Luca e Matteo, amicizia senza limiti...

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  1. TheDreamer1989
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    "... ti amo, da sempre e per sempre..."

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    CONTENUTO EROTICO E SESSALE
    QUESTO RACCONTO NON E' ADATTO AD UN PUBBLICO MINORE DI 18 ANNI
    SE SEI MINORENNE TI INVITIAMO A LASCIARE IMMEDIATAMENTE QUESTA PAGINA



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    CITAZIONE
    RACCONTO CANDIDATO AL CONCORSO LETTERARIO

    Matteo ed io, fin dai tempi della scuola elementare, siamo sempre stati inseparabili. Vicini di casa, compagni di banco, in due parole migliori amici. Ci vedevamo praticamente tutti i giorni. Avevamo gli stessi interessi e le stesse ambizioni. La nostra era un’amicizia particolare. O si andava d’accordo, oppure se capitava di litigare, cercavamo sempre, poi, un modo per riavvicinarci. Non era necessario che uno dei due facesse il primo passo, ci capivamo e tornavamo quelli di prima senza nemmeno dire una parola. Era come se ci leggessimo nel pensiero.

    Con Matteo, ogni occasione era perfetta per ridere e scherzare. Anche quando non c’era nulla da ridere, quando uno dei due era giù di tono, l’altro riusciva sempre a rinfrancarlo con le parole, i comportamenti e le azioni più appropriate per le circostanze.

    Nonostante la nostra fosse un’amicizia invidiabile ed invidiata da molti, è proprio in un momento critico e relativamente negativo che inizia questa storia.

    Era un freddo pomeriggio d’inverno ed io ero a casa sua a studiare per l’interrogazione di letteratura del giorno dopo. A me la letteratura è sempre piaciuta, amavo perdermi tra i versi delle poesie e immergermi nei romanzi più coinvolgenti. A Matteo meno, molto meno. Lui non ha mai capito nulla di letteratura e tutti i miei sforzi per fargli entrare in testa qualche pensiero critico erano abbastanza vani. A malapena riuscivo a fargli prendere un misero sei, un sei e mezzo quando andava bene. Ma lui non sembrava risentirne. Anzi, mi diceva sempre che non dovevo smettere di insistere con lui. Mi aveva persino promesso che prima o poi sarebbe riuscito a prendere un voto decente. E così, per fare in modo che lui potesse rispettare quella fantascientifica promessa, ogni volta che l’interrogazione era alle porte, facevo di tutto per tentare di fargliela mantenere...

    Quel giorno però, le cose erano decisamente diverse. Lui naturalmente lo notò appena iniziammo a studiare. Io ero vago e distaccato. Come se non m’importasse nulla di nulla. Come se quasi fossi poco a mio agio in una situazione come quella, che da anni era la normalità per noi. Come se ci fosse qualcosa che non potessi confidargli. E, in effetti, qualcosa c’era.

    Come era consuetudine, i pomeriggi invernali di studio a casa sua si svolgevano seduti su divano in tavernetta con i libri sul tavolino di vetro, scalzi perché ci è sempre piaciuto camminare senza scarpe in casa e con il camino accesso di fronte a noi che riscaldava la stanza. I suoi genitori non erano mai in casa per via del lavoro e lui era figlio unico per cui, quand’eravamo a casa sua, eravamo assolutamente indisturbati da tutto e da tutti.

    Matteo, si rese conto che c’era qualcosa che non andava, così chiuse il libro, incrociò le gambe sul divano e si girò verso di me. “Cosa succede?” mi disse, e continuò “Dai, vedo che c’è qualcosa che non va, ma non capisco cosa possa essere. Ti va di parlarmene?”

    Io non volevo parlargliene, perché sapevo che era una cosa stupida. Tuttavia, non potevo smettere di pensarci.

    Devo premettere che Matteo ed io, nonostante avessimo ormai 18 anni, non eravamo mai stati fidanzati con nessuna ragazza; ma sinceramente la cosa non è mai pesata a nessuno dei due. Entrambi sapevamo che prima o poi avremmo trovato la ragazza giusta con cui avere i primi approcci. C’eravamo giurati, che quando sarebbe successo ne avremmo parlato con l’altro, per condividere tutti i dettagli e tutte le sensazioni provate. Entrambi eravamo etero convinti e mai avremmo potuto immaginare cosa sarebbe successo un giorno. Soprattutto io, che consideravo Matteo come un fratello, un ragazzo per il quale provavo una fortissima amicizia, un ragazzo cui volevo molto bene, dal quale avevo paura di separarmi ma null’altro. O perlomeno così credevo fino a quel pomeriggio galeotto.

    Rimasi in silenzio, così lui riprese “Hey, allora, vuoi stare tutto il pomeriggio in silenzio e sorbirti la lista delle mie supposizioni al riguardo, oppure ti decidi a dirmi cosa c’è che non va?”

    “D’accordo,” iniziai “va bene, visto che ci tieni te lo dirò. Ma non prendermi per un imbecille.”

    Lui mi ammonì subito “Imbecille? Ma ti pare! Sei il mio migliore amico, figuriamoci se non ti conosco a sufficienza per sapere che non lo sei e non lo sarai mai, qualunque cosa ti stia angosciando. Comunque, continua pure...”

    Quelle parole mi rinfrancarono, e mi ricordarono quanto anche Matteo mi volesse bene. Così, iniziai il mio breve racconto.

    “Vedi, è dall’altro giorno che non riesco a smettere di pensare ad una cosa che mi hai detto. Mi riferisco al fatto che tu mi abbia confidato di aver cominciato a uscire con Lara. Cioè, sono felice per te, anche perché lei è davvero bella e simpatica. Però in qualche modo, ho il presentimento che questo fatto possa cambiare qualcosa tra di noi. Sapevo che alla fine uno dei due avrebbe trovato una ragazza e inevitabilmente questo non sarebbe potuto accadere contemporaneamente per entrambi. Però non pensavo che sarebbe stato così difficile per quello che non fosse stato il primo.”

    Mi interruppi e rimasi un attimo in silenzio fissando Matteo negli occhi. Lui non disse nulla. Così, continuai.

    “Lo so, è stupido. Magari domani sera usciamo, mi trovo una ragazza pure io e la storia è bella che finita. Però se non dovesse accadere, io non potrei mai limitare la tua libertà e sono sicuro che prima o poi tu dovrai scegliere con chi uscire, con chi passare il tuo tempo. E so che la scelta non ricadrà su di me. E per quanto sia felice per te, non riesco a non pensare che questo a me farebbe abbastanza male.”

    Sebbene mi sentissi un completo idiota nel pronunciare quelle parole infantili, non potevo farne a meno. Quella situazione mi dava veramente l’angoscia. Matteo era il mio migliore amico da quando avevamo entrambi 2 anni, e quei 16 anni di amicizia ormai mi avevano dato dipendenza. Quell’amicizia era la mia droga.

    Dopo un imbarazzante ma breve silenzio, si decise a parlare.

    “Ero sicuro che fosse quella la cosa che non andava. Ormai ti conosco troppo bene per non vedere e capire lo sguardo che fai quando qualcuno ti dice qualcosa che non vorresti sentire. E l’altro giorno, quando ti ho parlato di Lara, hai fatto quello sguardo, e anche se hai finto di essere contento per me ho visto che non lo eri. Piuttosto mi chiedevo quanto saresti riuscito a resistere senza dirmi nulla.”

    Al che, replicai “Non è che non sono contento per te, è solo che sono preoccupato. Ho bisogno dei tuoi consigli, delle giornate passate con te, delle uscite insieme a fare conquiste. Delle giornate al mare d’estate e in montagna d’inverno. E ho paura che tutto questo, all’improvviso, possa finire.”

    Lui non disse nulla. Si mise in ginocchio sul divano, mi fissò e mi fece cenno con la testa di avvicinarmi. Capii immediatamente, mi avvicinai a lui e lo abbracciai.

    Tra noi funzionava così. Quando c’era qualcosa di davvero serio che turbasse uno dei due, non servivano parole. Bastava un abbraccio. Uno di quelli veri, uno di quelli che ti fa dimenticare di essere triste e angosciato. E così fu. Riacquistai fiducia, e mi resi conto di quanto ero stato stupido nel pensare quello che avevo appena confessato. Dovevo riflettere meglio e rendermi conto che la nostra amicizia era qualcosa di immutabile.

    L’abbraccio finì, ma quando stavo per staccarmi Matteo iniziò a farmi il solletico. Sapeva che non sopporto il solletico sui fianchi, ma tutte le volte che voleva “punirmi” approfittava di questa mia debolezza.

    Imploravo pietà e ridevo a crepapelle. Lui, tuttavia, non accennava a fermarsi. Così caddi all’indietro sul divano e lui finì sopra di me continuando a farmi impazzire per il solletico.

    Riuscii a divincolarmi, mi alzai in piedi e gli dissi con tono di sfida “Ah, si eh... vuoi la guerra dunque. Preparati ad assaggiare la vendetta.” Non finii nemmeno la frase e mi tuffai su di lui che, preso alla sprovvista, si sdraio sul divano costretto dalla mia forte presa.

    “Lo sai che sono più forte di te. E ora? Cosa pensi di fare? Tanto non puoi muoverti...” dissi con tono da vincitore.

    In effetti, era vero, ero più forte di lui e in quel nostro gioco di lotta che facevamo spesso, se lo bloccavo in quel modo non poteva fare altro che chiedere pietà. Quella volta però... andò diversamente.

    Matteo mi fissò negli occhi e poi fece qualcosa che mi pietrificò. Alzo la testa e mi baciò sulle labbra. Fu un bacio dolce, ma appena realizzai ciò che stava accadendo, mi alzai di scatto e mi allontanai da lui.

    “Che diavolo fai? Ma sei pazzo...?”

    Dopo essersi seduto, mi rispose così. “No, Luca, non sono pazzo. Sono solo convinto che abbia ragione tu. E’ inevitabile che uno dei due avrà la sua prima volta prima dell’altro e l’altro inevitabilmente ci rimarrà male perché si sentirà tagliato fuori. L’unico modo allora, affinché questo non accada, è che la prima volta di entrambi sia tra noi due. Ti va?”

    Lo osservai muto e con gli occhi spalancati. Non potevo crederci. Mi stava proponendo di fare sesso con lui. Potevo io fare sesso con un ragazzo, col mio migliore amico. A me piacevano le ragazze ma, stranamente, quella proposta non mi faceva schifo come pensavo, anzi, mi incuriosiva non poco. Non capivo cosa mi stesse accadendo, però ero tentato di accettare la cosa. Solo non sapevo come mi sarei dovuto comportare. In fin dei conti ero preparato a un altro genere di prima volta. Non certo con Matteo.

    “Allora, che ne pensi?” interruppe il mio pensiero con queste parole. Non sapevo cosa rispondergli. Ero tremendamente confuso.

    Poi, un turbine di pensieri invase la mia mente e non capii più nulla. Così, anziché rispondergli, mi portai verso di lui e lo baciai. Questa volta il bacio fu intenso e passionale. Dolce e delicato. Le nostre labbra s’inumidivano a vicenda e i nostri nasi si sfioravano. A un tratto Matteo scese a baciarmi il collo e lentamente cominciò a sbottonarmi la camicia. Io ero come in estasi e in quel momento speravo che la cosa non finisse mai. Mi sfilò la camicia e rimasi in maglietta. Poi mi tolse la maglietta e mi lasciò a petto nudo. Cominciò a baciarmi i pettorali non troppo scolpiti e soffermandosi sui capezzoli scese verso l’addome. Era quasi arrivato alla cintura quando lo fermai. Ebbe un attimo di esitazione che sparì quando cominciai a togliergli la felpa. Insieme alla felpa, che era abbastanza attillata, venne via anche la maglietta e così anche lui rimase a petto nudo. Mi tuffai a baciare quel fisico che a me sembrava assolutamente perfetto. Scesi delicatamente fino ai jeans e li feci quello che mai avrei immaginato di fare. Cominciai a sbottonarli e facilmente riuscii a sfilarglieli. Lo lasciai in boxer e calzini, e tornai a baciarlo. Matteo si girò, mi fece stendere e delicatamente, senza smettere di baciarmi, mi sfilò la cintura e lentamente scese a togliermi i pantaloni. Eravamo entrambi con i soli boxer addosso e con un evidentissimo stato d’eccitazione sotto. Non riuscivamo a smettere di baciarci.

    Se ci ripenso, mi sembra ancora incredibile, ma in quel momento non volevo smettere. Fu Matteo a prendere l’iniziativa per andare oltre. Si avvicinò al mio orecchio destro e mi sussurrò le parole più belle del mondo “Sei il mio migliore amico, ti voglio tutto per me...”

    Poi scese e, baciandomi l’addome, mi sfilò i boxer. Quindi, si concentrò sul mio cazzo eretto come non mi era mai capitato prima. Delicatamente, cominciò a far passare la lingua su tutta l’asta. Io appoggiai la testa al bracciolo del divano e chiusi gli occhi. Provavo una sensazione strana e contemporaneamente molto piacevole. Cominciò a ingoiare il mio cazzo e man mano che scendeva, la sensazione di piacere che mi provocava aumentava. Appoggiai le mie mani sulla sua testa e, accarezzandogli i capelli, seguivo il movimento senza imporre nessun ritmo particolare. Volevo che continuasse all’infinito, ma a un certo punto non riuscii più a trattenermi e venni tra le sue labbra. Lui non ebbe nessuna esitazione e ingoio tutto il mio nettare.

    A quel punto, mi resi conto che era il mio turno. Stranamente, non vedevo l’ora di farlo. Così feci sdraiare Matteo e gli tolsi velocemente i boxer di dosso per poi concentrarmi su quel cazzo che vedevo per la prima volta. Come aveva fatto lui, mi soffermai a leccarlo e poi lo ingoiai, ma non per molto, perché poi tornai a leccare per tutta la lunghezza e mi soffermai anche sulle palle, che baciai avidamente. Tornai a succhiarlo giusto in tempo perché poco dopo mi venne in gola. Ed io ingoiai senza pensarci. Poi salii verso il suo viso. Lui aprì gli occhi e mi fissò. Ci baciammo e poi lui mi sorrise. Al che io gli dissi “Ma che stiamo facendo Matteo?” e lui mi rispose “Luca, amico mio, con te ho condiviso tutta la mia vita, ti voglio un bene dell’anima e anche questo momento speciale andava condiviso con te. Vuoi andare oltre?” Io, ancora inebriato dalla strana circostanza che si era venuta a creare, senza esitazione risposi affermativamente.

    Così, totalmente incosciente, mi stesi sulla schiena e lui guardandomi negli occhi cominciò a penetrarmi delicatamente. Ovviamente era la prima volta per me e appena cominciò ad entrare provai dolore. Lui se ne accorse e si fermò, mi baciò e mi fece abituare alla cappella che era già dentro. Poi tornò a spingere, il dolore che provavo era forte, ma non m’importava, volevo sentirlo dentro di me. Ci volle abbastanza tempo per entrare, ma quando fu tutto dentro, la sensazione era di assoluto piacere. Così cominciò a fare avanti e indietro dentro di me e mentre lo faceva, mi fissava negli occhi con uno sguardo che sprizzava appagamento. Poco prima di venire nuovamente, estrasse il suo cazzo e mi inondò tutto l’addome. Poi si accascio su di me e mi baciò, spargendo col suo petto la sua sborra, che ci “incollò” l’uno all’altro.

    Avevo appena perso la mia verginità, ma ero al settimo cielo perché era successo col mio Matteo, l’amico migliore, il fratello che sognavo d’avere.

    Poi venne il mio turno. Matteo si mise carponi sul divano e dopo essermi inginocchiato dietro di lui, cominciai a penetrarlo. Sentivo che anche per lui non era facile adattarsi a quella nuova sensazione, ma anch’io delicatamente, cercai di fargli sentire meno male possibile. Fu così che dopo essere entrato tutto fino alla fine, cominciai lentamente a muovermi. Ad un certo punto mi disse che voleva bere di nuovo il mio nettare e così, prima di venire, uscii e dopo averlo fatto girare lui mi prese in bocca il cazzo che ciucciò avidamente fino a farmi rovesciare nella sua gola una grossa quantità di succo, ingoiato fino all’ultima goccia da Matteo.

    Eravamo esausti e ci accasciammo l’uno sull’altro dopo esserci baciati per l’ultima volta. Restammo abbracciati per un po’ e poi decidemmo di andare a farci una doccia insieme. Nella doccia continuammo a scambiarci tenerezze ma, soprattutto, parlammo.

    “Matteo, ma che abbiamo fatto? E’ sbagliato, noi siamo etero. Com’è potuto accadere? Che significa tutto questo?” chiesi dopo aver rivisto nella mia mente tutta la scena della nostra prima volta e avendo realizzato senza annebbiamenti quanto era successo.

    La risposta di Matteo fu eloquente. “Non è sbagliato, perché il bene che ci vogliamo è immenso e ce lo siamo dimostrati. D’ora in poi, sappiamo che qualunque cosa accada nulla potrà separarci. Indipendentemente da come andranno le cose d’ora in poi, troveremo sempre il modo per dimostrarci l’un l’altro il sentimento profondo che proviamo. Ti voglio bene Luca”. Quasi mi commossi, ma trattenni le lacrime e risposi semplicemente “Ti voglio bene Matteo”.

    Qualche settimana dopo, Matteo si fidanzò con Lara, e qualche mese dopo anch’io trovai una ragazza con cui mi piaceva stare. In ogni caso, comunque, i miei incontri con Matteo non finirono, come aveva predetto, e i momenti più romantici della mia vita resteranno quelli con lui, nonostante tutto il resto. L’amicizia che ho con Matteo è qualcosa di assoluto, puro e senza precedenti. So che nulla ci potrà separare e che lui ci sarà sempre per me come io ci sarò sempre per lui. E questo non cambierà mai!

    Edited by Elchicoloco - 20/6/2014, 17:57
     
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