Mio fratello Matteo 7

Gioco a quattro

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  1. Neilcandy
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    ATTENZIONE
    CONTENUTO EROTICO E SESSALE
    QUESTO RACCONTO NON E' ADATTO AD UN PUBBLICO MINORE DI 18 ANNI
    SE SEI MINORENNE TI INVITIAMO A LASCIARE IMMEDIATAMENTE QUESTA PAGINA



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    L’indomani mattina mi svegliai presto, approssimativamente verso le sei. Mi soffermai a guardare Matteo che ancora dormiva. Era girato di spalle e, rannicchiato com’era, mi offriva una meravigliosa panoramica del suo sedere.
    Mi alzai, mi vestii in fretta con un paio di calzoncini corti, una canotta, le mie scarpe da ginnastica ed uscii, nella fresca brezza del mattino, a correre.
    Volevo liberare la mente da tutto. Dovevo fare un viaggio introspettivo dentro me stesso. Capire, per quanto possibile, cosa mi avesse spinto a tanto.
    Corsi per più di due ore senza trovare nessuna risposta plausibile. Era accaduto. E questo era tutto.
    Eppure, dentro, sentivo un marasma di emozioni contrastanti; mi sentivo da un lato schiacciato dal duplice senso di colpa di aver tradito la mia ragazza, e soprattutto di averla tradita con mio fratello.
    Arrivai a casa esausto, il fiato che, ormai, stentava a venire, i capelli gocciolavano sudore come, d’altronde, tutto il resto del mio corpo. La pelle era bollente per lo sforzo. Mi diressi verso il bagno per concedermi una doccia ristoratrice. Scheggiai un’occhiata alla stanza dove avevamo trascorso la notte io e mio fratello. Matteo non c’era. Proseguii per la mia destinazione ed entrai in bagno. Mi spogliai in fretta e mi soffermai a guardarmi nello specchio. All’apparenza ero sempre io, nulla era cambiato rispetto al solito. Gli stessi occhi scuri e profondi, gli stessi capelli, la stessa bocca pronunciata.
    Ma dentro qualche cosa di nuovo aveva preso il soppravvento. Un desiderio improvviso e feroce di rivivere quei momenti di fuoco della notte precedente. Le guance avvamparono e il bisogno di infilarmi sotto la doccia fredda divenne improvvisamente una necessità.
    L’assecondai e godetti del gelido scorrere dell’acqua sul mio corpo in fiamme. Mi abbandonai a quella carezza di ghiaccio che, per un attimo, lavò via ogni pensiero lasciandomi nuovamente padrone di me stesso e delle mie emozioni. Ma fu solo questione di un attimo. Non appena terminai la mia doccia e cominciai ad asciugarmi, nuove immagini di me e Matteo avvinghiati si impadronirono della mia mente.
    Indossi l’accappatoio e mi diressi in camera. Non feci a tempo ad entrare che mi sentii afferrare per un braccio. Era Matteo che mi tirò dentro la stanza e chiuse la porta alle mie spalle. Mi baciò ed io, totalmente incapace di realizzare quel che stava accadendo, mi abbandonai a quel bacio.
    -Ti ricordi quello che ti dissi ieri sera, poco prima che tu uscissi per lavarti? – mi chiese con l’aria entusiasta di un bambino che ti porge la sua sorpresa da scartare
    -Sì – risposi io quasi impaurito da quel suo modo di esordire – che ero pronto per passare al secondo livello.
    -Già, proprio quello. Mi è sembrato strano che tu non mi abbia chiesto spiegazioni, comunque è arrivato il momento di cominciare il secondo livello.
    -Matteo, aspetta, non ti sembra che stai correndo un po’ troppo?
    -No, perché? – mi chiese con un aria tra l’ingenuo e lo stupito
    -Ma perché siamo fratelli. Forse abbiamo già esagerato ieri.
    -Sciocchezze – riprese con lo stesso tono vivace di poco prima – vedrai che ti piacerà. Ora vieni e siediti qui sul letto.
    Obbedii, totalmente incapace di proferire parola. Qualche cosa dentro di me avrebbe voluto ribellarsi, ma il desiderio di appartenere nuovamente a mio fratello prevalse.
    -Aspetta, ora, per rendere il gioco più interessante, ti legherò le mani e ti benderò.
    -Ma che vuoi fare? – chiesi sempre più intimorito
    -Aspetta e vedrai – mi sussurrò all’orecchio con voce talmente suadente che ripetuti brividi si alternarono lungo tutta la spina dorsale.
    Ora mi trovavo legato e bendato, seduto sul letto, con addosso solamente il mio accappatoio umido. E non avevo la più pallida idea di cosa mi avrebbe aspettato.
    Dopo un tempo che a me parve infinito la voce di Matteo tornò a risuonare nella stanza.
    -Ok fratellino, ora apri la bocca.
    Non so neanche perché, ma senza farmelo ripetere due volte, obbedii preparandomi ad accogliere quanto mio fratello aveva da offrire. Sentii due dita intrufolarsi nella mia bocca, giocare con la lingua e spingersi in profondità. Non sembrava nemmeno mio fratello da quanto aggressivo era l’approccio. Comunque misi in azione la mia lingua a cercare quelle dita. Ci giocai per un po’ fino a quando non le sentii uscire. Sentii armeggiare all’altezza della vita due mani che scioglievano il laccio della cintura. Una volta aperto l’accappatoio il mio cazzo saltò fuori teso e duro, pronto a qualunque gioco fosse stato preparato per me. Di nuovo sentii le mani spostarsi sul mio corpo, risalendo lungo il torace per poi soffermarsi sulle mie spalle. La sensazione di non essere con Matteo divenne sempre più forte. Le mani che sentivo addosso mi fecero scivolare via l’accappatoio Facendomi irrigidire. Di nuovo la voce di mio fratello mi arrivò all’orecchio suadente.
    -Tranquillo fratellino, lasciati andare.
    Anche stavolta obbedii. La mani scomparvero ma uno strano odore si insinuò nelle mie narici. Un odore forte di maschio, ma non era l’odore terribilmente eccitante di mio fratello, anzi, ad essere sincero, lo trovai quasi disgustoso. Ero ancora assorto da questi pensieri quando mi accorsi che avevo un cazzo in bocca. La lunghezza era abbastanza vicina a quella che ricordavo ma la grossezza no, era decisamente più sottile. Ed il sapore poi. Non aveva nulla a che vedere con quello di mio fratello. Mi tirai indietro. Il panico mi prese totalmente. Urlai il nome di mio fratello che, dolcemente, mi si avvicino e mi baciò.
    -Sono qui, non devi avere paura.
    -Ma chi c’è qui oltre a te?
    -Nessuno.
    -Non è vero. Di chi era quell’uccello che mi sono trovato in bocca. E non mi dire che era il tuo, perché tanto lo so che non è così.
    -E bravo fratellino, vedo che sei diventato un esperto del mio cazzo.
    Sorrise e mi tolse la benda. C’era Marco di fronte a me, nudo, con il cazzo che svettava fin quasi a raggiungere l’ombelico. Mi voltai allarmato verso mio fratello e, alle sue spalle, intravidi Giacomo, anch’egli nudo, tutto intendo a segarsi l’uccello, grosso e nodoso.
    -Tranquillo, è tutto a posto, vero ragazzi?
    -Certamente. Nessuno qui ti farà del male, e nessuno ti costringerà a fare nulla che tu non voglia veramente fare. – esordì Marco con voce pacata. Li osservai. Erano tutti e due molto belli ma non risvegliavano in me alcun desiderio. Poi guardai Matteo. Vedevo il suo viso illuminato da un sorriso. Capii immediatamente che, se mai avessi voluto fermarmi, non avrei mai più potuto vivere nulla di intimo con lui. Mentalmente mi rassegnai al mio destino. Mio fratello era un piatto troppo alto per rischiare di perderlo. Annuii con la testa. Giacomo e Marco si guardarono sorridendo. Improvvisamente Matteo se ne uscì con una delle sue trovate.
    -Vediamo, visto che sei stato così bravo a capire che non si trattava del mio uccello, se sarai in grado di capire di chi era. – aggiunse allegro. – Coraggio Marco, fagli provare il tuo.
    Marco si avvicinò e mi porse il cazzo teso. Ne ero certo, era lo stesso di poco prima, lo stesso odore intenso e acre, lo stesso sapore. Spompinai per qualche secondo. I miei sensi cominciavano ora ad abituarsi a quel pezzo di carne e a trovarlo quasi gradevole. Sempre con le mani legate mi spinsi a giocherellare con le sue palle gonfie. Marco si staccò da me e si avvicinò Giacomo. Aveva un cazzo molto più corto di Marco e Matteo ma decisamente grosso. E stranamente profumato. Odorava di muschio bianco ed erbe aromatiche. Un profumo decisamente gradevole. Anche il sapore era dolce e delicato. Ma la nodosità di quella nerchia era talmente accentuata da risultare poco gradevole al contatto con le labbra. No, decisamente non era ai livelli di Matteo. E, d’altro canto, chi mai poteva esserlo? Anche Giacomo si staccò da me.
    -Allora – chiese Matteo con aria di sfida – di chi era l’uccello che hai spompinato prima, mentre eri bendato?
    Decisi, per una volta almeno, di non essere solo schiavo di quel gioco ma di tentare di ottenere almeno un po’ di soddisfazione anch’io. Giocai quindi le mie carte.
    -A dire il vero, perché il confronto sia totale, manca ancora un uccello da assaggiare, il tuo.
    -Beh, hai detto tu che lo escludevi per certo.
    -Potrei essermi sbagliato e quindi voglio essere totalmente sicuro. Forza fratello. Tira fuori il tuo giocattolo.
    Una risata sonora da parte di Giacomo e Marco accompagnò il commento di Matteo.
    -E va bene, mi hai fregato.
    Si spogliò in fretta e mi porse il suo cazzo maestoso già meravigliosamente eretto.
    Lo imboccai e lo pompai con una passione ed un desiderio crescenti. Agli occhi di tutti era palese quanto io adorassi mio fratello e quanto lo desiderassi.
    Marco mi sciolse le mani che, una volta libere, si fiondarono a giocare con le palle gonfie di Matteo. Giacomo mi si inginocchiò davanti ed imboccò la mia asta tesa e sul limite dell’orgasmo. Marco, nel frattempo, leccava con cura il culo di mio fratello che, preso tra un pompino da favola e una slinguazzata esperta, gemeva come un bambino. Una prima, copiosa, ondata di sborra mi riempì la bocca, deglutii estasiato mentre sentivo mio fratello sospirare.
    Improvvisamente Marco si alzò e mi fece staccare da Matteo, mi fece sdraiare sul letto, la pancia rivolta verso l’alto e prese a leccarmi il buco del culo. Nel frattempo Giacomo mi si piantò davanti porgendomi il suo membro da lavorare. Matteo, intanto, si era messo in piedi, sopra la mia faccia, e si faceva spompinare da Giacomo. Un senso di gelosia e rabbia mi invase. Per ripicca aumentai il ritmo del mio pompino mentre potevo chiaramente sentire il cazzo di Marco farsi strada nelle mie viscere

    Edited by Elchicoloco - 16/6/2014, 00:15
     
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  2. .:!Avery!:.
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    Sono bellissimi i tuoi racconti, magari succedesse a me con mio cugino o con qualche mio amico!!

    Continua cosi, devi scriverne assolutamente altriiiii.... XD
     
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  3. Neilcandy
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    Grazie Avery per l'incitamento
    A breve èposterò quello che, per il momento, è l'ultimo capitolo della mia storia.
    Ma prometto che, a breve, inserirò altri racconti.
     
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    L'Amore con la A maiuscola, non guarda al sesso dell'amato, ma negli occhi per perdersi nella sua anima, fondendosi in un universo perfetto ed armonico, attraverso la donazione di sè

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    Ah però! Interessante il giochino. Chissà come si svilupperà la cosa.
    Però non me lo aspettavo questo risvolto a quattro.
     
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  5. bi0nd0
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    uno meglio dell'altro!
     
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4 replies since 6/2/2010, 08:54   5848 views
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