giocando all'indiano nascosto dietro agli alberi che minavano il suo cammino. Eravamo soli, e una vaga incertezza mi premeva sul costato spiando il suo incedere frammentato, e le improvvise pause che potevano rivelarmi in ogni istante. Poi l'orizzonte mi dipinse davanti la vecchia tenuta abbandonata dei Ferrara, che si ergeva con lo stesso immutato orgoglio di quando era stata costruita, ora in balia dell'umore lunatico del cielo. Lo vidi sparire dentro la costruzione, sospeso tra il seguirlo o l'abbandonare tutto; cedetti alla tentazione di penetrare nella casa che, sin dall'ingresso, era un crepitante e labirintico universo di stanze. Sentii, appena entrato, un residuo di passi che veniva dall'alto: un invito a salire le scale a tratti pericolanti sino agli ultimi piani; e mentre concentravo gli occhi sugli scalini, immaginavo una ideale lista di perché a quel gesto, a quei gesti: i suoi (ma anche i miei). L'ultimo scalino lo salii accovacciato: di fronte a me un pavimento deserto, e poi ancora una scala più piccola e una porta chiusa; proseguii lentamente sino alla scala, e giunsi infine alla parete dove la porta - come un presagio di nebbia - mi era inaccessibile. Tastai così la parete in cerca di qualcosa, e trovai allora una cavità minuscola, quasi inavvertibile, attraverso la quale i miei occhi iniziarono a frugare: vuoto di mobili e a un angolo della stanza lui, nell'atto di raccogliere una borsa (non doveva trattarsi della prima volta se quel luogo deserto non gli era estraneo, se perfino lo aveva abitato con un suo contenitore), dalla quale sembro' estrarre, con estrema leggerezza, il segreto di quella sua visita: un libro. E posatolo a terra, si fermo' un istante a riprendere fiato, e io con lui: poi, come il seguito di un rito quotidiano, inizio' a sfilarsi gli indumenti, fino a rivelare una realtà di torace che fino allora avevo solo idealizzato: asciutto e insieme repertorio scolpito delle mie fantasie, contaminato qua là solo da qualche accenno di peluria. Così le braccia, sinuose e lievemente muscolose, che arrivavano fino al bacino, dove due gambe testimoniavo una continua ostinazione al moto, senza tuttavia apparir tozze. Era rimasto solo in un paio di mutande che trattenevano celato il mio ultimo desiderio, mentre le mie non riuscivano più a contenere l'impeto di una erezione. Fu in quell'esatto momento, che articolando la voce, urlo': -ora puoi uscire, avventuriero!

    Continua...

    Edited by Elchicoloco - 16/6/2014, 00:23
     
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23 replies since 7/5/2014, 17:40   2583 views
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